Pet Therapy: cos'è e come funziona
Psicologia e Crescita Personale
Psicologia e Crescita Personale
Che cos'è la Pet Therapy? È una terapia a quattrozampe, ma come funziona in realtà?
Alberto Dal Negro
Pet Therapy è un termine sempre più cliccato e ricercato, perché il tam tam che la riguarda sta girando molto velocemente. Qui in Italia così come in tutto il mondo.
Ma in cosa consiste questa terapia a quattrozampe di cui tanto si parla? Soprattutto: perché tutto questo interesse?
Pet Therapy di per sé non è il termine corretto per definire la relazione fra una persona con un qualsiasi tipo di patologia o di disagio e un animale, ma basta intenderci… Sappiamo ormai tutti che di questo si tratta. Ma non basta. Non è solo l’animale che porta il suo carico di gioia, di propositività e di armonia in situazioni anche di grossa sofferenza. C’è il compagno umano dell’animale, che lo affianca e lo sostiene, e che con lui condivide momenti di forte emozione spesso potenzialmente anche destabilizzanti. E che se ne prende cura…
Quindi è questa relazione armonica, quest’intesa fortissima, quest’equilibrio animale e umano insieme che dà corpo alla Pet Therapy. E che le dà forza ed è capace di promuovere cambiamenti significativi in situazioni anche molto complesse e difficili. No, non basta l’animale.
Molti semplificano, molti altri complicano. Ma la sostanza è questa. Ed è una relazione che si costruisce col tempo, senza fretta, con passione, amore, gioia. E parte da noi umani, dal nostro desiderio e dal nostro bisogno di crescere, di donarci e di donare. Un dare e avere che ci arricchisce e può essere solo "riversato" sugli altri, spesso meno fortunati di noi. Ma deve passare ‘attraverso’ di noi e la nostra personale esperienza con l’animale che abbiamo deciso di far entrare nella nostra vita.
È una dimensione di benessere in cui stiamo tanto meglio quanto meglio sta il nostro animale (un cane, un coniglio, un gatto, un asino…).
L’effetto riscontrabile è appunto l’effetto di un lavoro a monte, che non è solo preparazione, conoscenza, tecnica. E’ molto di più.
Pet Therapy: la storia e lo scopo
Nel 2009 con decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali è nato in Italia, prima ed ancora unica esperienza in Europa, un Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (perché correttamente così si chiama la Pet Therapy). Scopo:
- promuovere la ricerca
- individuare sinergie fra medicina umana e veterinaria
- dare evidenza dei risultati raggiunti
- diffondere una corretta informazione alla comunità scientifica internazionale
E col 25 marzo 2015 sono state emanate delle Linee Guida nazionali per questo settore nell’intento di fissare dei paletti per chi decide di intraprendere questa professione e dare le dovute garanzie ai possibili fruitori di detto servizio. Siamo però ancora agli inizi. Molto si è fatto e molto resta da fare. Diciamo una stazione intermedia su cui tessere direttive atte a valorizzare l’esistente (e ci sono davvero molte belle e serie realtà operanti professionalmente da diversi anni) e a indirizzare le nascenti e future nuovi organizzazioni. E i loro operatori.
Pet Therapy: bambini, autismo, disabili
È un campo in cui si è seminato molto negli anni passati e che sta subendo in questi ultimissimi anni una forte accelerazione. Il perché è presto detto: è un’azione a tutto tondo, a 360 gradi, che spazia da bambini con paralisi cerebrale infantile, a persone con disturbi dello spettro autistico, a ragazzi con deficit di attenzione e sindrome da iperattività (ADHD) e con disturbi di comportamento, a giovani con particolari fragilità relazionali, a giovani e adulti con disabilità, fino ad arrivare a persone anziane con demenza e altre patologie legate all’età. Con pochissime controindicazioni. Esiste qualcosa di più efficace?
Il dott. Giovanni Bigatello, ex primario di un istituto geriatrico lombardo, alcuni anni fa ad un convegno realizzato a Bolzano dichiarava “Quella con gli animali è una terapia piacevole! E quando mai è piacevole una terapia? Oltretutto senza particolari controindicazioni…” snocciolando uno dietro l’altro i diversi benefici che aveva avuto modo di osservare personalmente presso i suoi pazienti coinvolti in specifici progetti, riportati successivamente in una sua pubblicazione.
Non si può non rimanere affascinati, anche professionalmente. Perché si assiste davvero, in tempi brevi, a risultati spesso eclatanti, per certi versi sorprendenti. Che non possono appassionare e intrigare gli animi più curiosi.
Un'ultima nota, importante per non relegare questi interventi fra i metodi “alternativi”, è comprendere che si tratta di attività a carattere integrativo rispetto a percorsi globali riabilitativi o di sostegno alla persona. Da valutare, quindi, con la massima attenzione per quanto possono dare ‘in aggiunta’ ai servizi classici già affermati, e non certo da gardare con scetticismo. Solo con un’apertura nuova, perché l’animale rappresenta una ‘chiave di ingresso’ interessante, per chi la sa sfruttare.
Articolo scritto da Alberto Dal Negro, autore del libro Il Potere Terapeutico degli Animali, edito da Macro edizioni.
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