Come vivere senza ignorare o tradire il proprio Femminile?
Salute e Benessere Naturali
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I modi in cui noi donne perdiamo il contatto con il nostro sé profondo sono davvero innumerevoli. Chi si sfinisce nella ricerca della perfezione, chi si lascia martirizzare dalle debordanti richieste degli altri, incapace di dire un solo “no”, chi annega nell'insoddisfazione della routine o si lascia abbagliare da una cieca ambizione.
Laura Brugnoli
I modi in cui noi donne perdiamo il contatto con il nostro sé profondo sono davvero innumerevoli. Chi si sfinisce nella ricerca della perfezione, chi si lascia martirizzare dalle debordanti richieste degli altri, incapace di dire un solo “no”, chi annega nell'insoddisfazione della routine o si lascia abbagliare da una cieca ambizione.
Chi è disposta ad annullarsi per sentirsi amata, accettata, compresa. Vaghiamo confuse in una quotidianità densa di compiti da portare a termine, esigenze da soddisfare, mete irrealistiche da raggiungere.
Abbiamo smarrito la strada di casa. La trappola è ben concepita per tenerci sempre più lontane dalla nostra natura più intima. Il mondo premia l'efficienza, loda l'intraprendenza, promuove le doti maschili. Le donne diventano acrobate in precario equilibrio tra le loro esigenze profonde e le pressioni esterne. Come conciliare queste forze che ci tirano in direzioni opposte? Come vivere senza ignorare o tradire il nostro Femminile?
La voce dell'utero
La voce dell'utero ha il potere di ricondurci a casa. Canta una melodia che ogni donna conosce, capace di nutrire, guarire ferite, rigenerare. Ci riporta al centro, al presente. Ci ricorda che è innata in noi la capacità di accogliere, ricevere, aprirci, creare. In quanto donne siamo benedette, poiché questa voce ci chiama mese dopo mese, accompagnandoci per buona parte della nostra vita. Per alcune è un sussurro, una nostalgia. Per altre è un urlo selvaggio, disperato. Le mestruazioni ci parlano di noi e di come stiamo vivendo.
Ci rivelano un potere che per lo più ignoriamo. Una saggezza a cui non attingiamo. Infinite possibilità che non cogliamo. Ma, sopra ogni cosa, ci indicano la via verso casa. Goccia dopo goccia, come le briciole di pane della favola di Pollicino. Cosa significa “tornare a casa” per una donna? Dov'è questa “casa”?
Un mondo interiore che nutre, sostiene, ricarica
Dobbiamo partire per luoghi lontani alla ricerca di noi stesse? Tutt'altro. La casa di una donna è lì dove si acquieta il rumore della mente e l'anima trova tempo e spazio per spiegare le sue ali. È un mondo interiore che nutre, sostiene, ricarica. È l'attenzione che si posa all'interno. È uno spazio di quiete in cui ritroviamo equilibrio e unione.
È una lingua antica, quella dell'utero, che non siamo più abituate a parlare. Non la sappiamo decifrare, e non sappiamo come si fa a tornare a casa. Il sangue ci viene in aiuto. È la porta d'ingresso della nostra dimora. In quei giorni il corpo reclama lentezza. Cura. Raccoglimento. Del tempo solo per noi. Contatto con la natura. Riposo. Silenzio. Se ci apriamo alle semplici richieste che il corpo ci fa durante le mestruazioni, è più facile ritrovare la via perduta. In quei giorni, donne, armiamoci di coraggio, diciamo “alt” e qualche “no” al mondo che non smetterà di girare. Onoriamo il Femminile che siamo; tendiamo l'orecchio alla Voce dell'Utero.