Stupore, magia e gratitudine: il ciclo mestruale spiegato (ed esaltato) come mai fatto finora
Salute e Benessere Naturali
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Diventare donna che impresa, ma anche che soddisfazione! Per ognuna di loro significa scoprire, pian piano, che dentro di sé ci sono dei segreti stupendi, unici, che vanno difesi dalle mode, dagli stereotipi e dalla frenesia della modernità. Uno di questi “segreti” è il ciclo mestruale che molte ragazze vivono, spesso, quasi con imbarazzo.
Laura Brugnoli
Diventare donna che impresa, ma anche che soddisfazione! Per ognuna di loro significa scoprire, pian piano, che dentro di sé ci sono dei segreti stupendi, unici, che vanno difesi dalle mode, dagli stereotipi e dalla frenesia della modernità. Uno di questi “segreti” è il ciclo mestruale che molte ragazze vivono, spesso, quasi con imbarazzo. Incerte sul cosa fare e su cosa chiedere e a chi. Ben vengano allora gli aiuti che possono venire per affrontare con modo diretto e naturale questa “tappa” fondamentale del viaggio verso la coscienza di sé.
E questo è quanto hanno fatto Laura Brugnoli e Barbara Monti scrivendo “Aiuto, ho le mie cose” (Macro Edizioni) che vuole essere un manuale facile da consultare e soprattutto senza peli sulla lingua, capace di affrontare e dare le risposte che una ragazza cerca in questa sua fase della vita. In pratica, un “tutto quel che avreste voluto sapere su… e non avete mai osato chiedere”.
Abbiamo rivolto alle due autrici qualche domanda per capire meglio cosa le hanno ispirate.
La ricerca della perfezione: niente di più sbagliato
Nel vostro libro, puntate molto l’attenzione sul concetto di “non siamo perfette, e grazie al cielo in questo modo ce lo ricordiamo”. In una società in cui alla donna si richiede sempre la perfezione come segno distintivo di femminilità, che consiglio vi sentite di dare alle ragazze che stanno per vivere questo complesso mondo di ormoni, odori ed emozioni?
Ciò che caratterizza il femminile in modo più profondo è l'accettazione. La capacità di accogliere senza opporre resistenza. La resa. Non nel senso di “rinunciare” ma nel senso di “affidarsi”. La ricerca della perfezione, che spesso il modello di donna proposto dalla società impone, è quanto di più lontano si possa immaginare dal grande regalo che la femminilità ci offre. Alle ragazze che si approssimano al magico mondo del menarca e dell'adolescenza consigliamo un percorso di conoscenza e ascolto che possa portare alla piena accettazione di sé. Per far questo bisogna che le giovani imparino a nutrire la fiducia. Nel proprio corpo. Nella vita. Nel ciclo che le conduce a esplorarsi in profondità. Trovato il centro, la dolorosa ricerca della perfezione lascia inevitabilmente il posto alla capacità di ascoltarsi e accettarsi come si è: meravigliosamente imperfette.
Sembra che il mondo abbia perso il gusto della bellezza autentica, in favore di volgarità e tanta superficialità. Quanto ha a che fare tutto ciò con il femminile ferito di cui voi scrivete nel libro? Guarire il femminile potrebbe voler dire anche ritrovare il gusto per lo scorrere del tempo, per lo stupore dei cambiamenti?
Il femminile è quella parte del cervello che percepisce l’unità e vede l’insieme; è un pensare a lungo termine che non ignora le conseguenze che la scelta di oggi avrà su domani; è la parte della psiche che percepisce il “noi” al di là dell’ “io”. Il femminile in natura è responsabile della conservazione della specie e, in quanto tale, conosce il cambiamento. Non solo, lo onora e lo segue. Il ciclo è come una ruota (un ciclo appunto!) che, girando, porta ogni donna a sperimentarsi nei diversi stadi del cambiamento: dalla massima potenzialità della vita (ovulazione), alla fine, gli addii, la morte (mestruazione). Non è un percorso facile ma, con l’andare degli anni e la ripetizione delle tappe (450 mestruazioni circa nella vita di ogni donna!), s’impara a seguire il ritmo. Oggi siamo noi a voler imporre un ritmo alle nostre giornate, ai progetti, alle relazioni, al nostro corpo perfino! Guarire il femminile significa imparare a dare valore al ritmo interiore, all’intuizione, ad ascoltare gli imperativi che vengono da dentro e non da imposizioni esterne, a riposare quando si è stanchi e a lasciare che la bellezza si riveli. Il femminile guarito riporterà un po’ di stupore certo, un senso di magia e gratitudine per quello che abbiamo - e per chi siamo.
Le mestruazioni con agio e naturalezza
Proviamo a vederla anche dalla parte dei maschi. Se le ragazze rischiano di arrivare impreparate al ciclo mestruale, i ragazzi affogano nell’ignoranza. Come pensate possa essere per loro un approccio adeguato?
Il nostro obiettivo è quello di riportare le mestruazioni alla luce del sole (non solo della luna). Questo significa poterne parlare, conoscerle, capirle a fondo e di conseguenza rispettarle- e rispettare le ragazze perché le hanno. Al momento i maschi hanno capito che l’argomento è misterioso, che in “quei giorni” è meglio lasciarti stare e che ci dev’essere dell’altro sotto di cui però nessuno parla: quindi è facile che ne ridano e che le deridano (sia le mestruazioni che le ragazze). Noi siamo sicure che quello che i maschi capiscono del ciclo, debba per forza passare da quello che le ragazze trasmettono; proprio per questo è necessario che siano le donne per prime a vivere le mestruazioni con agio e naturalezza, e con la dignità che nasce quando si conosce davvero il proprio valore. I ragazzi possono solo beneficiare dall’essere vicini ad una fanciulla che si percepisce e apprezza, tanto nei suoi momenti facili quanto in quelli più impegnativi.