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La Respirazione Olotropica - Intervista con l'esperto Mario Lorenzetti PARTE PRIMA

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La Respirazione Olotropica - Intervista con l'esperto Mario Lorenzetti PARTE PRIMA

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La Respirazione Olotropica - Intervista con l'esperto Mario Lorenzetti PARTE PRIMA
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Quando si trattano temi complessi e specifici come quelli che Grof ci propone nel suo libro di recente pubblicazione, Guarire le ferite più profonde, la cosa migliore per intendere di cosa stiamo parlando è rivolgersi a chi certe cose le fa di mestiere. Il curriculum di Mario Lorenzetti parla da sé: chi vuole capire qualcosa in più sulla psicologia trans personale e la respirazione olotropica con lui è decisamente in buone mani.


Redazione Web Macro

Chi è l’intervistato?

Ricercatore e studioso, si occupa da oltre trent’anni degli stati non ordinari di coscienza per la crescita personale, la ricerca interiore e l'autoguarigione. Si è formato e certificato come facilitatore in Respirazione Olotropica e psicologia transpersonale presso il Grof Transpersonal Training.

Conduce seminari di Respirazione Olotropica in Italia, Francia e Svizzera. Ho conseguito un master relazionale su conflitti gruppi e comunicazione presso la scuola Gestalt di Torino. Studia le modalità sciamaniche di accesso alle dimensioni non ordinarie, conoscitive e di guarigione di alcuni popoli nativi (counseling sciamanico, etnocounseling).

Si occupo delle connessioni tra sciamanismo e respirazione olotropica e dei rituali che utilizzano gli stati non ordinari di coscienza, perché ritiene che queste esperienze siano delle grandi opportunità di guarigione e conoscenza interiore.

(Per saperne di più su Mario Lorenzetti visitate il suo sito mariolorenzetti.org).

Quando si trattano temi complessi e specifici come quelli che Grof ci propone nel suo libro di recente pubblicazione, Guarire le ferite più profonde, la cosa migliore per intendere di cosa stiamo parlando è rivolgersi a chi certe cose le fa di mestiere. Il curriculum di Mario Lorenzetti parla da sé: chi vuole capire qualcosa in più sulla psicologia trans personale e la respirazione olotropica con lui è decisamente in buone mani.

Ecco perché abbiamo approfittato della sua esperta e autorevole disponibilità per farci spiegare cos’è la respirazione olotropica.

Una definizione di “respirazione olotropica” per i non addetti ai lavori?

Dal greco holos, trepein: procedere verso l’interezza, è un potente metodo di autoconoscenza, guarigione psicosomatica e crescita personale elaborato da Stanislav Grof, psichiatra praghese che dagli anni ‘60 risiede negli Stati Uniti, uno dei massimi studiosi degli stati non ordinari di coscienza, del loro utilizzo in campo terapeutico e cofondatore (con A. Maslow e A.Sutich) della Psicologia Transpersonale.

La Respirazione Olotropica è una tecnica psico-corporea, non verbale, che permette di esplorare aspetti della psiche e del corpo abitualmente non accessibili e di vivere esperienze profondamente trasformatrici e liberatrici a livello fisico, emozionale e spirituale. L’esplorazione consapevole dei livelli profondi, della psiche in modo guidato e protetto è un fatto significativo di autoconoscenza e di crescita personale, che per i vissuti traumatici può diventare un momento di autoguarigione e trasformazione interiore.

La Respirazione Olotropica integra scoperte provenienti dalla moderna ricerca sulla coscienza, dall’antropologia, da diverse psicologie del profondo, dalla Psicologia Transpersonale e da pratiche spirituali.

Grof, distingue molteplici dimensioni dell’inconscio: personale-biografica, perinatale, (collegata alle esperienze della nascita), e transpersonale, che trascende i confini dell'io e le dimensioni di spazio tridimensionale e di tempo lineare.

Come si svolge una seduta di respirazione olotropica?

La Respirazione Olotropica è un metodo non direttivo, non giudicante, empatico, combina, in un particolare contesto esperienziale protetto, respirazione profonda e veloce con musica evocativa che sostiene l’esperienza. Benché siano possibili sedute individuali, si svolge solitamente in gruppo.

Ci si distende a terra e si è invitati a chiudere o bendare gli occhi, a rilassarsi e a concentrarsi sul respiro, a renderlo via via più veloce e profondo e a conservare questo ritmo per favorire l’ingresso in uno stato non ordinario di coscienza. La musica sostiene ed intensifica l’esperienza; può essere etnica, spesso collegata a rituali di induzione di stati non ordinari di coscienza, vocale, o collegata a riti spirituali. In questa condizione è possibile l’accesso a livelli profondi della psiche ed attivare il naturale processo di guarigione dell’individuo. La qualità e i contenuti portati alla luce sono unici per ogni persona e per quel particolare tempo e luogo. Durante la respirazione si lavora a coppie, con ruoli complementari: breather (respirante) e sitter, in seguito si scambiano i ruoli, chi ha assistito “respirerà” a sua volta. Mentre sono comuni alcuni temi ricorrenti, due sessioni non sono mai uguali. Nei momenti di ingresso negli stati non ordinari di coscienza e di esplorazione di parti di sè sconosciute è utile una musica più drammatica o più ritmata, mentre alla fine della seduta una più calma e tranquilla.

Durante la respirazione, in alcuni, si potrà osservare lo sviluppo di tensioni in varie parti del corpo, collegate ad esperienze traumatiche, della nascita o ad esperienze transpersonali. In questo caso è possibile accentuare il sintomo e agire dall’esterno per dissolverlo (body work). Il sintomo e la sua manifestazione in ambiente protetto sono qui visti come un’espressione del processo di guarigione e non della malattia.

Elementi addizionali del processo includono la liberazione dell’energia emersa durante la sessione: l’espressione delle emozioni, il disegno (mandala) e la condivisione dell'esperienza. Alla fine della sessione, che dura due o più ore, i partecipanti sono invitati a rappresentare con il disegno l’esperienza vissuta. Questo disegno (mandala) viene mostrato durante il momento finale di condivisione.

Chi continuerà a fare Respirazione Olotropica conserverà i mandala come tappe del proprio processo interiore. I «territori» esplorati saranno comunque ricchi di insegnamenti e il viaggio intrapreso potrà essere un autentico viaggio iniziatico, una vera apertura verso se stessi e il mondo. Questo permette di risvegliare due bisogni fondamentali che giustificano l'esistenza umana: l'apertura della coscienza e l'apertura del cuore.


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