Mindfulness, una “strategia” per combattere lo stress
Psicologia e Crescita Personale
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Nel 1979 il dottor Jon Kabat-Zinn, un fisico molecolare con un’estesa pratica di meditazione, ha fondato il Protocollo di riduzione dello stress basato sulla mindfulness presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts.
Redazione Web Macro
Nonostante ci sia una mole considerevole di ricerche sullo stress e l’ansia, ed esista un bagaglio apparentemente sconfinato di approcci alla gestione e riduzione dello stress, quest’ultimo rappresenta un fattore inevitabile della vita. Esso raffigura la condizione umana ed è così da sempre. Noi tutti conviviamo, senza poterle evitare, con incertezze, difficoltà e malattie, con l’invecchiamento, la morte e l’incapacità di controllare pienamente gli eventi.
Nel 1979 il dottor Jon Kabat-Zinn, un fisico molecolare con un’estesa pratica di meditazione, ha fondato il Protocollo di riduzione dello stress basato sulla mindfulness presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts. Le sue prime ricerche sui malati di ansia e di dolore cronico hanno dimostrato una significativa riduzione dei sintomi. Da allora si è accumulato un numero esponenziale di ricerche incentrate sui benefici della mindfulness nella gestione di fattori quali stress, depressione, abuso di sostanze, dolore e malattie. Recentemente questo efficace approccio ha finalmente raggiunto la cultura di larga diffusione. Le cifre parlano da sole: una ricerca su Google impostata sulla parola chiave “mindfulness” conduce a milioni di link, mentre le terapie basate sulla mindfulness si stanno diffondendo sempre più, con la presenza di programmi in più di duecentocinquanta ospedali in tutti gli Stati Uniti e forse in molti altri Paesi nel resto del mondo.
Esistono essenzialmente due forme di meditazione: la cosiddetta meditazione di visione penetrativa basata sull’intuizione (in inglese: insight meditation) e la meditazione basata sulla concentrazione (in inglese: concentration meditation). La mindfulness è considerata come meditazione basata sull’insight, poiché porta la piena attenzione su corpo e mente nel momento presente, senza cercare di alterare o manipolare l’esperienza. Qualunque cosa accada nel corpo (visioni, suoni, gusti e sensazioni) o nella mente, il compito è semplicemente quello di osservarne la natura in perenne mutamento.
Con la pratica della mindfulness si possono scoprire le cause della propria sofferenza e imboccare un sentiero che conduce verso una maggiore libertà. Nella meditazione basata sulla concentrazione, invece, ci si focalizza su concetti, immagini o su un mantra. Il senso di tranquillità rappresenta uno dei benefici di cui gode la mente quando si lascia assorbire in modo profondo ed esclusivo dall’oggetto della meditazione. La differenza determinante è che con la meditazione basata sulla concentrazione si diventa una cosa sola con l’oggetto su cui ci si focalizza, il che porta a un maggiore coinvolgimento meditativo; mentre con la insight meditation si comincia a intravvedere la natura perennemente cangiante del corpo e della mente, oltre alle difficoltà generate da comportamenti quali l’attaccamento, l’avversione e le definizioni auto-limitanti su chi pensate di essere.
Tali rivelazioni approfondiscono la comprensione di ciò che alimenta lo stress e la sofferenza e conducono a un maggior senso di equilibrio e di pace, come potremo scoprire meglio in successivi post su questo argomento.