Batteri intestinali: preziosi alleati del benessere
Salute e Benessere Naturali
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Scopri come mantenerti in salute grazie ai batteri intestinali, il perché si vada in disbiosi e come ripristinare il benessere del nostro microbiota intestinale.
Giuliana Lomazzi
Il nostro intestino pullula di vita: i batteri che vi risiedono raggiungono la cifra astronomica di 100 trilioni.
Ma per essere esatti, non si tratta solo di batteri: proprio per questo non vengono più chiamati flora batterica, se non nell'uso popolare. Oggi la scienza parla di microbiota intestinale.
Un intestino popolatissimo
Ne sappiamo di più su questa folla eterogenea solo dal 2010, dopo che un gruppo di scienziati ha effettuato la mappatura del genoma dei batteri intestinali. In pratica, il meno dell'1% del nostro DNA è umano, il resto è batterico! Come dire che dobbiamo dedicare particolare attenzione a questo complesso ecosistema, composto da batteri, virus, eucarioti unicellulari, archei, che vive in simbiosi con il nostro organismo – cioè in un rapporto di mutuo scambio.
Dentro di noi ci sono oltre 1000 specie batteriche. Alcune, come Bifidus, sono anaerobiche (cioè vivono senza ossigeno) e si concentrano in particolare nel colon; altre sono aerobiche (né è un esempio Lactobacillus), e si trovano soprattutto nel tenue.
Accanto vivono virus e miceti, che se ne stanno buoni soltanto se il nostro intestino è in uno stato di eubiosi, cioè va d'amore e d'accordo con i suoi ospiti, che ricevono da noi nutrimento (scarti del cibo che mangiamo) e in cambio svolgono varie funzioni.
Le funzioni della flora batterica buona
I microrganismi tengono a bada i batteri patogeni in due modi: occupando tutte le posizioni libere sulle pareti intestinali e producendo sostanze antimicrobiche.
Inoltre producono dei composti che aiutano le difese immunitarie e mantengono integra la mucosa intestinale, evitando la fuoriuscita di sostanze tossiche dall'intestino. Favoriscono i processi digestivi e completano la digestione di alcune particelle di cibo, che trasformano in acidi grassi importanti (tra cui il butirrico, cui si attribuisce la capacità di prevenire il tumore al colon). Effettuano poi la sintesi di alcuni amminoacidi e di certe proteine, in particolare la K e la B12.
Sono pure utili per regolarizzare l'espulsione delle feci, liberando l'organismo da sostanze tossiche. Nel complesso, mantengono ben funzionante il sistema immunitario, aiutano a prevenire disturbi intestinali, come stitichezza, colite, diarrea, e varie malattie, comprese quelle autoimmuni.
I danni dei batteri cattivi
Se l'intestino è in condizione di disbiosi, cioè di squilibrio dei batteri, prendono il comando virus e miceti. Aumenta il rischio di infezioni vaginali (come la pericolosa candida) e delle vie respiratorie.
Le feci non vengono espulse regolarmente e, restando a contatto a lungo con la mucosa intestinale, la indeboliscono lasciando fuoriuscire tossine che danneggiano il fegato, causano infiammazioni, allergie, patologie autoimmuni. La digestione è più difficoltosa, subentra una maggiore stanchezza, il sistema immunitario è meno efficiente contro gli attacchi esterni.
Come se non bastasse, uno studio del 2006 ha individuato un legame tra batteri intestinali e obesità. Nei topi obesi, i ricercatori hanno notato una diversa composizione batterica, costituita da Firmicutes più che da Bacteroidetes (il contrario di quanto osservato sui topi magri ma anche sugli esseri umani). Quando i topi con disbiosi venivano nutriti con i cibi tipici della dieta occidentale, cioè quelli raffinati, l'ingrassamento era rapido. Anche se il problema dell'obesità è più ampio, vale la pena riflettere su questi dati.
Le cause della disbiosi
La possono provocare fattori ambientali, come l'inquinamento; intervengono anche lo stress e uno stile di vita poco attento, con orari irregolari, impegni pressanti, scarsa attività fisica, abuso di farmaci.
Una buona parte della responsabilità è da attribuire al cibo: è proprio questo a dare nutrimento alla flora batterica giusta o sbagliata. I batteri patogeni apprezzano maggiormente il junk food: alimenti raffinati e molto lavorati, contaminati da additivi e inquinanti come i pesticidi.
Nutrire i batteri buoni
La dieta che favorisce la flora amica è a base di cibi freschi e vegetali. Verdure, frutta, cereali integrali e legumi contengono infatti le fibre, importanti per il benessere intestinale.
Bisogna dare spazio anche ai cibi contenenti prebiotici, che oltre a essere un diretto nutrimento per il microbiota formano nell'intestino un substrato su cui aderiscono e prosperano i batteri amici – tra cui i bifidobatteri.
I prebiotici sono presenti in vari cibi, tra cui i topinambur, gli asparagi, l'avena, la soia, i porri, la segale, i carciofi, le cipolle e le banane. Meglio assumerli prendendoli direttamente dalle fonti naturali piuttosto che tramite gli integratori, perché in questo caso possono creare problemi in presenza di colon irritabile e intolleranza al lattosio.
Altri alimenti utili sono quelli fermentati: lo yogurt, il kefir, il pane a pasta acida, i crauti, gli insalatini della macrobiotica, le prugne umeboshi ecc. L'ideale è scegliere alimenti biologici, privi di inquinanti e di additivi di sintesi. E masticarli bene, perché anche questo conta.
I probiotici
L'integrazione con i probiotici può aiutare a nutrire efficacemente la flora batterica e a migliorare il nostro stato di salute. L'importante è scegliere con cura i ceppi – sono tanti e ognuno con una propria sfera di azioni, meglio chiedere aiuto a un esperto – e mantenere uno stile di vita sano.
I probiotici possono rivelarsi utili durante la convalescenza, in presenza di determinate malattie, dopo una diarrea, in periodi di forte stanchezza. Possono aiutare anche a ripristinare più rapidamente una disbiosi nel momento in cui si decide di cambiare la dieta per adottarne una amica del microbiota intestinale.
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