Enzo Vallicelli
Siamo nel 2013, nel XXI secolo, sono trascorsi sessantadue anni, tanta acqua sotto i ponti, sono cadute centinaia di migliaia di foglie in autunno e ne sono ricresciute altrettante in primavera, sono state costruite strade, demoliti rottami, inventati i cellulari… Solamente una cosa non è cambiata: Vince è ancora giovane; come se di tempo ne fosse in realtà trascorso la meta, e si ostina a non voler invecchiare, lascia che il pubblico lo tenga sul palco, che ogni “ultimo bis” sia in realtà il terzultimo, il quartultimo, il quintultimo, gira il mondo a bordo del suo Pullmino Blues. La prima volta che l’ho incontrato ho creduto fosse “Doc”, lo scienziato inventore della macchina del tempo, direttamente dal film “Ritorno al Futuro”, e che fosse lì per rapirmi e portarmi con lui a spasso nelle varie epoche, poi l’ho conosciuto e ho capito: non mi ero sbagliata. Quando ancora non ero neanche un embrione facente parte dello sterminato cosmo lui suonava con personaggi come Elio D’Anna, Shirley King, Zora Young, Sugar Blue, Cheryl Porter,’… Nel 2002 ha ricevuto un premio come miglior batterista blues italiano tramite il sondaggio del sito www.bluesandblues.it. Poi ha conosciute me e si è messo anche a scrivere, tramutando un po’ della sua sterminata passione per la musica in parole, concretizzando ancor di più il suo amore per la vita, per lo spirito e per il suono.