Paolo Brunetti
Nasce nel 1945 a Granaglione, un paese dell'Appennino tosco-emiliano. Si laurea in Giurisprudenza nel 1970, nel pieno della protesta sessantottina, con una tesi di critica dell'ideologia del diritto sindacale e, subito dopo, butta via libri e codici. Milita in Potere Operaio prima e in Autonomia Operaia poi, attorno alla rivista Rosso. Dirigente del Comune di Casalecchio di Reno, presso Bologna, denuncia pubblicamente, nel 1974, le speculazioni edilizie gli intrecci affaristici del PCI.
È uno dei soci fondatori della cooperativa che dà vita, a Bologna, a Radio Alice, prima radio libera. Partecipa attivamente alle lotte degli anni 70, nel CLEP (Collettivo Lavoratori Enti Pubblici), ed in seguito, per l'attività politica e di denuncia svolta, verrà ripetutamente (tra il 1977 e il 1984) inquisito e incarcerato per reati di sovversione dai magistrale di area PCI ma uscirà completamente assolto da ben 5 procedimenti penali.
Tra il 1981 e il 1984 lo troviamo esule tra la Corsica e Parigi.
Tornato al suo posto di lavoro nel 1984 dà vita a un sindacato autonomo che sarà il suo principale strumento per combattere la meritocrazia e le privatizzazioni nei servizi pubblici portate avanti soprattutto dal PCI.
Intanto, nel 1982, assieme ad altri amici, aveva dato vita alla Società Editrice Andromeda, di cui sarà Presidente sino al 2012, per dare spazio e voce a centinaia di ricercatori inascoltati dall’ufficialità nei campi del sapere più disparati (economia, salute, fisica, biologia…). Oggi ne è il Direttore Editoriale.
A metà degli anni ’90 collabora alla costruzione della trasmissione televisiva Report di Milena Gabanelli e degli spettacoli di Beppe Grillo.
Nel 2000 ritorna con la famiglia da Bologna al paesello d’origine, ma anche lì non sfugge al suo karma e quindi lo troveremo in prima fila nella difesa dei beni comuni (acqua, ambiente, sanità, trasporti) sotto attacco da parte delle orde neoliberiste e neofeudali che spadroneggiano in Europa.
Ama definirsi un combatte per la libera informazione e la difesa dei beni comuni.
Si ritiene un uomo fortunato perché è sempre riuscito a fare quello che ha voluto, perché ha avuto molti, e autentici, amici, e perché è padre di due figli, Giulio e Marta, che ama e stima profondamente.