Alzheimer e demenze senili: cause, prevenzione…e una ricetta
Alimentazione Sana
Alimentazione Sana
Lo spettro della demenza senile – Alzheimer in primis – spaventa giustamente tutti. Ma se sul fronte diagnosi e cure c’è ancora molto da fare, su quello della prevenzione si sa già parecchio.
Giuliana Lomazzi
Ovviamente, a nessuno fa piacere la prospettiva di una vecchiaia afflitta dalla demenza, tanto meno ai familiari di chi ne è affetto. Infatti a prestare assistenza ai malati di Alzheimer sono prevalentemente i parenti stretti, la cui qualità di vita crolla letteralmente. Senza contare le spese, che sono soprattutto a carico delle famiglie (come rivelano i dati Censis).
Se a questo aggiungiamo che i casi di demenza in genere sono in aumento e che ancora non esiste un test affidabile, capace di individuare la sintomatologia in tempo utile, e che tanto meno ci sono cure risolutive, non stupisce che l'OMS definisca l'Alzheimer la grande emergenza sociosanitaria del XXI secolo.
I fattori di rischio della demenza
La demenza è una condizione che limita in modo più o meno grave i compiti di tutti giorni – preparare i pasti, fare il bucato, andare a un appuntamento, pagare una bolletta ecc.
Ne esistono varie forme: di queste, l'Alzheimer rappresenta quasi l’80% di tutti i casi di demenza. Insorge per il malfunzionamento di due proteine (beta-amiloide e tau), che formano ammassi letali per le cellule cerebrali.
Un importante fattore di rischio è l’età: la malattia insorge infatti dopo i 65 anni, anche se non mancano casi precoci. Indubbiamente ha un certo peso anche la predisposizione genetica.
Ma pure i cattivi comportamenti incidono sul benessere del cervello, a partire da quelli alimentari.
Secondo varie ricerche, c’è per esempio un legame tra il declino cognitivo e l’eccesso di carboidrati raffinati, glucosio e zucchero. Come noto, un loro abuso può causare il diabete e, come rivelano nuovi studi, questa malattia aumenta fortemente il rischio di Alzheimer.
Diabete di tipo 2: che cosa mangiare per abbassarlo
Altrettanto negativi sono alcol (binge drinking compreso), fumo e stress – che, tra l’altro, non favorisce un buon sonno, cosa che può avere effetti negativi sul cervello a causa di un possibile accumulo della proteina beta-amiloide di cui abbiamo parlato sopra. Pure la sedentarietà è pericolosa, perché fa mancare al cervello ossigeno e sangue, due elementi che gli sono indispensabili.
La prevenzione per il benessere del cervello
Visto che quando si presentano i sintomi ormai la malattia è conclamata, non resta che puntare sulla prevenzione. Che passa prima di tutto attraverso la dieta.
In base a vari studi, pare che proprio l’alimentazione mediterranea abbia la capacità di contrastare le malattie neurodegenerative e il declino cognitivo.
Il merito si deve all’equilibrio dietetico nel suo complesso, a cominciare dall’impiego di proteine vegetali (i preziosi legumi) e dalla presenza di olio extravergine di oliva, condimento dai molteplici pregi – tra cui, secondo una ricerca, quello di dimezzare quasi l’ictus negli anziani, e con esso di prevenire la demenza che ne consegue.
Ma ci sono in particolare alcuni nutrienti che vale la pena mettere in rilievo.
- Grassi polinsaturi. Questi lipidi costituiscono le membrane dei neuroni, quindi sono fondamentali per la funzionalità cerebrale, ma non solo. Secondo alcuni studi, i pazienti che avevano più omega 3 avevano livelli inferiori di beta-amiloide; quanto agli omega 6, ne sono state riscontrate basse dosi nei malati di Alzheimer. Ottime fonti di acidi grassi essenziali sono i semi oleosi (mandorle, nocciole, lino, noci ecc.).
- Antiossidanti. I neuroni vengono danneggiati dallo stress ossidativo, aumentando così il rischio di demenze senili. Ecco quindi che possono rivelarsi utili gli antiossidanti, di cui i vegetali abbondano. In particolare, non bisogna farsi mai mancare le verdure a foglia verde, per la presenza di antiossidanti come luteina e folati. Ma tanto meno devono mancare i variopinti ortaggi!
- Carboidrati. L’energia per fare funzionare il cervello proviene dal glucosio, quindi da carboidrati semplici e complessi nei giusti dosaggi. Utile quindi la frutta (in stagione, ottima quella di bosco, secondo uno studio in grado di contrastare il declino cognitivo e il calo della memoria) ma soprattutto i cereali integrali, che tra l’altro sono ricchi di fibre, le grandi alleate della flora batterica buona, secondo una ricerca dell’anno scorso, se ben equilibrata quest’ultima può influire beneficamente sul cervello.
Oltre la dieta
Lo sport aiuta a fare affluire ossigeno e sangue al cervello. Ci sono tanti modi per muoversi divertendosi: passeggiare a passo sostenuto o pedalare nel verde, ma anche ballare, attività che soprattutto negli anziani ha il vantaggio di stimolare la socializzazione, favorire il rilassamento e combattere solitudine e tristezza.
Scopri i benefici di passeggiare nel bosco
Tutti gli interessi sono importantissimi per stimolare la formazione di collegamenti neuronali: ben vengano dunque hobby ed enigmistica, due strategie di grande impatto.
La ricetta antidemenza: Smoothie di uva e mirtilli
Per 4
- 300 g di uva nera
- 300 g di mirtilli
- il succo di 1 limone
- 400 ml di yogurt di soia
- 1 cucchiaino di cannella
- 1 cucchiaino di cacao
- 8 noci
Lava uva e mirtilli e asciugali. Frullali con il limone. Aggiungi metà delle noci spezzettate.
Mescola il tutto con lo yogurt e distribuisci in 4 coppette.
Spolverizza ogni smoothie con la cannella e il cacao mescolati. Guarnisci con i restanti gherigli e servi subito.