Amarene, visciole e marasche, le sorelle minori delle ciliegie
Alimentazione Sana
Alimentazione Sana
Meno dolci delle ciliegie più note, ma non per questo meno buone, amarene, visciole e marasche hanno tante proprietà che ne fanno meritare la ri-scoperta.
Giuliana Lomazzi
Strettamente imparentate con le ciliegie dolci, amarene, visciole e marasche fanno invece parte del gruppo delle così dette ciliegie acide – ma buone, a dispetto del nome! Botanicamente parlando, sono “figlie” del visciolo (Prunus cerasus, mentre il tipo dolce cresce sul Prunus avium). Cominciano a essere raccolte a metà giugno ma, essendo più deperibili e (a torto) meno apprezzate, non si trovano facilmente in vendita. Eppure, hanno antiche tradizioni: per esempio almeno dall’800, nelle province di Modena e Bologna, gruppetti di amareni vengono coltivati intorno ai casali (e oggi vantano il marchio IGP, al pari della confettura che se ne ricava ancora con metodi tradizionali).
Amarene, visciole e marasche: storia, proprietà e benefici
Originarie dell’Asia Minore, secondo la leggenda sarebbero state portate in Italia dal generale romano Lucullo (noto per la sua golosità) nel I secolo a.C.
Provenienti tutte e tre da varietà dello stesso albero, si distinguono per il colore e le dimensioni, tutte inferiori rispetto a quelle delle ciliegie. Le amarene sono rossicce, le visciole rosso scuro e più piccole; entrambe sono caratterizzate dal gusto acidulo. Le marasche, o viscioline, sono piccole, rosso-nerastre, acidule e piuttosto amarognole.
Tutti questi frutti condividono caratteristiche nutrizionali simili – ricchezza di vitamine e antiossidanti, povertà di zuccheri e calorie.
Le più interessanti sono probabilmente le amarene, che sono presenti pure nella farmacopea. Più ricche di vitamina A rispetto alle ciliegie, contengono un bel mix di antiossidanti, tra cui flavonoidi, quercetine e antocianine. Possono quindi rivelarsi utili per proteggere il cuore, oltre che per prevenire i tumori e le malattie neurodegenerative. Secondo alcuni studi, le amarene sarebbero validissimi antinfiammatori, dieci volte più potenti dell’aspirina (senza per altro gli effetti collaterali di quella).
Questi frutti contengono anche vitamina C e alcune del gruppo B, oltre a minerali come potassio, fosforo, calcio, ferro, sodio; insieme ci sono anche delle molecole associate alla capacità di ridurre la glicemia e di migliorare la sensibilità insulinica. In questo senso, l’amarena può quindi rivelarsi utile per la prevenzione del diabete di tipo 2.
Recenti ricerche hanno evidenziato interessanti proprietà del succo di visciole: la capacità cioè di ridurre la risposta da stress indotta da un esercizio fisico intenso e prolungato. Nello studio, gli sportivi che avevano bevuto il succo due volte al giorno per sette giorni avevano mostrato il 30% di marker infiammatori in meno rispetto al gruppo che aveva assunto placebo.
Anche le marasche contengono vitamine A e C, potassio, calcio e fosforo, flavonoidi. Diversamente dalle altre due, però, sono poco gradevoli allo stato fresco, perciò vengono utilizzate soprattutto per realizzare confetture, sciroppi, liquori. Usi cui per altro vengono destinate pure amarene e visciole, per altro consumate anche allo stato fresco.
Queste ultime conoscono per esempio delle preparazioni tipiche marchigiane: un vino da dessert (detto Visciolata) e le così dette “visciole al sole”, una sorta di densa confettura color rosso rubino, preparata esponendo al sole per qualche mese, in un barattolo di vetro, visciole e zucchero. Per quanto riguarda le amarene, ricordiamo anche che vengono messe sotto spirito o candite e aggiunte ai gelati.
La ricetta – Confettura di amarene
Eccezionale nella crostata!
- 500 g di amarene fresche (pesate con il nocciolo)
- 100-125 g di zucchero integrale di canna
Lava le amarene e asciugale delicatamente. Privale dei peduncoli e mettile intere in una pentola capace (bollendo fanno molta schiuma). Porta a bollore e abbassa la fiamma.
Quando l’acqua comincia a evaporare spegni il fornello, fai intiepidire e passa tutto nel passaverdure, in modo da eliminare i semi. Rimetti la frutta nella pentola, aggiungi lo zucchero e prosegui la cottura finché non avrai aggiunto la consistenza consueta (deve cioè velare il cucchiaio).
Versala subito nei vasetti di vetro puliti e sterilizzati, chiudili e capovolgili fino a completo raffreddamento. Conservali in un luogo fresco e buio, controllando ogni tanto che non si formino muffe.
Scopri anche le proprietà delle ciliegie!