Dal rovo, le more che conquistano!
Alimentazione Sana
Alimentazione Sana
Il burbero rovo ricoperto di spine regala frutti dolcissimi e carichi di benefici, ma anche foglie ottime sotto forma di tè.
Giuliana Lomazzi
Battendo le campagne e le radure tra i boschi non è difficile imbattersi nei cespugli scompigliati del rovo. Ad agosto, tra i loro rami spiccano neri frutti lucidi che aspettano solo di essere colti… e cacciati in bocca! Una soddisfazione unica, che ci riporta dolcemente all’infanzia.
Naturalmente esistono anche more coltivate, ma sono più acquose e meno dolci di quelle selvatiche. Le quali, insieme ad altre parti del cespuglio, foglie soprattutto, erano tenute in gran considerazione fin dall’antichità per gli impieghi terapeutici: già Dioscoride, il medico greco vissuto nel I secolo, le sfruttava per le proprietà astringenti, e pure Ildegarda, la badessa medievale, le teneva in gran conto.
More, quanti antiossidanti!
Il frutto ben maturo è davvero dolce: ha infatti circa il 10% di zuccheri. Insieme, ci sono vitamine A e C, associate a parecchi altri antiossidanti. Nelle more si trovano infatti luteina e zeaxantina (entrambe protettive della vista), vari flavonoidi, tra cui antocianine e acido ellagico – le prime rafforzanti dei vasi sanguigni e il secondo utile per l’elasticità cutanea. E ancora catechine e quercetina.
Questo straordinario mix fa delle more frutti antinfiammatori ad ampio spettro (stomaco, bocca, gola) e preventivi dello stress ossidativo, e perciò dei tumori. La presenza di acido folico rende questi frutti utili in gravidanza ma non solo, mentre il potassio li rende diuretici. Tra gli altri minerali ricordiamo il rame, importante per la salute delle ossa e la produzione dei globuli bianchi e rossi.
I grassi sono pochissimi, ma nei semi si trovano un po' di omega 3; ben rappresentate invece le fibre, che contrastano la stitichezza (mentre il frutto acerbo, piuttosto acidulo, frena la diarrea).
Infine ricordiamo la presenza di vitamine del gruppo B, utili per il metabolismo, e la capacità di prevenire le malattie neurodegenerative, come indicato da alcuni studi. Per quanto pochissimo allergenici, questi frutti sono però sconsigliati in caso di diverticolite, perché i semini possono finire in un diverticolo, infiammandolo. Sono anche poco indicati per i diabetici, che le devono mangiare solo con estrema moderazione.
In cucina
Le more vengono per lo più gustate al naturale (direttamente sul posto!). Sono comunque ottime anche sotto forma di confettura e, da sole o in associazione ad altri frutti di bosco, per accompagnare gelati o guarnire crostate. Con le foglie essiccate si prepara un ottimo tè astringente, molto apprezzato in Germania al tempo della guerra.
La ricetta – Coppette alle more e chia
- 200 ml di yogurt di soia
- 200 ml di latte di cocco
- 250 g di more
- 4 cucchiai di chia
- 1 cucchiaio di linfa di agave
- 4 cucchiai di granella di nocciole
- qualche goccia di vaniglia naturale
- 4 ciuffetti di menta
Mescola in una ciotola la linfa di agave con il latte. Aggiungi lo yogurt, la vaniglia e la chia. Rimesta bene e copri il recipiente.
Lascialo in frigo per qualche ora, ricordando inizialmente di agitare spesso il contenuto.
Quando il composto sarà rassodato trasferiscilo in quattro coppette, alternandolo con le more. Cospargi in superficie la granella di nocciole, decora con la menta e servi.