La fava: storia, proprietà e benefici
Alimentazione Sana
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Le fave appartengono alla famiglia delle leguminose; sono ricche di fibre, indispensabili nella regolazione delle funzioni intestinali e contribuiscono al controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.
Redazione Web Macro
Le fave erano conosciute già più di quattromila anni fa, e le loro proprietà sono arrivate fino a noi. Scopriamone di più.
La fava: un antico ortaggio
Classificato con il nome di “Vicia faba” , appartiene alla famiglia delle leguminose. Già coltivato nell’età del bronzo, nell’antichità era conosciuto e apprezzato, anche se era circondato da “una macabra nomea”.
Nell’antica penisola ellenica si riteneva, infatti, che Cerere avesse donato a una città dell’Arcadia i semi di tutti i legumi tranne quelli delle fave, cui era legata la superstizione di “albergare le anime dei morti”, credenza avvalorata anche da Pitagora.
Al tempo dei Romani erano consumate secondo le ricette di Apicio, che le voleva assieme a uova, miele e pepe, prima di mescolarle a erbe e salse. Inoltre, durante le feste dedicate alla dea Flora, protettrice della natura che germoglia, i Romani le gettavano sulla folla in segno di buon augurio.
Ma a festeggiamenti conclusi questo legume tornava ad essere ritenuto impuro in quanto utilizzato nei riti religiosi come cibo per i defunti, usanza simile a quella dei greci.
Proprietà e benefici
Sono ricche di fibre, indispensabili nella regolazione delle funzioni intestinali e contribuiscono al controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.
Tra i legumi risulta essere il meno calorico. La fava ha comunque un alto valore nutritivo: fornisce proteine, fibre, una vasta gamma di vitamine (A, gruppo B, c, e, K, pp) e sali minerali importanti per la loro azione di drenaggio dell’apparato urinario come il fosforo, il potassio ed il calcio.
Attenzione
Alcuni soggetti predisposti non possono mangiarle, o anche semplicemente inalare del polline della pianta in fiore, a causa di una patologia ereditaria chiamata "favismo", determinata dall'assenza di un enzima necessario a neutralizzare gli effetti nocivi di alcune sostanze tossiche presenti nelle fave.