Pesticidi nel piatto: la situazione in Italia
Alimentazione Sana
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I pesticidi sono un'ampia classe di composti chimici ritenuti pericolosi per l’uomo e per l'ambiente. E il rischio di trovare residui di pesticidi negli alimenti non è affatto trascurabile. Vediamo insieme quali sono gli alimenti più contaminati e quali effetti possono avere sul nostro organismo.
Giuliana Lomazzi
Come ogni anno, anche nel 2018 l'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha presentato il proprio Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, relativo al biennio 2015-2016 – un database fondamentale per capire la situazione nel nostro Paese e il livello di residui di pesticidi che rischiamo di trovarci nel piatto.
In questo rapporto, i prodotti esaminati sono saliti a 400; nelle nostre acque ne sono stati individuati 259. La palma dei superamenti va al glifosato, risultato nel 2016 superiore ai livelli imposti dalla normativa. Oltre ai pesticidi usati in agricoltura, sono poi stati individuati i biocidi, sostanze chimiche usate come disinfettanti igienici per gli esseri umani, gli animali, gli alimenti e l’ambiente.
Ma cosa sono esattamente questi famigerati pesticidi? E soprattutto cosa provocano?
I pesticidi e i loro danni
Si fa presto a dire pesticidi: questi serial killer dai nomi più inquietanti – erbicidi, topicidi, acaricidi, fungicidi, nematocidi, molluschicidi ecc. – prendono di mira tutti i parassiti immaginabili: insetti, roditori, funghi, erbacce...Secondo l'OMS, la loro potenziale tossicità riguarda però anche gli esseri umani.
Infatti ad alcuni composti chimici si attribuisce la capacità di accrescere il rischio di cancro (per esempio, una metanalisi di un paio di anni fa ha associato i pesticidi – erbicidi e insetticidi compresi – a un aumento del 71% del rischio di tumore epatico), patologie autoimmuni, sindrome da stanchezza cronica, problemi all’apparato respiratorio. Non solo, i pesticidi vengono anche collegati con disturbi endocrini e dell’apparato riproduttore, oltre che con malformazioni congenite.
I più famosi
Se il famigerato DDT è stato messo al bando in Italia già dal 1978 e l'atrazina (sospetto cancerogeno) negli anni '90, non è andata altrettanto bene con molti altri composti, come il fipronil e i piretroidi. Il primo, un insetticida ad ampio spettro di nuova generazione, è vietato negli allevamenti di polli, eppure nel 2017 è stato al centro di uno scandalo da contaminazione. Si trova anche in prodotti per l'uso domestico, perciò attenzione a cosa si acquista (scopri come autoprodurre in casa detersivi e detergenti)! Moderatamente tossico per noi, è pericoloso per le acque e il suolo, oltre che per le api.
I piretroidi vengono collegati a problemi comportamentali e a un'impropria stimolazione ormonale.
A questi si aggiungono due pesticidi molto controversi, il glifosato e i neonicotinoidi. Ritenuto probabile cancerogeno dalla IARC, il primo è un diserbante ampiamente usato in tutto il mondo. Nel 2018, uno studio dell'Istituto Ramazzini ne ha mostrato i danni anche alle così dette dosi sicure; in particolare, ne vengono rilevata la genotossicità, la capacità di alterare lo sviluppo sessuale e la flora intestinale.
Pure i neonicotinoidi sono insetticidi molto diffusi. A risentirne sono prima di tutto gli insetti impollinatori, come api e bombi, ma anche farfalle, insetti acquatici e uccelli.
Nell'uomo, un accumulo di queste sostanze può influire sul sistema nervoso centrale e periferico, inducendo paralisi e perfino la morte.
Effetto cocktail
I danni dei singoli pesticidi possono facilmente accumularsi, creando un preoccupante mix tossico. La stessa ISPRA mette in guardia da questa esposizione a miscele chimiche la cui combinazione non è nota a priori. “La tossicità di una miscela è sempre più alta di quella del suo componente più tossico” dichiarano gli esperti dell’ente.
Bisogna poi considerare che i produttori fanno analizzare soltanto il principio attivo del pesticida, non la formulazione chimica. Secondo uno studio del 2014, anche gli adiuvanti classificanti come inerti hanno invece un potenziale nocivo.
La questione diventa pressante quando si tratta di cibo. Se non si fa attenzione, si rischia di mettere in tavola i pesticidi, con tutte le conseguenze del caso.
I residui di pesticidi negli alimenti
Il rapporto 2017 di Legambiente, Stop pesticidi, ha rilevato l’assenza di residui nel 62% dei campioni esaminati; tuttavia, il 36% di questi mostrava tracce di più sostanze chimiche (per esempio il tè verde). I campioni con residui al di sopra della soglia sono risultati l'1,2%.
Interessante anche considerare la classifica che ogni anno propone l'associazione ambientalista americana EWG, con l'elenco dei 12 cibi più contaminati da residui di pesticidi. Ecco quelli del 2018:
Tra gli alimenti meno a rischio risultano invece:
- cavoli,
- cipolle,
- melanzane,
- asparagi,
- kiwi,
- meloni,
- cavolfiori,
- broccoli,
- patate dolci.
Ciò non significa che si debbano eliminare dalla tavola i primi 12, ma che sia necessario propendere per il bio. In questo modo si riduce il rischio di avere residui di pesticidi nel piatto e si stimola una coltivazione che non danneggia l'ambiente e gli animali (e quindi nemmeno l'essere umano).