Animali e cure naturali: focus sui fiori di Bach
Amici Animali
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Torno con molto piacere a parlare del rapporto tra animali e fiori di Bach, una materia che continuo a studiare, approfondire e proporre nella mia pratica quotidiana con sempre maggior entusiasmo. In molte occasioni ho sentito assimilare il metodo di Bach all’omeopatia, altre alla fitoterapia, mi sembra opportuno pertanto provare a fare un po’ di chiarezza.
Cinzia Ciarmatori
Torno con molto piacere a parlare del rapporto tra animali e fiori di Bach, una materia che continuo a studiare, approfondire e proporre nella mia pratica quotidiana con sempre maggior entusiasmo.
In molte occasioni ho sentito assimilare il metodo di Bach all’omeopatia, altre alla fitoterapia, mi sembra opportuno pertanto provare a fare un po’ di chiarezza.
Il dottor Edward Bach, nato in Galles non lontano da Birmingham nel 1886, fece una carriera medica di tutto rispetto: laureato all’University College Hospital di Londra, entro due anni dalla laurea conseguì numerosi titoli divenendo Licentiate of the Royal College of Physicians, Member of the Royal College of Surgeons, Bachelor of Surgery e diplomato in Public Health.
Divenne poi responsabile medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale Universitario e responsabile del reparto di chirurgia d’urgenza al National Temperance Hospital.
Il suo studio medico di Harley Street a Londra è sempre stato frequentatissimo, eppure, nonostante gli incarichi prestigiosi e il successo, Edward Bach non si è fermato e ha continuato a cercare un modo per curare nel senso vero del termine, non si accontentava dei risultati della medicina ufficiale, della soppressione dei sintomi senza considerazione per le persone.
Approfondisce lo studio dell’Immunologia e scopre la correlazione tra alcuni batteri intestinali e le malattie croniche, raggiunge notevoli risultati ma non si ferma ancora. Dopo la grande guerra si avvicina all’Omeopatia e ne rimane affascinato, viene assunto all’Omeopathic Hospital di Londra e getta le basi per il futuro, le sue osservazioni sulla correlazione tra determinati stati d’animo e le patologie confluiranno nel metodo a cui si è dedicato per tutto il resto della sua vita: un metodo che fosse semplice e a disposizione di chiunque lo volesse.
Bach dunque ha scelto la via dell’Omeopatia ma i Fiori di Bach non sono rimedi omeopatici, ne differiscono per molti aspetti. Non si tratta però neanche di fitoterapia, una disciplina medica basata sull’uso a scopo preventivo o curativo di piante medicinali e loro derivati, in relazione alle proprietà farmacologiche delle piante stesse.
I trentotto rimedi individuati e scelti da Bach sono ricavati da fiori e parti di alberi, tranne Rock Water che è acqua di sorgenti con particolari caratteristiche e ognuno di essi è correlato a determinati stati emozionali, ma non sono fitoterapici.
Nora Weeks, fedele collaboratrice del dottore, ha riassunto così le sue illuminanti teorie: “l’obiettivo del medico non è curare un corpo malato, ma una persona malata, poiché la salute di ognuno di noi dipende dal nostro modo di pensare, dai nostri sentimenti e dalle nostre emozioni. Salute significa infatti armonia, ritmo, capacità di pensare in modo positivo e costruttivo, con felicità, mentre il suo contrario, la malattia, è pensare in modo negativo e distruttivo, senza felicità”.
Allo stesso modo, alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche che finalmente consentono di poter parlare senza essere derisi della sfera emozionale degli animali è possibile poter pensare anche per loro ad una correlazione tra disequilibri emozionali e stati patologici, e proprio per questo il metodo di Bach è così efficace e sorprendente anche per specie differenti dalla nostra, a patto ovviamente di conoscerne le caratteristiche etologiche, il comportamento e di conoscere altrettanto approfonditamente i rimedi floreali e il metodo originale.
Il dottor Bach ha dedicato l’intera esistenza per portare alla luce un sistema terapeutico che si occupasse del benessere emozionale delle persone, che fosse semplice da preparare e da scegliere, che fosse privo di effetti collaterali e dannosi, che arrivasse direttamente dalla natura.
Perché non dovremmo volere le stesse cose per gli animali con cui scegliamo di vivere?
Articolo scritto da Cinzia Ciarmatori. Leggi tutti i suoi articoli!