Figli di Matrix, il libro di David Icke
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Figli di Matrix è uno dei più celebri libri di David Icke, dove ques'ultimo ci fornisce le prove i ciò che realmente sta succedendo nel mondo e, senza paure e reticenze, ci mette di fronte a informazioni allarmanti che demoliscono il nostro sistema di credenze. Tirando le somme delle accurate ricerche che svolge da anni, solleva inquietanti veli di segretezza che hanno contribuito a mantenere per tanto tempo l’umanità nell’ignoranza manipolata. Il nostro autore, Diego Marin, lo ha letto per noi, ed ecco la sua recensione.
Diego Marin
Figli di Matrix si compone di una ricostruzione mitostorica e di una raccolta di testimonianze. Nella prima parte l'autore cerca di ricostruire l'origine della civiltà a cominciare dalle terre perdute di Atlantide e Mu/Lemuria, collocate rispettivamente nell'Atlantico e nel Pacifico, appoggiando la nota teoria già condivisa da altri (Hancock, Flem-Ath, D. Marin) per cui la specie umana avrebbe già raggiunto in passato una vetta evolutiva solo per essere riportata ad uno stato primitivo dai violenti cataclismi che hanno segnato la fine dell’ultima era glaciale.
Dopodiché egli analizza come i sopravvissuti di queste terre abbiano fondato un impero in Mesopotamia-Egitto-Valle dell'Indo, smentendo la versione ufficiale per cui le civiltà fiorite in queste terre nel IV millennio a.C. sarebbero state indipendenti e legate al più da scambi commerciali.
Secondo Icke, che si rifà a sua volta agli studi di Lawrence Augustine Waddell, almeno al principio della loro storia, queste (ufficialmente) tre civiltà avrebbero costituito un unico grande impero. La prova starebbe nei nomi dei primi sovrani, che si ripetono nelle liste dei tre regni con risibili variazioni.
In particolare il primo ad emergere è il Menes egiziano, che troviamo come Manis in Mesopotamia e Manja nella Valle dell'Indo, e che coinciderebbe inoltre con il Minos re di Creta del mito greco. Da qui secondo l'Edda Britannico tradotto da Waddell, i re dell'“impero sumero” avrebbero portato la civiltà in tutta Europa.
Le origini dei rettiliani
A questo punto l’attenzione viene posta su una serie di tavolette di smeraldo compilate in lingua egizia che portano la firma del dio egiziano Thot ma che sorprendentemente sono state rinvenute in un tempio del dio maya Quetzalcoatl nello Yucatan. Secondo la traduzione di Maurice Doreal, le tavolette raccontano in tono critico certe pratiche evocative che avevano avuto luogo ad Atlantide e che avrebbero aperto le porte ad innumerevoli “figli delle ombre” che da quel momento avrebbero preso possesso degli abitanti di Atlantide e dei loro discendenti.
Da qui comincia la parte delle testimonianze, a cui uno può credere o non credere, le quali Icke si limita del resto a riportare fedelmente. Numerosi intervistati, presenti a rituali di evocazione di epoca recente, affermano che il fenomeno della possessione sarebbe più efficiente su una specie extraterrestre classificata dagli ufologi come “rettiliana” che nelle descrizioni rimanda a certe divinità mitologiche dalle fattezze umanoidi dotate di coda e ricoperte di squame e note in Mesopotamia come Oannes. Pertanto, per estendere la propria influenza sulla Terra, i “figli delle ombre” avrebbero impiantato geni rettiliani nella specie umana, creando una specie ibrida che secondo Icke starebbe alla base di tutte le casate nobiliari, dei gota religiosi e delle maggiori famiglie di banchieri e imprenditori internazionali.
Benché altri autori non sostengano l’ipotesi rettiliana (D. Marin, S. Marin, Amore), è stata comunque da questi dimostrata (vedi Il Sangue degli Illuminati e Il Tempio degli Illuminati) l'appartenenza di queste categorie ad un unico albero genealogico.
Quel che purtroppo è un dato di fatto è l'esistenza di gruppi di celebranti che offrono sacrifici spesso violenti ai “figli delle ombre”, meglio conosciuti dalla cronaca come demoni o jinn. Secondo il “credo” di certi gruppi, i demoni si nutrirebbero di una forma di energia connessa alla paura, la quale sarebbe tanto più pura quanto più giovane sia la vittima sacrificale. Per questo motivo migliaia di bambini sarebbero rapiti e uccisi dopo aver subito violenze ed esser stati costretti ad assistere a pratiche brutali. Icke riporta la cifra di 2000 sparizioni all'anno solo in America, alle quali si aggiungono i bambini non registrati nati e tenuti nascosti all’interno delle sette sataniche.
Interessante è ancora il riferimento di tante testimonianze a basi sotterranee dove rettiliani di razza pura convivrebbero con uno staff umano collaborando per lo più in esperimenti di tipo genetico. Tra queste la più famosa è senz'altro nel sottosuolo di Dulce, una piccola città di circa 1.000 abitanti, situata nella Riserva Apache di Jicarilla, nel New Mexico.
«Da Dulce e dai suoi dintorni giungono una serie di resoconti di avvistamenti e atterraggi UFO, di rapimenti da parte di “alieni”, di mutilazioni umane e animali e di avvistamenti di rettiliani. La base fu anche la scena presunta, nel 1979, delle “Guerre di Dulce”, in cui si dice che i rettiliani e i grigi abbiano combattuto contro il personale militare e civile» [p. 289].
Altre basi sotterranee si troverebbero presso l’Area 51 (Nevada), a Los Alamos (New Mexico), Dallas (Texas) e perfino New York. Un’altra si troverebbe «sotto l’aeroporto internazionale di Denver, ad est della città. La sua costruzione fu molto controversa a causa dei costi eccessivi. L’aeroporto di Denver, che ho visitato parecchie volte, presenta molte gargolle, simboli massonici e murali pieni di simboli degli Illuminati. Secondo [Phil] Schneider [figlio di un militare, che contribuì in parte alla loro costruzione] esistono parecchi livelli sotterranei almeno dieci sottolivelli, una città sotterranea di 4,5 miglia quadrate e una base sotterranea di 88,5 miglia quadrate. Si dice che la base di Denver comprenda anche enormi “campi di contenimento” ed aree recintate a grandi profondità, dove vengono confinati i “dissidenti”. I lavoratori che hanno visto i livelli più profondi della base hanno assistito a scene tanto terrificanti che si sono rifiutati di parlarne» [p.289-290].
La teoria del controllo
Icke chiude spiegando come gli ibridi-rettiliani e i loro mandanti siano ossessionati dal controllo e come pertanto essi stiano operando in direzione della costruzione di una nazione globale fascista dove ogni singola scelta degli individui è monitorata ed eventualmente corretta in stile 1984.
A tale scopo, prevede Icke, saranno creati dei problemi la cui soluzione sarà proprio l'adozione di maggiori leggi di controllo e contenimento. Tali problemi saranno spacciati per fenomeni casuali e imprevedibili, di modo che sia il popolo stesso, la gente, a reagire spontaneamente chiedendo tali leggi per la propria sicurezza.
L'esempio più lampante riguarda l’impianto di microchip sottocutanei, quasi impossibile da far accettare a priori, ma per il quale si può facilmente sollecitare la domanda spontanea della popolazione se si realizza una delle seguenti condizioni:
- a) un’epidemia richiede un monitoraggio dei contagi e/o la misura costante dei parametri vitali;
- b) la ripetuta sparizione di bambini consiglia di chippare i propri figli per monitorarne la posizione.
Abbiamo pertanto di fronte un libro variegato, che si può accettare anche solo in parte ma che ci parla da mille voci che difficilmente possono essere tutte menzognere. È un libro che ci pone di fronte alla possibilità di un mondo dove la sofferenza è protagonista, e che per questo chiede al lettore di porsi e porre domande scomode, nella speranza che da tali domande scaturiscano delle indagini e dalle indagini la cessazione di ogni atto malvagio.
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LEGGI IL LIBRO FIGLI DI MATRIX DI ICKE
[PRODOTTO_PH_8713]
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