Il baratro Euro: da Maastricht alla Grecia
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È finalmente in libreria il libro Oltre l'Euro, di Paolo Becchi e Alessandro Bianchi, una sintesi chiara e accurata della questione euro, ricca di approfondimenti e interventi di alcuni degli autori più prestigiosi nel panorama della riflessione critica sulla moneta unica. Un libro imperdibile per chiunque voglia comprendere le ragioni profonde della crisi e intravederne una possibile risoluzione positiva.
Redazione Web Macro
È finalmente in libreria il libro Oltre l'Euro, di Paolo Becchi e Alessandro Bianchi, una sintesi chiara e accurata della questione euro, ricca di approfondimenti e interventi di alcuni degli autori più prestigiosi nel panorama della riflessione critica sulla moneta unica. Un libro imperdibile per chiunque voglia comprendere le ragioni profonde della crisi e intravederne una possibile risoluzione positiva.
Per darvi un assaggio dell'importanza di questo volume abbiamo chiesto al professor Becchi di rispondere ad alcune domande, che potessero aiutare anche i più inesperti di noi a entrare nel vivo della questione.
La questine euro/non euro è da sempre argomento spinoso e complesso. Sembra che gli esperti in materia facciano a gara per aumentare sempre di più la confusione. La sfidiamo alla sintesi estrema: ci spieghi con una frase perché staremmo meglio senza l'euro.
Ci provo: provi a immaginarsi come sia possibile passare le proprie giornate indossando un cilicio. L'euro è come un cilicio, una forma di supplizio che ci siamo imposti e che limita i nostri movimenti, che piaga le carni e ci debilita provocando un dolore costante che poco a poco ci porta alla paralisi. Questa forse è la metafora più esplicita per capire cosa fa l'euro alla nostra economia.
Cos'ha in più Oltre l'Euro che gli altri volumi sull'argomento non hanno?
Questo libro nasce dalla sintesi di analisi di giuristi ed economisti che raffigurano un affresco della situazione che forse altri volumi, se pur di ottima qualità, non riescono a cogliere. La qualità delle interviste e lo spessore dei personaggi intervistati sono forse il modo migliore per consentire di capire anche a chi abbia una conoscenza limitata dell'argomento, cosa è stato fatto alla nostra economia, quali sono stati i passaggi chiave che abbiamo vissuto nella nostra storia recente che hanno determinato un cambiamento così radicale della nostra Costituzione.
Abbiamo cercato di ricostruire a ritroso quelle fasi cruciali, come quella del 1992 anno della firma del Trattato di Maastricht, che hanno rappresentato un crocevia fondamentale per l'adozione del vincolo esterno, calato dall'alto e imposto ai cittadini in un momento di estrema confusione e cambiamento che si era verificato con Mani Pulite. La terza parte in particolare, curata da Cesare Sacchetti, ricostruisce quella transizione così delicata partendo dalla svendita delle partecipazioni statali e dell'abbandono del modello dello Stato imprenditore, per adottare un nuovo modello economico fondato sul neoliberismo e sulla cessione di poteri ad organismi sovranazionali e di impronta tecnocratica.
Cosa significa l'espressione"sovranità monetaria" che troviamo nel sottotitolo di Oltre l'Euro?
Potremmo dire che la sovranità sulla propria moneta è uno dei primi passi per avere qualsiasi tipo di sovranità sia ambientale, militare, etc. Non si tratta semplicemente di un tecnicismo che ci consente di controllare i tassi di interesse, l'equilibrio della bilancia dei pagamenti oppure la pressione fiscale, tutti strumenti determinanti per gli indirizzi di politica economica.
È lo strumento per determinare la via democratica della Costituzione, per realizzare pienamente quell'art.3 tradito da Maastricht e dall'Euro, che si propone di raggiungere l'uguaglianza sostanziale. Non è possibile raggiungere alcuna uguaglianza sostanziale se non si ha la piena sovranità economica, e quando utilizzo la parola piena, lo faccio di proposito per sottolineare che la moneta da sola non basta a realizzare quell'obbiettivo.
Occorre ricostuire un mosaico infranto, le cui tessere nel corso degli anni sono state distrutte e per tornare ad avere di nuovo un modello di economia sostenibile e democratico, è necessario cambiare i valori di riferimento del neoliberismo e rimettere al primo posto quelli della Costituzione. L'euro e l'assenza di sovranità monetaria, sono il contrario di tutto questo, sono la rappresentazione del dominio dei mercati sulla vita democratica del Paese.
Cosa c'è da sapere sulla questione della Grecia che i media non ci dicono?
I media hanno dapprima descritto la Grecia come un paese sprecone, dedito all'ozio e che non farebbe altro che sprecare le risorse che gli sono state date. Il mainstream mediatico manca colpevolmente di ricordare che i greci sono primi per le ore di lavoro svolte alla settimana (ben 42) e che l'età di pensionamento non è affatto intorno ai 50 anni come falsamente detto in più occasioni, ma 65. Tutto questo è solo parte di una narrativa che mortifica i paesi del Sud Europa, raffigurandoli come paesi deboli, incapaci di gestire con efficacia le proprie risorse e benefica quelli del Nord, virtuosi e diligenti nell'applicare le riforme strutturali.
Come in ogni guerra che si rispetti, è necessaria una propaganda per inculcare queste menzogne nella mente dei popoli e la storia dell'Eurozona non viene meno a questa regola. Quello che mi preoccupa è il crescente razzismo che i media e la Germania della Merkel indirizzano ai paesi del Sud Europa, che potrebbero reagire producendo una reazione di pari portata. L'Europa sta tornando pericolosamente ad una situazione molto simile agli anni'20, che potrebbe produrre degli esiti e delle reazioni radicali.Proprio le prossime elezioni in Grecia, sapranno dirci se è giunto il momento di Alba Dorata, e quindi del partito che incarna la destra estrema greca.
Ci dicono che la crisi è ormai finita. Lei sostiene il contrario. Cosa ci riserva il futuro che vede nella sua palla di cristallo, professor Becchi?
È estremamente complesso fare delle previsioni in questo momento. Posso dirle che siamo in una fase di transizione sotto molti profili: la crescente escalation militare aggressiva della Nato nei confronti della Russia mi inquieta non poco e lascia presagire uno scontro sul piano militare tra gli USA e la Russia di Putin. Non rassicurano nemmeno le condizioni dei mercati finanziari, dal momento che ci troviamo in un buco deflazionistico globale di cui non si conosce ancora la profondità.
Per quello che riguarda il cortile di casa nostra, noi subiremo i cambiamenti da spettatori passivi, mentre saranno gli altri a governare le leve di un processo molto avanzato che potrebbe portare alla nascita degli Stati Uniti d'Europa, ovvero la fine completa della sovranità negli stati europei.
Tre rimedi al baratro in cui siamo finite, in tre prole.
Costituzione del 1948, democrazia sostanziale, piena occupazione.
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