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Illuminati: una leggenda metropolitana o una cupa realtà?

Attualità Storia e Misteri

Illuminati: una leggenda metropolitana o una cupa realtà?

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Illuminati: una leggenda metropolitana o una cupa realtà?

Partiamo dalla definizione

Quando le persone sentono pronunciare la parola “Illuminati”, la prima cosa che viene loro in mente è un qualche noto romanzo o film, tanto che questa fantomatica organizzazione è dai più percepita come un’invenzione narrativa. Ma lo è realmente? C’è poi un secondo livello di individui che non si ferma ai romanzi e ai film: ecco allora che l’interesse si spinge alla loro storia, portando inevitabilmente a citare l’Ordine degli Illuminati di Baviera, fondato nel 1776 da Johann Adam Weishaupt, un gesuita e massone che già a quei tempi aveva una visione geopolitica molto simile a quella incarnata dall’attuale Unione Europea.

A cura di Riccardo Tristano Tuis


Redazione Web Macro

Il manifesto politico degli Illuminati si è manifestato in tutta la sua più ottenebrante espressione di realismo politico con i grigi burocrati dell’UE non eletti dal popolo, che promulgano ciò che i sudditi devono o non devono fare. Tutto questo rappresenta una casualità?

I negazionisti del realismo storico

Negare l’operato e l’esistenza degli Illuminati, come la propaganda mediatica cerca di fare, anche trasformandolo in una sceneggiatura hollywoodiana o in un romanzo di successo, equivale a negare lo stato di fatto della nostra società, negare l’esistenza degli intrighi di palazzo che rendono la storia quello che è: un continuum cospirazionista di cui il vincitore scrive le pagine. Questi negazionisti del realismo storico praticano una sorta di rozzo gambetto, sufficientemente efficace nella scacchiera della “reingegneria” culturale, che porta una parte della popolazione a spegnere sempre di più il proprio pensiero critico, dando vita ad una dissonanza cognitiva ad ampio spettro.

Contemporaneamente, porta una parte della popolazione a diventare sempre più sospettosa e disincantata sulla narrazione ufficiale. Gli ultimi anni sono stati illuminanti per molte persone: si è compiuto il proverbiale “separare il grano dal loglio”, con alcune spighe di pensiero proprio che crescono in una selva di ostilità conformista, mentre molte altre spirano, mietute dal pensiero unico dei mass media del sentiti libero di pensarla come noi. Anche per chi non si è fermato alla narrazione ufficiale e ha scoperto che c’è un fondamento storico, va detto che le origini degli Illuminati non hanno inizio con Weishaupt – che rappresentava solo un piccolo ingranaggio a comando di una cellula operativa settecentesca di un’organizzazione che non era secolare bensì millenaria nella sua agenda di dominio.

Fonti che attestano la presenza dell’Ordine degli Illuminati

Di fatto l’Ordine degli Illuminati è citato fin dal Cinquecento in Spagna, ben due secoli prima dei “bavaresi” gestiti dai “clan del Reno”, con il nome di Alumbrados, in cui – udite, udite! – militava anche il fondatore dell’Ordine dei gesuiti, il dissoluto comandante militare Ignazio di Loyola. Il papà dei gesuiti sarà tenuto d’occhio e arrestato dai domenicani per ben due volte a causa del loro sospetto che l’aristocratico Ignazio appartenesse agli illuminati ispanici. Questi ultimi, del resto, sapevano muoversi nella grande scacchiera internazionale, al punto che Ignazio non solo non sarà un’ennesima vittima dell’Inquisizione spagnola ma in seguito diverrà il fondatore del più grande ordine paramilitare cristiano: i gesuiti appunto, e assieme ai domenicani guideranno l’inquisizione spagnola e l’Ordine gesuita gestirà anche un gran numero di beni immobili in tutta Europa, come fece il defunto Ordine templare che lo precedette. Gli Alumbrados erano un’organizzazione di facciata stratificata a più livelli, che ritroviamo nei principali Stati europei con nomi analoghi nella lingua della nazione ove operavano: in Francia con quello di Illuminés e in Germania con gli Illuminatenorden, meglio noti come Ordine degli Illuminati di Baviera.

L’origine italiaca

L’origine però va ricercata nella Penisola italica, e non a caso il nome italiano “Illuminati” è quello in cui sono più noti al mondo, nonostante ora spesso molte parole della “lingua dei sudditi” venga anglicizzata, una delle molte forme con cui la globalizzazione si palesa agli ignari dominati che si sentono cittadini del mondo, anziché prender coscienza di essere meri servi di una delle tante province dell’Impero. Questa forma italianizzata del nome la si deve al fatto che le sopravvissute case regnanti ancora ufficialmente al comando nelle monarchie europee sono coloro che fecero un patto d’alleanza con le rapaci e machiavelliche dinastie di banchieri internazionali, che dal Duecento in poi iniziarono la loro scalata al potere assoluto proprio dalla Penisola italica — patria sia dell’aristocrazia nera sia delle famiglie dei banchieri internazionali — finanziando regni, indebitando re e acquisendo così il diritto di tassare il popolo in nome della corona.

Questi banchieri di schiatta aschenazita, alcuni di loro provenienti dagli Italkim – la forte comunità di liberti giudei romanizzati – erano gli eredi di una precedente società segreta che operò a Roma fin dal I secolo dell’Era Volgare. È tramite questa società segreta – portata nella Penisola italica dalle famiglie sacerdotali di Gerusalemme – e grazie alla sua presenza nel Senato romano che si radicheranno numerose sue “cellule” in buona parte d’Europa, compresa quella che poi diverrà la cattolicissima Spagna. Queste famiglie furono infatti protette inizialmente dagli imperatori Flavi, in cambio probabilmente del tesoro del Tempio di Gerusalemme, che era anche la banca più grande del Regno di Giuda e Israele. Questa struttura di potere, pertanto, operò internazionalmente, piegando nel corso dei secoli tutte le altre coalizioni e potentati d’Europa.

Questa organizzazione permise alle dinastie coalizzate in quello schieramento – a volte noto come “guelfi neri” – di intrecciarsi tra di loro, cosa che accadrà anche alle case reali europee sopravvissute. Ricordiamo inoltre che questo era un modus operandi ben più antico: in passato, il re dei Mitanni, nelle corrispondenze diplomatiche, si proclamerà “Gran re” e tale status sarà attribuito anche al re di Babilonia e al faraone d’Egitto, nei rispettivi regni tra loro vicini. Si narra che questi Gran re si chiamassero “fratelli” tra loro e che ad ogni successione dinastica nel regno dei Mitanni si dovesse ottenere l’approvazione degli altri due monarchi. Molto probabilmente questi Gran re ariani, la cui genetica corrisponde alle case reali caucasiche europee, avevano legami di parentela. Si spartirono, “frazionandoli” con i loro rispettivi eserciti, la vasta area della Mesopotamia e dell’Egitto, proprio come faranno millenni dopo con l’Europa.

Il ruolo del Commonwealth

Di fatto, le famiglie reali europee che aderiranno a questa organizzazione prospereranno durante la caduta di molte monarchie, rovesciate da quello che per semplicità chiameremo Ordine degli Illuminati.

La più importante e ramificata dinastia dell’aristocrazia nera europea – con il suo intricato intreccio di matrimoni, unioni dinastiche e connessioni al network degli Illuminati – è una stirpe che nel tempo prese il nome di Sassonia Coburgo Gotha, la cui natura giudea si evince dalla sola nomea data dai luoghi germanici, in cui giunsero e divennero i signori. Nei monarchi giudeo-italo-tedeschi anglicizzati in Windsor, per apparire inglesi come i loro sudditi, ne troviamo la massima rappresentanza. Nello specifico, con Carlo III, re del Regno Unito e capo del Commonwealth delle nazioni. Pochi sanno che nel Commonwealth troviamo repubbliche, Stati sovrani, monarchie democratiche costituzionali e persino unioni federate. Dunque, sua maestà britannica, oltre ad essere un teocrate in quanto governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, è a capo non solo del Regno Unito, del Canada, dell’Australia, ecc. ma persino nominalmente a capo di quattro degli Stati federati degli Stati Uniti che si designano ufficialmente come Commonwealth: Kentucky, Massachusetts, Pennsylvania e Virginia. Rimanendo in tema USA e feudi degli Illuminati, non possiamo non citare il Delaware, un altro Stato federato nordamericano. Il Delaware non è un’isola offshore qualunque sperduta in qualche mare esotico: siamo negli Stati Uniti, più precisamente nel feudo gestito da Joe Biden, il presidente americano DEM operativo nel network degli Illuminati.

Nel Delaware, una sorta di Liechtenstein statunitense, vengono “sfornate” cinquemila nuove società all’anno con un costo irrisorio di circa 100 dollari e il vero proprietario resta ben nascosto. Dal Piemonte alla Sicilia, oramai decine e decine di società vengono prelevate con tutto il patrimonio fondendosi in sconosciute holding, tutte Limited liability company (Llc) del piccolo e blindatissimo Stato americano, godendo di benefici fiscali, mentre i normali “sudditi” pagano le tasse, molte delle quali vanno direttamente ai banchieri internazionali che controllano il debito pubblico. Due pesi e due misure nella monarchia bancaria degli Illuminati. Assieme ai Windsor e persino al di sopra di essi c’è un’altra famiglia, casato innominabile di altissimo lignaggio, il cui capostipite, noto agli addetti ai lavori solo con un nome in codice che inizia con la “P”, dall’aspetto molto simile a quello di Carlo, troviamo l’epicentro di questo network sovranazionale che è tutto tranne che fantomatico. Spettrale, sociopatica e agghiacciante probabilmente sono aggettivi più consoni per riferirsi alla cabala degli Illuminati.

Per concludere: un’internazionalità con radici locali

Come si è potuto comprendere, “Illuminati” è oramai divenuto un termine internazionale ma palesa l’origine italiana della parola, in quanto il Belpaese è stato il cuore nero ove si è diramata la prima rete di servizi segreti europei connessa a quella società segreta di matrice misterica di cui gli odierni Illuminati sono una diretta emanazione e la cui internazionalità era ben più antica del periodo “italico”.

Sempre dall’Italia si è creato il “nuovo culto giudeo”, il cristianesimo venduto in tutto il mondo come religione salvifica, con cui creare eggregore nelle pagane popolazioni europee e poi una rete bancaria con cui assoggettarle finanziariamente, quest’ultima operazione purtroppo di gran attualità. Le stirpi degli Illuminati, come da noi già accennato nel saggio Gesuiti, appartengono ad alcune delle dinastie più antiche – discendenti a loro volta da un antico consorzio operante nel vasto territorio della Mezzaluna Fertile – e a quelle più “recenti”, sempre se ci si attiene alla documentazione nota riguardo i banchieri internazionali, membri di famiglie di ebrei aschenaziti-italkim operanti in Germania, Inghilterra Francia e Austria, che raggiunsero lo status di aristocratici solamente dal XVIII secolo in poi.

Le famiglie degli Illuminati – alcune molto note come i Rothschild e i Warburg, altre quasi sconosciute – finanzieranno e amplificheranno l’Illuminismo nella società e, mai stanche, saranno anche le dissimulate madrine delle moderne “religioni” quali lo scientismo e la tecnologia, divenuta la nuova “droga di consumo”, le cui tentacolari corporation smerciano all’homo tecnologicus. Queste famiglie sono i maghi della diversione strategica e del mimetismo ideologico, per questo le ritroviamo al comando della scienza e dell’ateismo mondiale, con i loro capitani di ventura, anzi di joint venture, i Roggenfelder poi americanizzati in Rockefeller, unitamente al loro nuovo golem, il transumanesimo.

Contemporaneamente, oltre ad essere i deus ex machina delle più importanti società segrete connesse ai servizi segreti occidentali, controllano da millenni le religioni secolari, con l’indispensabile partnership gesuita e con molti dei nuovi culti come i Testimoni di Geova (da loro direttamente finanziati), con i Mormoni, i Raeliani, ecc. Dulcis in fundo, queste famiglie tra loro imparentate hanno letteralmente in mano l’economia e, di conseguenza, la politica occidentale grazie alle loro banche centrali private, che stampano la moneta americana ed europea che crea il debito pubblico, la moderna forma di schiavitù del nuovo millennio, portandoli ad essere il network sovrannazionale più sovversivo e spietato del pianeta.


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