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Costellazioni familiari: cosa sono? Sono pericolose? Funzionano?

Psicologia e Crescita Personale

Costellazioni familiari: cosa sono? Sono pericolose? Funzionano?

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Costellazioni familiari: cosa sono? Sono pericolose? Funzionano?
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Forse hai già sentito parlare di costellazioni familiari, ma cosa sono di preciso e come funzionano? Ma soprattutto funzionano? Non sei il primo che si fa queste domande, a ad essere scettico di fronte a queste pratiche.

Eppure chi le ha provate ha cominciato a sviluppare una nuova consapevolezza che li ha aiutati ad affrontare in maniera diversa i propri problemi.


Romina Rossi

Che bisogno c'è allora di unire le costellazioni familiari alla pratica di Ho'oponopono se funzionano? Insieme queste due tecniche si potenziano: con l'una hai la possibilità di gestire il problema, di vederlo e affrontarlo da un'altra prospettiva, un po' come quando guardi un panorama e spostando gli occhi vedi particolari che fino a poco prima non avevi notato. Con l'altro, invece, puoi guarire le ferite emotive che questi problemi lasciano.

Capire e gestire il problema da solo a volte non basta, perché le ferite rimangono lì pronte a sanguinare di nuovo, come ci spiega Ulrich Emil Duprée nel suo ultimo libro Ho'oponopono e Costellazioni Familiari.

 

 

Costellazioni familiari: cosa sono

In un articolo precedente ti ho parlato del metodo dell’Ho'oponopono e del perché è utile per guarire le nostre ferite. Ma prima di arrivare a questa fase, spesso dobbiamo intraprendere un lungo calvario. Ti è mai successo di stare male e non sapere il perché? Di non riuscire ad avere un rapporto sereno con le persone più care o di sentirti mettere i bastoni fra le ruote proprio da una di queste? Di sentire, in poche parole, che c'è qualcosa che non va ma di non sapere cosa. Ed è qui che può venire in aiuto la costellazione familiare.

Per costellazione familiare, o costellazione sistemica, si intende il metodo che consiste nello scegliere alcune persone da un gruppo esistente, per poi posizionarle in uno spazio in cui siano in relazione tra loro, di modo che rappresentino membri o parti di un sistema.

Si tratta di uno strumento terapeutico vero e proprio, particolarmente usato dalla psicologia fenomenologica. Qui si parla di fenomeni, poiché in una costellazione ci sono meccanismi ed effetti le cui cause:

  • non possono essere misurate fisicamente,
  • dal punto di vista statistico, sono quasi impossibili da rilevare.

Inoltre, ogni costellazione è unica, cioè non può essere riprodotta. Nelle costellazioni familiari, l'immagine interiore della persona riguardo ai rapporti familiari e alle interazioni viene portata all’esterno mediante il posizionamento intuitivo dei rappresentanti.

Come su un palcoscenico, nella costellazione si manifestano sottili conflitti relazionali che da un lato disturbano il naturale funzionamento del sistema (in questo caso la famiglia, ma può anche trattarsi di una coppia o di un'azienda) e dall’altro impediscono alla persona di sviluppare in pieno le sue potenzialità. In questo modo, attraverso i rappresentanti, la persona vede il proprio conflitto e le connessioni come dissociati, ovvero separati dalla sua persona, e può riconoscere facilmente ciò che disturba, ciò che manca e forse perfino ciò che può contribuire alla soluzione.

Mediante la consapevolezza, una costellazione contiene e mette a disposizione l’aiuto necessario per le situazioni critiche della vita.

L’obiettivo di una costellazione, infatti, consiste nel riconoscere le forze inibitorie del sistema che ci limitano e le possibili cause degli irretimenti. Vedere dall’esterno dove ci si trova in questo preciso istante può essere un’esperienza molto intensa, forse anche dolorosa, e quindi in grado di imprimere la spinta decisiva a riprendersi in mano la propria vita.

Come nel caso di un tubo intasato, una costellazione può smuovere qualcosa e liberare l’energia bloccata. Può condurci a scoperte sconvolgenti e incoraggiarci a risolvere i nostri problemi. Una costellazione non è comunque una pillola da prendere per poi poter tranquillamente continuare ad agire nello stesso modo: occorre voler cambiare attivamente qualcosa.

Quando si decide di prendere parte a una costellazione, è importante sciogliere non solo i problemi evidenti, ma possibilmente anche le cause sottostanti, ovvero i modelli, le ferite subite nella prima infanzia, gli irretimenti e i programmi ancestrali.

È un po' come quando vi viene una malattia dovuta a un’alimentazione squilibrata o un disturbo di salute per uno stile di vita scorretto: far cessare l'eventuale dolore e il sintomo non è sufficiente, bisogna cambiare qualcosa nello stile di vita o nell'alimentazione, per far in modo che la malattia non si ripresenti.

Anche la nostra vita funziona in questo modo: un brutto litigio può essere ricomposto, ma se non si risolve la ferita risalente alla prima infanzia, il trauma, è solo questione di tempo prima che la ferita ricominci a sanguinare. Prima o poi, infatti, si andrà a mettere il dito nell'antica piaga, verrà pigiato il tasto rosso e il trauma affiorerà di nuovo. Ma noi non saremo consapevoli del perché stiamo sanguinando.

Ecco quindi che sia la costellazione familiare sia la pratica dell'Ho'oponopono cercano di sistemare sia il sintomo che la causa del problema.

Ho'oponopono: come praticarlo con le costellazioni familiari

 

Costellazioni familiari e Ho'oponopono: la chiave del benessere è nel perdono

Come esseri umani aspiriamo alla felicità e alla pace interiore. I maggiori ostacoli sul cammino verso la felicità sono il rancore, i ricordi negativi e la sensazione di inutilità. Dai sondaggi effettuati dall’Università di Stanford è emerso che molte persone ritengono che la colpa della loro infelicità sia delle circostanze, della politica, delle istituzioni, degli avvenimenti mondiali o dei loro simili. In questo modo hanno un carnefice cui attribuire la responsabilità della loro infelicità.

La felicità è uno stato d’animo che non dipende tanto dalle circostanze esteriori, quanto invece dalle caratteristiche interiori. È una qualità morale e, per poter sviluppare il proprio carattere fino alla condizione di personalità matura, occorre imparare a staccarsi dagli influssi negativi del passato. Solo così è possibile vivere con intensità e piena felicità nel qui e ora.

Per poter essere felici fino in fondo bisogna imparare a perdonare. Le persone caratterialmente e socialmente mature sono in grado di assumersi la responsabilità della propria vita e perdonare. Chi invece resta attaccato agli avvenimenti passati con collera, tristezza e sensi di colpa è paragonabile a qualcuno che, scendendo in auto da una montagna, non guarda avanti ma solo nello specchietto retrovisore: guarda indietro senza vedere ciò che ha davanti.

Nel corso della nostra vita, soprattutto durante l’infanzia, accadono talvolta alcune cose che ci lasciano una ferita profonda. La vita, tuttavia, desidera guarire. Il principio della vita consiste nel risanare, accettare, riconciliare, amare e perdonare. Se ti tagli un dito, la vita attiva tutte le tue energie di autoguarigione per far cicatrizzare la ferita. Le ferite si rimarginano, purché non vengano grattate in continuazione. I tuoi ricordi negativi però sfregano contro le ferite, e la cosa migliore è quindi trasformarli e concentrarti sui tuoi veri obiettivi. Chiediti che cosa desideri sentire e vivere in futuro.

Bisogna perdonare qualsiasi sia il nostro ruolo: genitori, figli, mogli, mariti. E, soprattutto, dobbiamo imparare a perdonare noi stessi, che è forse quello più difficile da ottenere, ma non impossibile.

Il perdono è una chiave con la quale conseguire la maturità del carattere e progredire nella nostra evoluzione personale. E uno dei modi più semplici per ottenerlo è praticando l’Ho'oponopono con le costellazioni familiari.

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Prova l’esercizio per trovare la tua vocazione o il sogno della tua vita

Disponi sei ancoraggi a terra con le seguenti intestazioni:

  1. la mia vocazione,
  2. le mie capacità,
  3. il Sé superiore,
  4. Io,
  5. il Sé inferiore
  6. il mondo.

In questa costellazione o riunione l’attenzione è focalizzata sulla vocazione (1). Colloca tutti gli altri elementi del sistema in relazione con questo ancoraggio e senti che cosa provi in ciascuna posizione rappresentata.

Poi esegui un Ho’oponopono dalla posizione del tuo Io (4), per esempio in questi termini: «Mi dispiace di averti (1) dedicato così poca attenzione. Perdonami. Ti amo. Grazie». Oppure: «Mi dispiace di avervi (2) coltivate così poco. Vi prego di perdonarmi. Vi amo. Grazie».

Elabora un’immagine risolutiva. Dove si trovano i tre Sé, la tua famiglia interiore, e in che rapporto sono fra di loro? Dove si trovano le tue capacità, la tua vocazione e il mondo?

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Romina Rossi
Giornalista freelance e web writer, collabora con la rivista “Vivi Consapevole” e diversi siti web, occupandosi prevalentemente di medicina... Leggi la biografia
Giornalista freelance e web writer, collabora con la rivista “Vivi Consapevole” e diversi siti web, occupandosi prevalentemente di medicina naturale, benessere olistico e tecniche naturali di guargione.L’amore per la Natura e la curiosità di capire i complicati e delicati meccanismi di funzionamento dell’uomo, la portano a intraprendere... Leggi la biografia

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