Ho’oponopono: come praticarlo con le costellazioni familiari
Psicologia e Crescita Personale
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Una delle pratiche di perdono e di pulizia interiore è l’Ho’oponopono. È una pratica hawaiana che risale a qualche secolo fa, usata dalle antiche tribù locali come forma di armonizzazione personale. Questa è già una pratica potente di per sé, che non richiede troppe tecniche di apprendimento, ma si basa sulla ripetizione di un mantra che ha il potere di ripulire il nostro interiore. Nella società moderna, Ulrich Emil Duprée ha pensato di accostare Ho’oponopono alle costellazioni familiari, per eliminare gli impedimenti che ci bloccano nel nostro cammino personale e ci impedisce di essere sereni nella vita quotidiana. Ce ne illustra i benefici nel suo ultimo libro Ho’oponopono e Costellazioni Familiari.
Romina Rossi
Che cos’è Ho’oponopono
Ho’oponopono fa parte degli insegnamenti sciamanici hawaiani, le scienze dei kahuna. Altro non è che un metodo per la soluzione di problemi personali e conflitti relazionali.
L’obiettivo dell’Ho’oponopono consiste nel guarire le relazioni su vari piani:
- con se stessi,
- con altre persone,
- con l’ambiente,
- con la Fonte originaria.
Il termine Ho’oponopono può essere tradotto letteralmente con “fare la cosa giusta”, o “rimettere a posto le cose” o anche “ristabilire l’ordine divino”. L’idea di fondo è che tutto proviene dalla Fonte originaria (in hawaiano Ke Akua oi’a’io), la cui essenza è mana aloha, amore puro.
Per gli antichi hawaiani la vita era un grande fiume di ricchezza materiale e spirituale, a cui non si dovrebbe far altro che rivolgersi o aprirsi a livello mentale-spirituale. La vita stessa è abbondanza e chi vive in armonia con se stesso e con il cosmo può condurre un’esistenza felice, sana e prospera.
Coltivato per secoli come una specie di terapia familiare e di meditazione, negli ultimi decenni l’Ho’oponopono ha subito un’evoluzione da tradizionale riunione di famiglia a metodo di auto aiuto, che oggi viene spesso praticato in una versione semplificata.
Al centro dell’Ho’oponopono c’è un rituale di perdono. Accettando, annullando il debito, perdonando, scusando e riconciliando, questa tecnica aiuta ad affrontare la vita nei tre grandi ambiti conflittuali:
- quello delle relazioni, del rapporto di coppia e della famiglia,
- quello del lavoro, della vocazione e del sostentamento,
- quello dell'attivazione delle energie di autoguarigione (per esempio mediante la riduzione dello stress).
Nell’Ho’oponopono tradizionale la famiglia si riuniva ogni sera per sistemare, prima del tramonto tutto ciò che non era ancora stato chiarito: gli eventuali malintesi, ogni genere di stress, i conflitti relazionali, le divergenze di opinione, le invidie e i timori. In questo modo le negatività non perduravano e le emozioni non si amplificavano.
Grazie a questo rituale decisamente primitivo, il sistema familiare si manteneva stabile, poiché venivano soddisfatti i bisogni primari, cioè il riconoscimento, la considerazione, l’integrità e la lealtà. E, forse, dovremmo adottarlo anche noi.
Ho'oponopono: impara a perdonare e perdonarti
Ho’oponopono: come praticarlo oggi
Negli ultimi 10-15 anni si è diffusa una versione dell’Ho’oponopono in quattro passi: è stato il dottor Ihaleakala Hew Len a portare agli occhi dell'opinione pubblica questa versione, dopo che aveva fatto parlare di sé negli anni Ottanta, quando con il suo Ho’oponopono semplificato aveva guarito numerosi detenuti psichiatrici.
L’obiettivo di questa versione semplificata consiste nel risolvere rapidamente i conflitti e recuperare l’equilibrio interiore, ovvero passare dalla separazione all’unione, ritrovare la centratura e ottenere quindi la guarigione.
Al centro c’è la cancellazione dei ricordi disfunzionali o, se si preferisce, dei dati neuronali, che rendono un problema più grosso di quello che è. Spesso sorgono conflitti che non hanno quasi nulla a che vedere con il tema effettivo, ma il cui fondamento è esclusivamente nella nostra percezione, nelle ferite e nei ricordi risalenti alla prima infanzia.
I quattro passi costituiscono il potente mantra da ripetere quando si pratica l’Ho’oponopono.
Il mantra è: “Mi dispiace. Perdonami. Ti amo. Grazie”.
Questa semplice frase, o meglio quattro parole, rappresenta la sintesi della parte centrale di questo metodo: il perdono reciproco che è alla base della risoluzione dei conflitti. Cerchiamo di capirne il meccanismo.
1. Mi dispiace
Non è sempre facile dire "mi dispiace", che sottointende: “Accetto il negativo o l’opposto dell’amore in me. Mi dispiace che io e i miei antenati abbiamo ferito consapevolmente o inconsapevolmente te e i tuoi antenati. Mi dispiace di aver ferito altre persone consapevolmente o inconsapevolmente e di averne ostacolato l’evoluzione. Mi pento e mi scuso”.
2. Perdonami – Mi perdono
A volte il compito più duro è perdonare se stessi, mentre abbiamo meno difficoltà a perdonare gli altri, soprattutto se è una persona che amiamo. Per questo la seconda parola del mantra riguada il perdono ricevuto dagli altri ma anche da noi stessi.
Il significato di questa frase è: “Mi perdono per il negativo che c’è in me. Mi perdono per essermi messo a disposizione. Mi perdono per essere stato il responsabile del disordine. Prego di perdonarmi per essere stato parte del problema. Mi perdono perché mi sento colpevole. Perdono il responsabile del disordine e lascio andare”.
3. Mi amo – Ti amo
Se non perdoniamo noi stessi difficilmente saremo in grado di amarci e rispettarci. E di conseguenza saremo incapaci di amare chiunque altro. Quante relazioni vanno a rotoli perché non rispettiamo noi stessi, non ci amiamo? Ed ecco il significato di questa terza fase: “Rispetto me stesso e rispetto te. Mi amo e mi accetto con tutte le mie debolezze. Amo ciò che è. Ho fiducia che questa situazione mi faccia progredire. Rispetto la situazione che mi mostra che cosa va fatto. Amo la situazione che mi si è presentata per riportarmi nel flusso della vita. Vedo il divino in te e vedo il divino in me. Approfitto della conoscenza e imprimo una nuova forma alla situazione. L’amore è l’unica forza e la più grande nell’universo”.
4. Grazie
Forse la parola più bella mai inventata da qualsiasi vocabolario, che ha un significato profondo quanto breve è la parola: “Ringrazio per la benedizione insita in questa situazione. Ringrazio per la trasformazione. Ringrazio per la conoscenza. Grazie per l’esperienza acquisita. Grazie per la soluzione migliore per me e per tutte le persone coinvolte. Permetto la guarigione. Ringrazio per il miracolo. Rendo grazie per la mia vita”.
“Grazie” in qualche modo fa più che chiudere un cerchio: quando lo si pronuncia si concede in un certo senso l’autorizzazione alla guarigione e alla distruzione dei dati che hanno dato origine al conflitto. Si dice “grazie” quando si riceve qualcosa. Non essendo possibile pensare a due cose in contemporanea, con la propria gratitudine si passa immediatamente dalla carenza all’abbondanza.
Dire grazie significa credere o essere convinti di aver già ricevuto, poiché non avrebbe senso ringraziare quando si è a mani vuote. Non si può ingannare l’universo ringraziando in anticipo con l’intenzione di ricevere.
Cosa guarisce Ho’oponopono
Cosa risolvo pronunciando “Mi dispiace. Perdonami. Ti amo. Grazie” tante volte come un mantra? Al di là dello scetticismo che può suscitare in alcuni, questo piccolo mantra ci permette di prendere consapevolezza dei nostri problemi, quelli che spesso non riusciamo a vedere o di cui fatichiamo a trovare la soluzione. Spesso, infatti, siamo incapaci di vedere il nostro comportamento e le nostre azioni, ed è proprio durante un Ho’oponopono che acquisiamo le conoscenze preziose e colmiamo le lacune che abbiamo.
Secondo la Huna, l'antica popolazione hawaiana, i problemi sono indizi e sintomi di una tensione energetica. In un dato momento del passato si è verificata un’ingiustizia: è stata infranta la legge cosmica dell’armonia, e perciò l’energia non può più fluire. Fino a che il principio del dare e ricevere è in equilibrio, tutto scorre e gli esseri umani, gli animali e le piante convivono sani, felici e senza carenze. Ma se qualcuno si comporta in modo irrispettoso e offende o ferisce un’altra persona, ecco che nascono la disarmonia e i disturbi energetici.
Questi ultimi insorgono anche quando qualcuno dà o riceve troppo, perché anche questo altera lo stato di armonia. Dare e ricevere devono essere in equilibrio come il respiro: se prevale una sola di queste due azioni, si avrà una condizione di squilibrio e disarmonia.
Noi vediamo il mondo alla luce delle nostre esperienze e di quelle dei nostri antenati, e in relazione al nostro ambiente culturale. I vissuti opprimenti e traumatici del passato si ripercuotono sul presente e producono blocchi energetici che rappresentano la causa di problemi fisici e mentali e di condizioni di vita avverse. In caso di ingiustizia, che altro non è che un eccesso di negatività, si producono tensioni energetiche. L’energia non può fluire ed è così che si formano i conflitti.
Tutti i conflitti sono sintomi, effetti e reazioni a un’ingiustizia prodotta da noi o dai nostri avi. Il giudice impassibile, la legge di causa ed effetto, fa in modo di farci vivere proprio quelle esperienze che abbiamo provocato, di modo che ne traiamo insegnamento.
Quando la vita diventa pesante, il cuore si intristisce e lo sguardo diventa malinconico. Ma non dobbiamo per forza portare il fardello per sempre: abbiamo la possibilità di alleggerire il cuore, liberandolo dalle catene che lo appesantiscono. Ed è qui che ci viene in aiuto l’Ho’oponopono: da solo o in abbinamento alle costellazioni familiari, permette di guarire le nostre ferite e di cancellare le emozioni negative, per far sì che l’energia scorra liberamente e che possiamo mettere in atto il nostro potenziale di amore, consapevolezza e misericordia.
Prova l’esercizio per apprezzare i genitori e accedere alla tua forza
Spesso molti dei nostri problemi nascono dai conflitti con i genitori, sia che ne siamo consapevoli oppure no.
Ecco un esercizio che si può mettere in pratica per liberarsi dai sentimenti negativi che abbiamo verso i nostri genitori e che ci indeboliscono, perché le ferite, l’odio, il rimuginio e il risentimento consumano un sacco di energie che invece dovremmo impiegare per realizzare noi stessi.
Su un foglio stilate un elenco di tutte le vostre doti, i vostri talenti e le vostre capacità. Scrivete tutto quello che sapete fare bene e tutto quello che vi piace fare. Esaminatevi con attenzione. Tirate fuori il foglio già la mattina a colazione e scrivete ogni volta nuove qualità degne di lode. Prendete nota anche di cose banali, del tipo: «So preparare un tè squisito». Ne ricaverete un’enorme energia positiva.
Poi stilate un elenco con tutte le doti, i talenti e le capacità di vostra madre e di vostro padre. Questo compito potrebbe mettervi un po’ alla prova. Quando vi imbattete in un comportamento distruttivo di uno dei vostri genitori, ignoratelo deliberatamente e cercate la luce nell’oscurità. Le buone relazioni e la felicità non sono un caso, ma il risultato di sforzi consapevoli. Le persone che praticano l’Ho’oponopono sono come i cercatori d’oro: questo nobile metallo si nasconde nel fango, nella terra e nella melma, ma si scava per trovare l’oro, non la sporcizia!
Nel prossimo articolo cercheremo di capire cosa sono le costellazioni familiari e come si usano con l’Ho’oponopono.
IMPARA HO'OPONOPONO - VIDEO ESCLUSIVO teorico e pratico