Ognuno di noi in qualche momento della propria vita è rimasto senza voce.
Psicologia e Crescita Personale
Psicologia e Crescita Personale
Ognuno di noi in qualche momento della propria vita è rimasto senza voce. Non importa quanto denaro abbiamo sul conto in banca, il nostro titolo di studio, il nostro lavoro, la nostra identità di genere o le nostre preferenze sessuali. Non importa il colore della pelle, il luogo del mondo in cui siamo nati oppure la nostra età. Tutti, in qualche momento della nostra vita, siamo rimasti senza voce. A cura di Antonio Graziano
Redazione Web Macro
Per oltre venti anni ho condotto gruppi in ambito educativo, formativo e di crescita personale in Europa e America Latina. Ho avuto a che fare con rappresentanti dei governi e funzionari di organizzazioni internazionali, con abitanti di baraccopoli e di campi di rifugiati.
Tutte le persone che ho conosciuto, dai politici ai senza fissa dimora, in qualche momento della propria vita sono rimaste senza voce. In quanto essere umano ciascuno di noi, nel corso della propria storia, è rimasto senza voce. È accaduto quando un adulto di riferimento, di cui ci fidavamo, ci ha privato della propria presenza sicura, oppure si è scaraventato su di noi con rabbia e violenza.
Può essere accaduto il giorno in cui nostra madre ha deciso di privarci del suo seno, perché doveva andare al lavoro. Oppure quando nostro padre ci ha privato della propria presenza, perché era impegnato a fare carriera. Oppure quando la nostra maestra ci ha privato del suo ascolto, perché era indaffarata a fare lezione. Oppure quando abbiamo subito una violenza fisica, sessuale o psicologica da un adulto che abitava la nostra quotidianità.
Da quel momento abbiamo iniziato a credere che la nostra voce fosse di troppo. Abbiamo scelto di nascondere le nostre emozioni, le nostre idee e i nostri desideri.
Quel momento traumatico è rimasto impresso nella nostra coscienza. Ogni giorno ci ricorda che non siamo in grado di realizzare i nostri obiettivi, che non siamo in grado di scegliere ciò che ci piace e ciò che non ci piace, che non siamo in grado di riconnetterci con la vita.
Un essere umano può trascorrere un’intera vita senza voce. La famiglia, la coppia, il lavoro, il gruppo di amici, pur rappresentando spazi intimi e protetti, possono essere luoghi abitati da persone senza voce.
Oppure può accadere che un giorno con il nostro partner, i nostri figli o i nostri amici quella voce venga fuori con tutta la sua forza e la sua violenza, quella voce intrappolata lì da anni. In questo modo, una semplice discussione potrebbe trasformarsi in un’esplosione catastrofica, manifestando tutto il fuoco della rabbia, quella rabbia che era nascosta per anni nel petto, quella rabbia che ha avuto origine dalla tristezza e dalla solitudine.
Per evitare le conseguenze estreme e dolore di una vita di silenzio, ciascuno di noi può scegliere un altro modo di riprendersi la propria voce. Ciascuno di noi può recuperare la propria storia e riconoscere le proprie ferite.
Possiamo chiederci dove abbiamo perso la connessione con la nostra essenza, con le cose che amiamo, con le persone che amiamo e con la natura. Possiamo uscire dal silenzio e aiutare altre persone a uscire dal proprio silenzio.
Lo strumento perché ciò avvenga è l’ascolto profondo. L’ascolto profondo permette di valorizzare ciò che siamo grazie alla creazione di uno spazio di sospensione del giudizio che onora ogni parola e ogni persona, uno spazio di rispetto sincero e di comunicazione autentica. Quando ciò avviene siamo in presenza di uno spazio di comunicazione in cerchio.
Possiamo creare uno spazio di comunicazione in cerchio in ogni relazione, in ogni istante, in ogni luogo. Possiamo scegliere di utilizzare la comunicazione in cerchio per fare i conti con il passato e prendere consapevolezza che le emozioni tossiche che viviamo oggi non ci appartengono, perché appartengono al passato.
Possiamo riconoscere che siamo in grado di risolvere i nostri conflitti e camminare il nostro cammino in maniera autonoma, ricordarci che abbiamo il diritto di manifestare nostri sogni e di realizzarli interamente.
In questo modo la comunicazione in cerchio si trasformerà in un cammino per ritrovare la nostra voce, un cammino per ritornare la cuore.
Antonio Graziano