Ecco spiegato perché dovremmo sempre scegliere il perdono anziché la vendetta
Psicologia e Crescita Personale
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Esistono motivazioni fisiologiche, oltre a quelle psicologiche, che dovrebbero spingerci a scegliere il perdono anziché la vendetta? Quali sono le profonde ragioni fisiologiche e psicologiche che dovrebbero spingere una persona a perdonare? Perché dovremmo scegliere il perdono anziché la vendetta? C’è un vantaggio? Un beneficio? Una qualche convenienza? Le risposte a quesi interrogativi li troviamo all'interno del libro di Daniel Lumera "I 7 Passi del Perdono", ora nella sua nuova edizione aggiornata. In questo articolo ve ne spieghiamo 3.
Daniel Lumera
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il perdono è una chiave fondamentale per la nostra salute, sia fisica che mentale.
Vediamo di chiarire in pochi punti come viene scientificamente accreditato il perdono.
1. Influenza il sistema immunitario e quello cardiovascolare
Lo stress che deriva dalle emozioni negative scaturite dall’offesa, agisce sul sistema immunitario, in particolar modo sulle citochine, che sono sostanze simili alle proteine prodotte in caso di stress o infezione (Kei-colt-Glaser et al., 2002).
Il perdono agirebbe sull’attività dell’HPA (HypotalamicPituitary-Adrenal) e sulla produzione di cortisolo, migliorando il sistema immunitario, sia a livello cellulare che neuroendocrino, e quello cardiovascolare (Sapolsky, 1994; McEwen, 2002). Il perdono riduce lo stress prodotto dal rancore e influenza il sistema immunitario mediante il rilascio di anticorpi, la cui produzione diminuisce in caso di stress cronico.
Se da un lato le emozioni negative come rabbia, rancore, vendetta, odio, colpa, abbassano il livello delle nostre difese immunitarie, dall’altro il perdono, riducendo l’intensità di queste emozioni e inducendo impulsi emotivi positivi, favorisce buoni livelli di anticorpi. L’ostilità inoltre agisce negativamente sul sistema cardiovascolare (Kaplan, 1992; Williams & Williams, 1993) mentre il perdono abbassa il livello di ostilità, influenzando in modo favorevole la salute, riducendo i rischi di infarto e ipertensione.
2. Influenza il sistema nervoso centrale
Il perdono potrebbe inibire il testosterone, che influenza l’aggressività e stimolare la produzione di serotonina (il 5-HT è un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella regolazione dell’umore, del sonno, della temperatura corporea, della sessualità e dell’appetito) (McCullough, 2000; McCullough et al., 2001).
3. L’importanza del perdono per la salute mentale
Gli effetti del perdono sulla salute mentale si evidenziano attraverso la diminuzione del rancore e la stimolazione di emozioni positive. Per contro le emozioni negative attivate e sostenute mediante la “ruminazione” mentale (odio, vendetta, rabbia, paura, colpa, ostilità) incidono sfavorevolmente sulla salute mentale.
Se l’esigenza di perdono inizia con la necessità di liberarsi dalla sofferenza, in qualunque forma essa si espliciti, durante il processo si arriva alla manifestazione della guarigione (a livello fisico, vitale, emozionale, mentale e spirituale) in maniera più o meno profonda, a seconda dei casi.
Tuttavia il significato più autentico del perdono trascende la dimensione sia terapeutica che spirituale e si esprime a un livello superiore, dove l’individuo, attraverso una consapevolezza più profonda, arriva a realizzare pienamente se stesso, al di là della polarità vittima-carnefice e della necessità di liberarsi e guarire dalla sofferenza.
Per questo possiamo definire il perdono come un vero e proprio processo di autorealizzazione che parte da necessità egoiche per arrivare a produrre una reale espansione della coscienza, e che crea i presupposti per maturare una visione integrata di ciò che viene definito e percepito come realtà.
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