Perdonare un manipolatore è possibile?
Psicologia e Crescita Personale
Psicologia e Crescita Personale
È possibile perdonare la persona che ci ha manipolato, facendoci del male e rendendoci la vita impossibile? È possibile, e anzi, profondamente necessario e importante nel processo di guarigione e nuova consapevolezza, proprio perché finché non si perdona la persona che ci ha fatto un torto si resterà legati a lei, senza esserne liberi. Daniel Lumera (docente, ricercatore indipendente, formatore, scrittore e conferenziere italiano che opera e insegna a livello internazionale ) ci accompagna lungo questo percorso con il suo prezioso libro I 7 Passi del Perdono.
Daniel Lumera
Per capire se il perdono è implicato nel processo per liberarsi dall’influenza di questo genere di individui, chiariamo innanzitutto che cos'è un manipolatore.
C’è una differenza sostanziale tra influenzare e manipolare. Si influenza un’altra persona quando la si vuole indirizzare verso un obiettivo che porterà dei vantaggi ad entrambi. L’intenzione è chiara, non ci sono omissioni o aspetti nascosti, ma soprattutto non ci sono vantaggi non dichiarati a favore di una delle parti.
La manipolazione invece è ben diversa: avviene quando una delle due parti trae un vantaggio personale a scapito dell’altra. I veri intenti del manipolatore non sono dichiarati e soprattutto non vengono tenute in considerazione le necessità dell’altra persona.
Può anche accadere di manipolare qualcuno in maniera inconsapevole e l’unico modo per smettere di farsi manipolare è proprio quello di smettere di manipolare.
La manipolazione degli altri viene indotta solitamente da grandi mancanze o paure. Si tratta sempre di meccanismi di compensazione molto forti e la maggior parte delle volte si attivano in maniera inconsapevole, a meno che non vengano messi in atto con la finalità di acquisire potere. In quel caso operano a esclusivo vantaggio personale, a discapito di tutto il resto.
Nel preciso istante in cui una persona si sente manipolata, potrebbero scattare diverse reazioni:
- prendere coscienza del meccanismo che ci porta a manipolare. Ricordiamoci sempre che non esiste carnefice senza vittima, e viceversa. Guardiamo dentro noi stessi e comprendiamo quale sono le ragioni per le quali abbiamo attirato il manipolatore. Risolviamo dentro noi stessi quelle carenze e quei disagi per liberarci dallo schema della manipolazione, ma soprattutto per evitare di entrare nuovamente nel suo malsano gioco.
- Dentro di noi potrebbe nascere un profondo senso di ingiustizia, tradimento, sopruso, abbandono e insensibilità. In questo modo entriamo in una dinamica di colpa, accusa e giustizialismo, ed è proprio questo il primo passo per dare avvio al gioco della vittima e del carnefice. Un gioco che non termina mai. Il perdono, in questo secondo scenario, ci permette di liberarci da questa dinamica, permettendoci di tornare in una condizione di integrità grazie alla quale impareremo a relazionarci con gli altri senza dinamiche nascoste volte a pilotare le relazioni.
Grazie al perdono acquisiamo consapevolezza del nostro mondo interiore, delle impressioni e delle tendenze latenti che ci governano e che attirano le dinamiche di manipolazione, rendendoci vulnerabili ad esse.
La nostra attitudine verso il manipolatore non sarà più quella di accusa e condanna, ma sarà come quando un gioco tra bambini viene scoperto. Sappiamo che l’origine di quel gioco è dovuta al fatto che non conosciamo profondamente il nostro mondo interiore. Una volta liberi, potremo continuare a relazionarci con quella persona semplicemente comprendendo le sue dinamiche e, così facendo, impedendogli di proseguire quel gioco. In questo modo liberiamo anche il nostro manipolatore dalle necessità che lo spingono a comportarsi così. Se lui non vorrà liberarsene e crescere più consapevole, semplicemente scomparirà dalla nostra vita perché avrà capito che non può ottenere energia da noi attraverso la manipolazione.
Dal nostro canto, il manipolatore si è trasformato in uno strumento, un mezzo, un opportunità per scoprirci, crescere, integrarci, accettarci, liberarci e per salire di un'ottava. Il manipolatore si perdona cominciando quindi a lavorare su se stessi, dal perdonare al conoscere, dal diventare consapevoli dei propri giochi interiori, delle proprie ferite, dei propri mancanze, delle proprie crepe e debolezze che permettono al gioco di manipolazione di avere effetto su di noi.
Una volta accettate le proprie mancanze, occorre liberarsi di esse. E come possiamo farlo?
Semplicemente ascoltandole, riconoscendole, ringraziandole per il loro compito che ci ha permesso di sviluppare virtù e consapevolezza. A quel punto avviene il processo di integrazione, perché il compito di quelle carenze è proprio quello di rafforzarci e non possono farlo senza prima prendere coscienza della loro esistenza. Accogliamo una sfida e quindi ci liberiamo da quelle necessità, riconoscendo le paure, i vuoti, i desideri e le frustrazioni che si celano dietro di esse.
Una volta che le nostre ombre saranno diventate il testimone della presenza della luce e ci avranno permesso di sviluppare abilità sociali di vita e di rafforzarci, a quel punto faremo il passo successivo: ovvero liberando noi stessi saremo capaci di liberare l’altro.
Il processo di perdono del manipolatore avviene quindi attraverso l’accettazione del manipolatore (o della vittima o del carnefice) che esiste dentro di noi attraverso un’indagine profonda.
Ricordiamo che esistono tanti tipi di dinamiche manipolative.
Esiste la persona che si comporta come una vittima facendoci sentire in colpa. Esiste la persona che aggredisce il prossimo, in maniera quasi inquisitrice. In questo caso la manipolazione avviene attraverso la critica, la demotivazione, facendoci sentire costantemente in errore. Oppure esiste anche un carnefice di livello superiore, che agisce attraverso l’aggressione verbale e fisica costante, che cerca di alzare sempre l’asticella attraverso le minacce o una comunicazione contundente. Anche in questo caso possiamo uscire da questa dinamica solo risolvendo le nostre paure interiori e le nostre insicurezze.
Infine c'è anche la persona estremamente riservata, che attraverso il silenzio e il distacco crea attrazione verso se stessa. Anche questa è, a suo modo, una dinamica manipolativa.
Le dinamiche manipolative sono numerose e riconoscerle tutte è quasi impossibile. Ciò che però possiamo fare è creare un protocollo di liberazione: occorre imparare ad ascoltarsi e così facendo, scoprendo quello che è presente dentro di noi, avviare un processo di integrazione e perdono dei processi manipolativi. Nel metodo My Life Design del perdono si esplorano le dinamiche di manipolazione, come avvengono e come liberarsene attraverso il perdono.
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Chi è Daniel Lumera