Violenza Psicologica: i consigli per riconoscerla e superarla
Psicologia e Crescita Personale
Psicologia e Crescita Personale
La violenza psicologica può essere grave tanto quella fisica, se non di più. Le vittime spesso ne risentono dal punto di vista dell'autostima e faticano a riprendere la loro vita regolarmente. Come riconoscerla in tempo e liberarsene? Ecco alcuni consigli.
Tatiana Berlaffa
La violenza psicologica, esattamente come quella fisica, fa parte delle forme di abuso più aggressive nei confronti di altre persone.
Ancora oggi, purtroppo, se ne parla come se fosse 'meno grave' di quella fisica ma, in realtà, non è così.
Come la Dottoressa Barbel Mechler, che da dieci anni lavora con le vittime di violenza psicologica, spiega nel suo libro 'Circondati da psicopatici', chi subisce manipolazione mentale ne risente anche in modo profondo.
Attraverso svariati esempi, però, ci conduce anche verso la strada per uscire da queste situazioni 'malate' e riprendere a vivere la propria vita serenamente.
Ma, innanzitutto, quali sono i segnali che ci indicano che stiamo subendo una violenza psicologica?
Maltrattamenti psicologici: i segnali per riconoscerli
La violenza psicologica è più difficile da riconoscere di quella fisica. Per questo, la vittima a volte tarda a rendersi conto di quello che sta subendo. Come sempre, però, il fatto di individuare tempestivamente i segnali di un problema, permette di risolverlo con più facilità e più velocemente.
Alla base della violenza psicologica tra due persone c'è sempre uno squilibrio. Di solito, una delle due cerca costantemente di sottolineare l'inferiorità dell'altra. Senza rendersene conto, la vittima inizia a credere in maniera sempre più profonda all'interpretazione altrui e ai tentativi di sminuirla, entrando così in un circolo vizioso che mina la sua integrità e fiducia in se stessa.
Impara a riconoscere uno psicopatico in 20 passi
1. Bisogno di approvazione
All'interno di una simile dinamica, la persona 'ferita' inizia a sviluppare una sorta di dipendenza dal giudizio altrui. Continuamente rimproverata di non fare bene, inizia a chiedersi se ci sia qualcosa in cui è davvero 'adeguata'. E' alla costante ricerca di apprezzamento e inizia a preoccuparsi moltissimo di apparire 'impeccabile' sia nell'aspetto fisico che nel comportamento.
Spesso, anche inconsciamente, si pone nella posizione di chi deve (o può) essere giudicato e inizia a scegliere anche al di fuori della relazione 'malata' persone che agiscano nello stesso modo e che siano pronte a sottolineare difetti piuttosto che pregi.
Nelle vittime di violenza psicologica questa modalità di rapportarsi agli altri è spesso presente. Inutile dire, però, che questa ricerca di perfezione non avrà mai fine e chi ne è vittima non troverà mai soddisfazione completa. Così, facilmente, sorgeranno sentimenti come il senso di colpa e la sensazione di essere dei falliti e non valere nulla.
2. Isolamento
La vittima di violenza psicologica, si sente spesso sola ed isolata. Crede di non poter essere compresa e che la violenza verbale che subisce quotidianamente non sia così importante da poter essere riferita ad altri o che, se anche se ne parlasse, non sarebbe capita.
Spesso sente di vivere in maniera 'distaccata'. La costante ricerca di non provare emozioni che le provocano sofferenza, in realtà, la allontana anche da quelle positive. Chi ha subito violenza psicologica si sente bloccata, non può dire di stare bene ma nemmeno si accorge pienamente del proprio malessere.
3. Rabbia
A mano a mano che passa il tempo, se la vittima di violenza non riesce a sottrarsi alla relazione che la opprime, inizierà a sviluppare un sentimento di rabbia nei confronti del suo persecutore ma anche, spesso, nei confronti delle altre persone. Il sentimento costante di essere sotto giudizio, potrebbe portarla a pensare che tutti agiscano in questo modo nei suoi confronti.
Oltre a provocare un notevole stress (lo stress è fonte di tante malattie, combattilo con il pensiero positivo!), questa modalità di relazionarsi potrebbe provocare anche disturbi fisici. Molte vittime di violenza psicologica soffrono di cambiamenti di pressione sanguigna, di senso di oppressione al petto o di aritmie cardiache.
4. Sfiducia nei confronti degli altri
Chi subisce violenza psicologica a poco a poco inizia a nutrire una sorta di sfiducia nei confronti degli altri (non solo del proprio aggressore). Si sente spesso minacciato e diventa attento a tutto quello che fanno gli altri per timore di essere aggredito e di risultare impreparato.
In realtà questo stato di ipervigilanza mantiene la persona in costante tensione, la 'sfinisce' emotivamente e, invece di essere un meccanismo di difesa come era nelle intenzioni, peggiora la situazione.
5. Ansia
Tra i sintomi che compaiono per primi in chi è vittima di questo tipo di violenza, c'è l'ansia. Disturbi del sonno, pensieri angoscianti e paure possono facilmente fare capolino nella mente di chi vive questo abuso. Si può arrivare anche, nei casi più gravi e se non si interviene tempestivamente, alla depressione.
I diversi tipi di violenza psicologica
Esistono diversi tipi di violenza psicologica a seconda delle persone e delle situazioni in cui viene messa in atto.
La violenza psicologica sulle donne
Molto diffusa, come ci ricordano spesso i notiziari, è la violenza sulle donne. Purtroppo, quando una cosa del genere fa notizia, ciò avviene perché, nella maggior parte dei casi, essa è degenerata e ha dato luogo ad una violenza fisica che ha provocato danni in chi l'ha subita.
Ma, come descritto sopra, la manipolazione psicologica non deve essere sottovalutata e, un partner che presenta dei tratti da 'psicopatico', inteso come individuo manipolatorio e falso, che tiene sotto la propria influenza negativa la compagna, potrebbe anche trasformarsi in un individuo violento e pericoloso.
La violenza psicologica nella coppia
Ma l'aggressione di tipo psicologico nella coppia può anche essere compiuta dalla donna nei confronti dell'uomo. La donna può, per esempio, rimproverare continuamente l'uomo di 'non essere abbastanza' per lei oppure di non darle l'amore che si merita oppure tutto quello che si meriterebbe materialmente. Simili pretese, anche se non giustificate, a poco a poco possono portare l'uomo a sentirsi sempre più inadatto ed inadeguato.
Le richieste di una donna nei confronti del suo uomo possono anche non essere così palesi. Spesso si assiste a comportamenti 'passivo-aggressivi' per cui la moglie utilizza frasi tipo: 'fai pure come vuoi, ma tu sai come mi comporterei io'. Questo è solo un esempio di come si può esprimere quello che si vuole anche senza dirlo chiaramente. Questa modalità fa sentire in colpa la vittima che se, come spesso accade, ha un'indole buona ed accomodante, farà ciò che 'deve' essere fatto per accontentare la coniuge, calpestando però, per l'ennesima volta, i propri bisogni.
La violenza psicologica in famiglia
Simili meccanismi possono essere utilizzati anche con i figli per cercare di manipolarli e di 'dirigerli' verso determinate abitudini o stili di vita. E' sufficiente che la mamma o il papà esprimano (in modo esplicito o meno) la loro disapprovazione nei confronti di una determinata compagnia, di un'uscita serale o di un capo di abbigliamento o modo di fare, perché il figlio, soprattutto se piccolo, inizi tacitamente ad obbedire.
Questo 'metodo' subdolo di violenza psicologica familiare può condurre il bambino, a lungo andare, a divenire un adulto insicuro e facile preda di nuove manipolazioni.
La violenza psicologica sul lavoro: e se il tuo collega fosse uno psicopatico?
Consigli per tornare a 'vivere':
Se ti ritrovi in qualcuna delle situazioni descritte sopra o percepisci un certo disagio in una relazione, potrebbero esserti utili i seguenti suggerimenti pratici per riprenderti a poco a poco la tua vita.
1. Concediti di sbagliare e di essere autentico
Sei perfezionista? Non ti basta mai quello che fai e hai una relazione con una persona che ti fa sentire inadeguato? Nel momento in cui ti riconosci in questa condizione, tutte le volte che ti accorgi che il perfezionismo affiora e vorresti chiedere agli altri cosa pensano di te e del tuo operato, cerca di trattenerti.
In questo modo non alimenterai quel circolo negativo di pensieri che si susseguono e che ti fanno stare male. Come sempre, è questione di esercizio. Se ti 'alleni' a non seguire la vocina interiore che vuole essere sempre apprezzata dagli altri, a poco a poco, questa avrà sempre meno potere su di te.
2. Coltiva quello che ti piace
Se ti sei rivisto nella situazione di 'isolamento', sappi che è assolutamente possibile, in realtà, tornare a provare emozioni positive (scopri come aumentare le tue vibrazioni positive in 10 passi) e sentirsi connessi con le altre persone. Bisogna partire dalle piccole cose. Scegli un'attività che ti è sempre piaciuta. Forse hai sempre amato disegnare? Oppure cantare, ballare o scrivere? Inizia a praticare quest'attività nel tempo libero da solo. Poi, quando ti sentirai un po' più sicuro di te, iscriviti ad un corso nella tua zona. Conoscerai nuove persone che condividono con te lo stesso interesse e che potranno coinvolgerti in attività di gruppo.
L'unica raccomandazione è quella di non forzarti a fare cose che ritieni troppo difficili per te in questo momento e se ti sembra che sia troppo presto per affrontarle, aspetta. Prenditi il tempo che ti serve e non biasimarti né giudicarti male. Meno ti giudichi, più in fretta arriverai alla soluzione del problema.
3. Diventa amico di te stesso
La prima cosa da fare per provare sempre meno rabbia e, a poco a poco, farla sparire del tutto è: non giudicarsi se la si prova. E' un sentimento umano. Esiste esattamente come le altre emozioni e ha la stessa dignità di tutti gli altri sentimenti.
La seconda cosa è: perdonarsi. Se continuiamo a concentrarci sul negativo, lo perpetreremo dandogli forza. Perciò, smettiamo si pensare alla cattiveria di chi ci opprime ed iniziamo, invece, a provare un puro e forte sentimento di compassione nei confronti di noi stessi. Abbiamo subito un abuso psicologico, ne portiamo addosso le ferite e meritiamo di volerci bene.
LEGGI ANCHE: Il Perdono per guarire le ferite dell'anima - intervista a Daniel Lumera
4. Riprendi i contatti con chi ami
Per uscire da questa situazione di violenza che ti fa soffrire, scegli alcune persone che ti sono care e di cui ti fidi (anche una sola o due vanno benissimo). Puoi, per esempio, rivolgerti ai tuoi famigliari confidando loro i tuoi sentimenti e il tuo malessere.
Ti renderai conto che, se hai scelto bene la persona a cui rivolgerti, ti aiuterà a sentirti meno solo e ti fornirà il suo appoggio. In questo modo, passo dopo passo, proverai ad aprirti un po' di più anche ad altri perché inizierai a fidarti di più.
5. Fai attività fisica regolare
Se ti senti spesso impaurito ed ansioso ricorda che la prima medicina contro i disturbi dell'umore è l'attività fisica. Il movimento, in particolare se protratto oltre una mezz'ora, aiuta a rilassarsi e a produrre endorfine che stimolano i centri del piacere. Inoltre, se ti alleni costantemente e raggiungi dei piccoli risultati (hai corso più a lungo di ieri, più veloce, hai fatto sport tutti i giorni ecc.) la tua autostima ne risulterà accresciuta e ti sentirai più soddisfatto di te stesso.
Vuoi ricominciare a fare esercizio, magari anche a casa? Leggi questo articolo!
Un'ultima raccomandazione: ricorda, se il malessere che provi è forte, di rivolgerti ad un esperto di fiducia per essere aiutato. Non c'è nulla di cui vergognarsi nel prendersi cura di sè. Anzi, quando se ne ha la necessità, è un dovere farlo.
Circondati da Psicopatici - LIBRO
Come difendersi con successo da manipolatori, bugiardi, egoisti, inaffidabili e tiranni