Asma: i sintomi e i rimedi naturali per curarla
Cure Alternative
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L’asma è una delle malattie più diffuse nel mondo: solo in Italia si stima che siano almeno 9 milioni le persone – molti di questi sono bambini – che ne soffrono o che hanno sintomi legati alle allergie respiratorie. Pochi però sanno che possono combattere definitivamente l’asma con rimedi naturali, agendo direttamente sul respiro.
Romina Rossi
L’asma è una delle malattie più diffuse nel mondo: solo in Italia si stima che siano almeno 9 milioni le persone – molti di questi sono bambini – che ne soffrono o che hanno sintomi legati alle allergie respiratorie. Pochi però sanno che possono guarire l’asma con rimedi naturali, lavorando direttamente sul respiro.
I sintomi dell’asma
Ippocrate è stato il primo a parlare di asma: intorno al 400 a.C. la descriveva come una respirazione rapida e affannosa, causata dal muco che dal cervello scende ai polmoni e chiude i bronchi, provocando tosse, affanno ed espettorato denso e trasparente. Questa teoria non è del tutto esatta e presenta una visione ridotta e semplicistica, ma per molti secoli nessuno è mai riuscito a trovare la vera causa scatenante dell’asma.
Dopo Ippocrate sono stati fatti diversi studi sulle cause dell’asma: ancora oggi l’ipotesi più accreditata dal mondo medico è che questa allergia sia scatenata da un’infiammazione dei bronchi che provoca mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro sibilante e oppressione al torace.
Eppure c’è chi ha saputo dimostrare che questa teoria è sbagliata già a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. La svolta rivoluzionaria che riguarda l’asma, i suoi sintomi e il suo trattamento arriva dalla lontana Russia, all’epoca considerata il nemico numero uno del mondo occidentale e della democrazia, dove un medico sconosciuto trova finalmente la chiave di lettura che segna un vero e proprio cambiamento epocale nella storia della medicina naturale.
Il segreto è tutto nel respiro: il metodo innovativo di Buteyko
L’asma è causata da un’iperventilazione, cioè da una quantità eccessiva di aria inalata (non da una sua mancanza com’era ed è generalmente creduto), che riduce significativamente la quantità di anidride carbonica negli alveoli polmonari. Questa è la scoperta rivoluzionaria fatta da Konstantin Pavlovich Buteyko (1923-2003), il medico russo, che riprende e perfeziona alcuni studi effettuati qualche anno prima da dei colleghi sulla respirazione degli astronauti e sulla composizione dell’aria nelle capsule spaziali.
Il meccanismo che scatena l’asma è presto svelato: per evitare una perdita cospicua di anidride carbonica che causerebbe la morte, il corpo reagisce restringendo le vie respiratorie, provocando spasmi e contrazioni, e facendo sì che chi ne è affetto respiri di meno. Si crea a questo punto un circolo vizioso scatenato proprio dall’iperventilazione: con più la persona si sforza di respirare e con più si innescano i meccanismi difensivi di chiusura delle vie respiratorie, proprio per diminuire la circolazione dell’aria, che creano la sensazione della mancanza d’aria. Ecco spiegato quindi perché con più ci si sforza di respirare e con più l’attacco d’asma diventa violento.
È questo concetto che rompe con la tradizione medica, permettendo di vedere l’asma in chiave diversa: per guarirla non si deve respirare di più, ma di meno. L’anidride carbonica diventa la protagonista principale che regola quasi tutti i processi dell’organismo; quindi non è tanto la quantità di ossigeno inalata nei polmoni a rendere la persona sana, quanto il buon funzionamento dei meccanismi che consentono il passaggio dell’ossigeno dagli alveoli fino ai tessuti corporei. Letta in questa chiave l’asma è di fatto un meccanismo difensivo contro l’eccesso di respirazione, che rimane in essere per tutto il tempo necessario. E che viene aumentata dalla mancanza di movimento fisico.
Paradossalmente oggi l’unico rimedio offerto dalla medicina allopatica moderna consiste nella somministrazione di broncodilatatori, che se da un lato riaprono le vie respiratorie e consentono di ricominciare subito a respirare troppo, dall’altro, così facendo, provocano la perdita di grandi quantità di anidride carbonica. Spesso associato anche con l’assunzione di farmaci a base di cortisone, il broncodilatatore è causa di effetti collaterali non da sottovalutare, dato che la sua diffusione coincide con l’aumento di morte dovuta ad attacchi d’asma. Anche nella migliore delle ipotesi, comunque, l’uso del broncodilatatore in associazione con i cortisonici aumentano la probabilità di insorgenza di infiammazioni a livello ormonale poiché riducono la capacità di produrre l’ormone cortisolo, rendendo la persona più vulnerabile alle allergie. Come si esce da questo circolo vizioso che sembra non avere fine? Semplicemente normalizzando il respiro.
Curare l'asma in maniera naturale con la consapevolezza del respiro
Quanti sono consapevoli del proprio respiro, o vi prestano attenzione se si altera? Probabilmente pochi di noi, eppure bisognerebbe imparare ad ascoltarlo, perché proprio il respiro permette di guarire dall’asma, ma anche di migliorare il proprio stato di salute e di combattere molte altre malattie (fra cui l’obesità, l’insonnia, problemi cardiaci e la depressione: la lista completa delle malattie che si possono curare semplicemente lavorando sul respiro ne comprende 200! Lavorare sul respiro è chiaramente un modo per mantenere viva la propria salute, nonché un rimedio efficace contro l’invecchiamento). Il primo passo da fare verso la guarigione è prendere consapevolezza del proprio respiro, che è la cosa più individuale che ci sia.
A questo scopo Buteyko ha messo a punto una serie di esercizi – adatti sia per gli adulti che per i bambini – che, se eseguiti con costanza, permettono di eliminare l’iperventilazione e di ristabilire un ritmo respiratorio normale, riducendo gli attacchi d’asma in maniera naturale. Vediamone alcuni.
- La lumaca. Per prima bisogna provare a rallentare il respiro, inspirando ed espirando il più lentamente possibile (nel farlo immaginiamo la lentezza con cui procede una lumaca). Introducendo la minima quantità d’aria necessaria ridurremo la frequenza degli atti respiratori al minuto. Questo esercizio si può anche fare contando ritmicamente mentre si inspira ed espira; come la lumaca, anche noi possiamo fermarci, inserendo delle pause fra l’espirazione e l’inspirazione.
- La strada del respiro. Questo esercizio è ottimo per le persone “visive”, che percepiscono soprattutto con la vista. Si tratta di osservare il proprio respiro, guardandolo e lasciandolo fluire e rallentare. Visualizziamo l’aria, scegliendo un’immagine che ci piace. L’aria entra dalla punta del naso, e molto lentamente, scende nella gola, nella trachea, nei bronchi, nei bronchioli, negli alveoli fino ad arrivare al sangue e ai tessuti. Visualizziamo la trachea, i bronchi e gli alveoli come un albero a testa in giù. Prestiamo particolare attenzione all’interruzione alla fine dell’esalazione, e cerchiamo di rilassarci il più possibile dopo aver esalato, riposandoci per qualche istante dopo l’esalazione.