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Diabete: il dolce sapore della guarigione

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Diabete: il dolce sapore della guarigione
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Alimentazione, respirazione, equilibrio emotivo, movimento corporeo e risposo sono i passi fondamentali per guarire il diabete.

Le cifre ufficiali del diabete parlano chiaro: nel mondo vi sono 285 milioni di persone malate ed entro il 2030 il loro numero salirà a 435 milioni!


Redazione Web Macro

Alimentazione, respirazione, equilibrio emotivo, movimento corporeo e risposo sono i passi fondamentali per guarire il diabete. Le cifre ufficiali del diabete parlano chiaro: nel mondo vi sono 285 milioni di persone malate ed entro il 2030 il loro numero salirà a 435 milioni!

La situazione è così allarmante che ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e altre 2 si ammalano: questi i dati.

Dati che non lasciano spazio a dubbi e soprattutto a speranze, visto poi che il diabete sarebbe una “malattia cronico-degenerativa incurabile”, così almeno lo definisce l’ADA, l’Associazione americana per il diabete, la principale istituzione medica al mondo che si occupa di questo.

Il mantra universalmente accettato è che una persona con il diabete, che sia di tipo I o II, sarà costretta per tutta la vita ad usare i prodotti (insulina o farmaci ipoglicemizzanti) di Big Pharma.

Fin qui nulla di strano: questo è il paradigma attuale. Ma le cose stanno proprio così?

Per fortuna, spesso e volentieri, la realtà supera la più fervida fantasia, smentendo quasi ogni giorno i paradigmi e i dogmi più radicati.

A tal proposito Paracelso ammoniva che “nessun medico ha il diritto di dire che una malattia é incurabile. Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato. Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere, per la quale Dio non abbia una cura corrispondente”.

Guarire è possibile

Le parole del grande alchimista svizzero, sono oggi diventate una meravigliosa realtà: sempre più persone stanno gridando al mondo di essere guarite dal diabete! Eppure voi che state leggendo questa rivista non ne saprete nulla, e il motivo è che il diabete non si può curare. Ai congressi di diabetologia e nelle pubblicazioni ufficiali si continua a denunciare l’incurabilità di questo enorme problema sociale, si denuncia la sua crescita esponenziale, almeno nel mondo occidentale, ma nessuno parla di guarigione.

Nonostante l’oscurantismo scientifico e mediatico, sempre più persone sono guarite dal diabete e proprio per questo motivo, abbiamo organizzato in Veneto due congressi dal titolo inequivocabile: “Come siamo guariti dal diabete”.

Nel primo a Bassano del Grappa hanno partecipato circa 450 persone, nel secondo a Monastier di Treviso oltre 750, venute da diverse regioni d’Italia, tra le quali il Lazio, la Lombardia, la Puglia e la Sardegna.

Cos’hanno fatto di così “miracoloso” queste persone per essere uscite dal diabete? Il primo passaggio è stato innanzitutto prendere coscienza della possibilità di guarigione.

Molto utile a tal proposito è stato il documentario Crudo & semplice (Macro Edizioni, 2012) in cui si vede un gruppo di 6 persone guarite dal diabete mangiando esclusivamente alimenti vegetali allo stato crudo per un periodo di 30 giorni.

Il primo passaggio cruciale quindi, è stato quello di prendere coscienza che esiste una strada percorribile! Potrà sembrare questa una sciocchezza per una persona sana, ma non lo è per un malato che cresce con la convinzione, divenuta credenza, che la sua malattia non si possa curare.

La parola in-curabile oltre a togliere la speranza, spegne ogni forma di auto-guarigione, e la Vis Medicratix Naturae, la forza autorisanante della Natura, viene meno.

Viceversa, vedere e/o sentire qualcuno che ce l’ha fatta, che è riuscito a guarire dallo stesso problema, fa accendere la fiamma della speranza che a sua volta mette in moto processi interiori, processi spirituali importantissimi e basilari.

Non vorrei dare false speranze a nessuno, soprattutto alle numerose persone che stanno soffrendo in questo momento, ma tali affermazioni sono supportate dalla testimonianza diretta della guarigione di un numero sempre più crescente di persone.

Diffondere queste importati testimonianze, ha spinto i “miracolati” ad unirsi fondando un’associazione chiamata “Oltre il diabete” (www.oltreildiabete.it), la cui mission è quella di far conoscere al pubblico che esiste una strada. Una strada non certo facile, perché modificare il proprio stile di vita è più complicato di quello che si possa immaginare.

Per stile di vita s’intende non solo l’alimentazione, ma anche il mondo dei pensieri, il mondo delle percezioni e delle emozioni, e tutti gli aspetti più sottili di un essere umano triarticolato: corpo, anima e spirito. Ecco i principali passi da compiere verso il cambiamento e la guarigione.

Alimentazione materiale

L’alimentazione materiale ideale, a differenza di quello che negli ambienti ufficiali viene detto, dovrebbe essere basata su alimenti vivi allo stato naturale (verdura cruda, frutta cruda, semi oleaginosi, noci, mandorle, anacardi, ecc.), straricchi di energia vitale, acqua biologica, vitamine e minerali colloidali, enzimi e fibra.

Questi alimenti, donati dalla Natura, sono perfetti: aiutano tutti i processi biochimici dell’organismo e in particolar modo permettono il funzionamento ottimale di organi come fegato, pancreas e intestini.

Gli enzimi non resistono a temperature superiori ai 50-60 gradi, per cui ogni forma di cottura diversa dall’essicazione, li distrugge. Mangiando esclusivamente alimenti cotti, non si apportano sufficienti enzimi e il risultato è di sovraccaricare gli organi digestivo-enzimatici, tra i quali il principale è il pancreas. Un pancreas gonfio e sfibrato da un superlavoro, non può funzionare correttamente, anche nella secrezione dell’insulina. Qualsiasi altro alimento, dalle proteine di origine animale (carne, pesce, uova e latticini), ai pericolosissimi grassi idrogenati (margarine, oli vegetali prodotti a caldo, ecc.), per giungere ai cereali raffinati e zuccheri, è controproducente per l’economica organica.

Tali prodotti infatti, aumentano l’acidificazione, impigriscono gli intestini, facendo proliferare, giorno dopo giorno, l’intossicazione del sangue. Un sangue reso acido, denso e colloso da questi pseudo-alimenti, non potrà svolgere le sue fondamentali funzioni: bagnare tutte le cellule del corpo.

Una parentesi a parte meritano le membrane cellulari formate da fosfolipidi (Acidi Grassi Omega), dove si trovano i recettori specifici per l’insulina. Nella normalità, quando arriva l’ormone, questi recettori si schiudono permettendo allo zucchero ematico di entrare nelle cellule, togliendolo così dalla circolazione sanguigna. Se tali recettori però sono deformati e incollati da grassi saturi e idrogenati, da una perenne acidificazione, si verifica una situazione chiamata “insulino-resistenza”: le cellule diventano, per così dire, sorde all’insulina. Anche se l’ormone è presente non possono utilizzarlo correttamente, e quindi la glicemia sale.

La chiave a questo punto non è usare farmaci ipoglicemizzanti, ma ripulire, sgrassare e disintossicare il sangue, e quale strategia è migliore dell’alimentazione fisica quotidiana?

La respirazione

Per Ippocrate, padre della medicina moderna, l’aria era il primo alimento.

Una corretta, sana e profonda respirazione polmonare non viene praticata da nessuno. Aumentare la quantità di ossigeno a livello alveolare è utile in tutti gli ambiti biologici dell’uomo, perché l’ossigeno trasportato dai globuli rossi va a rifornire tutte le cellule dell’organismo.

Quando l’ossigeno, per un qualsiasi motivo, non giunge a destinazione, dove serve, si innescano processi fermentativi con produzione di acidi (lattico), che hanno come risultato l’aumento dell’acidità.

Un corpo in acidosi vede aumentare il cortisolo, l’ormone dello stress, il quale a sua volta fa aumentare la glicemia e conduce ad una errata distribuzione del tessuto adiposo addominale che è attivo nell'insulino-resistenza. Il circolo è perverso: maggiore è l’acidificazione e più aumenta la glicemia e l’insulino-resistenza.

Alimentazione sensoriale

Per nutrizione sensoriale s’intende tutto ciò che dal mondo esterno entra nell’essere umano tramite i sensi, tramite la percezione sensoriale.

Se la materia è energia condensata, non c’é alcuna differenza tra un alimento materiale o una percezione sensoriale, la cui natura è immateriale. Tutto ciò che entra a far parte della natura umana dall’esterno (aria, acqua, cibo o percezione) deve perciò essere trasformato, deve essere umanizzato.

L’alimentazione fisica trasforma in luce la materia, mentre la nutrizione sensoriale ricrea la materia dalla luce.

Il corpo astrale o anima, fa da ponte tra il fuori e il dentro, tra il mondo esterno e l’essere umano, e quando le forze astrali sono deboli (per eccesso di percezioni o per situazioni emozionali pesanti) sorgeranno problemi nel digerire le percezioni sensoriali che arrivano dall’esterno. Questi problemi vengono chiamati malattie, e una di queste è il diabete.

È fuori da ogni discussione e facilmente sperimentabile in qualunque momento e in qualsiasi persona, che un equilibrato stato emozionale ha ripercussioni positive sulla glicemia. Viceversa, aspetti emozionali disarmonici, inducono improvvise iperglicemie non spiegabili in nessun’altra maniera.

Movimento corporeo

Mens sana in corpore sano, diceva Giovenale quasi venti secoli fa, e aveva perfettamente ragione.

Modificare lo stile di vita, rispettando i ritmi e i cicli naturali, significa anche muovere il corpo ogni giorno, attraverso una seria attività fisica, il resto poi lo fa la Natura: la Vis Medicatrix Naturae.

Il movimento corporeo oltre a mantenere in forma l’apparato muscolo-articolare, attivare il sistema circolatorio e bruciare lo zucchero in eccesso, smuove il sistema linfatico che rappresenta il meccanismo perfetto messo a punto dalla Natura per la disintossicazione. Un corpo disintossicato, allenato e alimentato in maniera ottimale, vedrà il raggiungimento di uno stato salutare mai ottenuto prima. Provare per credere.

L’importanza del riposo

Potrà sembrare fuori luogo parlare di riposo nell’ambito del diabete, ma alla base della guarigione si pone proprio un corretto e sano riposo psico-fisiologico.

Ogni notte, mentre dormiamo, avvengono tutti i processi di riparazione cellulare, avviene il ripristino dell’energia nervosa sperperata durante la giornata, per cui dormire in maniera ottimale è importantissimo per la cura del diabete, ma non solo.

Televisione, internet, smartphone, ci portano ad andare a letto sempre più tardi la notte, a dormire poco e male, e il risultato è predisporre il terreno organico ad ogni disequilibrio. Senza parlare purtroppo degli onnipresenti, ubiquitari e acidificanti campi elettromagnetici (radiosveglie, cordless, cellulari, wifi, ecc.) in cui il corpo durante il riposo è immerso per tante ore.

Conclusione

Le testimonianze - che potete leggere in queste pagine - delle persone che, seppur non senza difficoltà, hanno preso in mano la propria vita ottenendo risultati straordinari, sono al limite del miracoloso eppure sono veritiere. I medici invece di studiare queste persone per comprenderne i meccanismi di guarigione, cosa fanno? Criticano, attaccano e denunciano perché il dogma imposto dalle lobbies del farmaco, è quello visto prima: il diabete non è curabile!

Nel frattempo sempre più persone entrano ogni giorno nel girone infernale di questo gravoso problema, con tutti gli esami e le cure ufficiali del caso, riportando nel corso degli anni danni irreversibili a occhi, problemi cardio-circolatori, renali, mettendosi in lista per trapianti e dialisi.

L’associazione “Oltre il diabete” non vende nulla, non spaccia false speranze, non consiglia la sospensione delle terapie ufficiali e soprattutto non si sostituisce ai medici. Lo scopo associativo è esclusivamente conoscitivo e informativo: far conoscere tali esperienze personali.

Ognuno poi sarà artefice del proprio destino, nel bene e nel male. Le persone guarite esistono, sono qui a portata di mano in carne e ossa, hanno un nome e cognome e sono contattabili e disponibili per ogni chiarimento. Ovviamente il tutto con documenti ed esami alla mano.

Purtroppo ad oggi, nessun medico allopatico sembra interessato ad approfondire questa strada.

Fonte: Articolo a cura di Marcello Pamio tratto dalla rivista Scienza e Conoscenza Speciale n. 4 (e-magazine)


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