Metodo Di Bella: storia di una terapia negata - VIDEO INTERVISTA
Cure Alternative
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Nel 1996 gli esiti positivi del Metodo Di Bella crearono un crescente interesse da parte dell’opinione pubblica e una progressiva ostilità da parte delle multinazionali del farmaco e dei circoli di potere politici, accademici, finanziari e sanitari a esse collegati. La falsificazione della sperimentazione, viziata da anomalie e irregolarità, non ha però portato alla delegittimazione del Metodo Di Bella, che è e rimarrà un documentato atto di accusa contro la dittatura terapeutica.
Redazione Web Macro
A differenza di quanto è stato sancito dalla disinformazione (largamente diffusa dalla propaganda dei circoli di potere) il Metodo Di Bella (MDB) antitumorale non può essere considerato ”alternativo” ma rappresenta l’integrazione funzionale e la razionale convergenza delle conoscenze medico-scientifiche definitivamente acquisite.
A ciò contribuiscono anche le emergenti evidenze scientifiche pubblicate anche su numerose riviste scientifiche, nel quadro di una clinica che è riuscita a liberarsi da inquinamenti politico-finanziari.
Scopo del MDB è cercare di superare l’elevata tossicità e la limitata efficacia delle attuali terapie mediche del cancro valorizzando molecole biologiche di elevata efficacia e bassa tossicità oggi sottovalutate in oncoterapia.
Il dott. Giuseppe Di Bella, che continua da anni il lavoro del padre Luigi, ha ripercorso nel suo ultimo libro non solo la storia della sperimentazione della terapia, ma mostra soprattutto in che cosa consista realmente la terapia Di Bella, quali sono i risultati concreti supportati da una documentatissima letteratura scientifica.
In questa prima parte di un’intervista fatta al dott. Giuseppe Di Bella, ci interessa ricordare e capire con lui cosa successe, più di 20 anni fa, quando contro il MDB si creò e compattò un muro di ostilità a livello istituzionale fortissimo, proprio mentre l’accoglienza del Metodo stesso tra la popolazione era arrivata a livelli molto alti.
Nel 1996, gli esiti positivi del Metodo Di Bella avevano creato un crescente interesse da parte della pubblica opinione, e una progressiva ostilità da parte delle multinazionali del farmaco e della politica. Dalle manifestazioni di piazza si arrivò alla sperimentazione su pazienti terminali che avevano anche già fatto ricorso a chemio.
“Le manifestazioni in piazza incominciarono nel ‘96 e raggiunsero una notevole intensità nel ‘97 e inizio ‘98. Il rifiuto categorico da parte delle istituzioni, politiche e sanitarie, a raccogliere la terapia esasperarono il clima. Anche perché c’erano molte dimostrazioni di pazienti che avevano avuto esiti importanti e le situazioni più gravi si verificarono quando fu tolta dal commercio la melatonina. Ci fu un decreto che rendeva penalmente perseguibile il medico che prescriveva l’uso della melatonina che era libera in commercio in tutto il mondo. Per cui non esiste nessuna prova di tossicità. Non esisteva nessuna ragione scientifica per ritirarla.
L’altra cosa (causa delle manifestazioni) riguardava la somatostatina che, erogabile mutualisticamente, fu messa a un prezzo inavvicinabile: allora costava 516mila lire per ogni dosa giornaliera. Abbiamo fatto una ricerca da cui era emerso che in realtà il costo per dose giornaliera era di 3mila lire; l’innalzamento a 516mila lire fu volutuo dal Ministro pro-tempore Rosi Bindi. Questo portò all'esasperazione della gente, che scese in piazza per poter continuare la cura.
Persone che avevano ottenuto risultati importanti si sono viste costrette a interrompere la cura e ciò ha comportato una loro reazione. Questo fu il motivo reale di quelle manifestazioni”.
Perché ci furono manifestazioni di piazza
a favore del Metodo Di Bella
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