Plasma di Quinton: l'acqua di mare come cura
Cure Alternative
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Alla scoperta di René Quinton, il biologo francese che a fine Ottocento mise in luce le connessioni biologiche tra l'acqua di mare e l'organismo umano.
Redazione Scienza e Conoscenza
Il presupposto da cui partono le ricerche sul plasma di Quinton è che l'evoluzione della vita sul nostro pianeta ha preso slancio, come sappiamo, dall'ambiente marino, dall'acqua, dato che l'atmosfera non aveva, inizialmente, le caratteristiche per consentire la sopravvivenza dei primi microscopici esseri viventi.
Stiamo parlando di miliardi di anni fa per le forme di vita relativamente più primitive (ad esempio le alghe) e di centinaia di milioni di anni per alcune più evolute (come gli antenati delle meduse). Nella catena evolutiva che è seguita, la complessità e la differenziazione degli esseri viventi è andata poi crescendo sino allo sbarco per alcune specie di essi sulla terraferma, sbarco che ha comportato, nelle diversificazioni ulteriori che sono seguite in altrettante centinaia di milioni di anni, anche la comparsa dell'essere umano.
Chi era René Quinton
Un fisiologo e biologo francese vissuto a cavallo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, René Quinton (1866-1925), che, come assistente, conduceva ricerche sulla temperatura e la composizione salina tra le specie presso il Laboratorio di Patologia Fisiologica al Collegio di Francia, riflettendo e analizzando questa storia pregressa comune a tutte le forme di vita iniziò a ipotizzare delle spiegazioni biologiche su alcune funzioni metaboliche dell'organismo umano che potevano avere a che fare con questa eredità acquatica e marina. Da questo inquadramento e dalla sperimentazione conseguente che ne seguì, Quinton riuscì anche a trarre delle terapie molto efficaci e funzionali che hanno preso e portano a tutt'oggi il suo nome.
Ma vediamo più da vicino questa scoperta affascinante che ha procurato allo scienziato francese, molto noto e apprezzato al suo tempo ma oggi dimenticato, i soprannomi di “filosofo del mare” e di “Darwin francese”.
Le leggi di Quinton
Studiando l'ambiente marino e scoprendo che l'acqua di mare e il corpo umano sono abbastanza simili (nonché che la prima rimane bevibile e iniettabile), Quinton elaborò una teoria secondo cui gli organismi che hanno abbandonato l'ambiente marino durante l'evoluzione conservano nel sangue la concentrazione salina propria dell'acqua all'epoca in cui l'abbandonarono (legge di costanza osmotica).
Ma non solo. Secondo Quinton, gli attuali organismi animali delle diverse specie, manifestatisi per la prima volta nell'ambiente marino a livello primitivo, tendono a serbare, al fine del loro funzionamento cellulare, le cellule costitutive degli organismi corrispondenti nel mezzo marino delle loro origini (legge della costanza marina).
In pratica, nonostante i milioni o miliardi di anni trascorsi, nell'essere umano c'è una continuità con l'ambiente marino che ancora influisce e caratterizza fortemente l'organizzazione biologica e cellulare del suo organismo. Secondo Quinton, il liquido in cui sono immerse le nostre cellule (i liquidi extracellulari e in particolare il liquido interstiziale) sarebbe ancora, per composizione, più o meno lo stesso liquido marino di milioni e miliardi di anni fa.
Da questa premessa si deduce che Quinton presupponeva un aumento della concentrazione salina graduale nella scala evolutiva del pianeta, dato che oggi il contenuto di cloruro di sodio nell'ambiente cellulare interno di un uccello è 7,2 g su 1.000 g mentre quello del mare è 33 g su 1.000. Quinton credeva che la vita animale fosse apparsa nel momento in cui il mare aveva una concentrazione compresa tra 7 e 8 g per ogni 1.000.
La concentrazione salina di ogni animale dipende quindi, secondo Quinton, dall'epoca della propria comparsa, a seconda che sia più o meno recente.
Tuttavia oggi sappiamo che non è possibile affermare che la concentrazione salina dei mari è aumentata negli ultimi 600 milioni di anni, dato che l'analisi dei sedimenti oggi possibile mostra che perlomeno non è cambiata negli ultimi 200 milioni di anni.
Anche riguardo alla temperatura corporea Quinton fece una proposta di spiegazione evolutiva. Misurando personalmente la temperatura rettale di tutti gli animali che riuscì a reperire stabilì la cosiddetta legge di costanza termica. Essa sosteneva che specie di animali simili ma nate evolutivamente in tempi diversi avevano in effetti temperature basali diverse. Lui riscontrò differenze che andavano dai 16 gradi dell'ornitorinco ai 43 gradi dei mammiferi delle regioni artiche. In sostanza, mentre il pianeta andava raffreddandosi, la vita cellulare comparsa a una certa temperatura tendeva a mantenere, al fine del proprio funzionamento, la temperatura delle proprie origini.
Studi odierni hanno dimostrato che esistono animali ambientati a temperature anche ben inferiori o anche superiori a quelle rilevate da Quinton. Inoltre egli non poté tenere conto dell'alternarsi delle ere glaciali di cui al suo tempo non si aveva conoscenza e che contraddicono la sua prospettiva.
Un'ulteriore legge affermata da Quinton, detta della costanza luminosa, è invece quella che afferma la capacità degli organismi fosforescenti di produrre la luce al fine di mantenere l'elevata attività cellulare propria di certe specie.
Dal mare, la vita
Sebbene gli assunti di Quinton (riuniti alla fine in un'unica legge di costanza generale) non siano oggi riconfermati da sperimentazioni e vengano ritenuti privi di ogni evidenza scientifica per le scoperte successive che li hanno quasi completamente invalidati, non si può non ritenere che la “filosofia marina” che sottende il lavoro di Quinton (di cui intuitivamente possiamo percepire una certa logicità e riscontro biologico) ci riservi una notevole possibilità di intervento su molte patologie e concorra a spiegare alcune modalità di funzionamento e di guarigione proprie dell'organismo umano.
In un'epoca in cui si pensava che la materia vivente fosse costituita e dipendesse esclusivamente da una certa quantità di corpuscoli atomici, il sostenere che in essa vi si riscontra invece tutto l'insieme degli elementi presenti nell'acqua di mare fa di lui un precursore di quella branca della biologia che sottolinea l'importanza degli oggi stranoti oligoelementi, figura chiave di molti metabolismi cellulari e organici. Va inoltre ricordato che le scoperte di Quinton hanno caratterizzato per molti decenni la medicina balneare, poi trascurata nel secondo dopoguerra, ma oggi di nuovo in auge e in ripresa nei centri termali e marini salutistici. Il mare, come elemento primordiale vitale per l'essere umano, è studiato attualmente da molti scienziati anche nella sua accezione terapeutica. Il suo utilizzo come fonte anche di ioni fondamentali è una possibilità di cui molti terapeuti sono sempre più consapevoli. E Quinton ne fornì anche delle sperimentazioni terapeutiche accurate.
Leggi l'articolo completo sull'acqua di Quinton su Scienza e Conoscenza n. 54
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Articolo scritto da Valerio Pignatta
Valerio Pignatta è nato a Vigevano nel 1959. Laureato in Scienze Politiche all'Università di Pavia e laureato in Storia all'Università di Genova, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti il rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto inoltre testi di storia per l'editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina. È parte del comitato scientifico della rivista Scienza e Conoscenza.