Imbolc - I Doni della Luce Interiore
Femminile Sacro
Femminile Sacro
Ci troviamo a Imbolc, l’antica festa del fuoco che segna il passaggio tra il rigido inverno e il primo timido risveglio della natura. Convenzionalmente si celebra la notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio, ma come anche per le altre feste del fuoco (Samhain, Beltane e Lughnasadh), nel passato la data esatta si calcolava in modi diversi, osservando le fasi lunari o il sorgere all’alba di alcune stelle. L’invito è quello di osservare la natura: Imbolc è in arrivo quando percepiamo dei piccoli cambiamenti nell’ambiente che ci circonda. A cura di Laura Sofia Cariolato
Redazione Web Macro
A metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, Imbolc rappresenta un momento di rinascita, in cui la Terra inizia a destarsi dal lungo sonno invernale: i primi bucaneve spuntano dal terreno ghiacciato, gli alberi sono carichi di gemme pronte a sbocciare e il canto degli uccellini comincia a farsi più incalzante. Nell’aria si respira un profumo di nuovi inizi.
Nel freddo ancora pungente, la vita pulsa sotto la superficie ghiacciata, portando con sé la speranza di una nuova primavera.
Il termine "Imbolc" deriva probabilmente dall’antico irlandese Imbolg, che significa "nel grembo", perché questo è il periodo in cui nascono gli agnellini, e con loro arriva anche il latte, segno inequivocabile che Madre Terra si sta risvegliando.
Per gli antichi popoli questo momento dell’anno era molto delicato: ancora non era arrivata la stagione tiepida e lo spettro della fame era sempre in agguato sul finire del lungo inverno.
Per questo nell’antichità ogni minimo segno di cambiamento in natura veniva percepito con stupore ed era celebrato e accolto con grande meraviglia, in un intreccio indissolubile tra umanità e natura, che non erano percepite come separate bensì profondamente unite.
Un altro dei significati della parola Imbolc è “grandi piogge” (Imb-folc), che rimanda al tema della purificazione - non a caso Imbolc è stata sincretizzata nella Candelora, la festività cristiana che ricorda la purificazione di Maria quaranta giorni dopo il parto e la presentazione di Gesù al Tempio.
Fuoco e acqua sono gli elementi che caratterizzano questo importante passaggio della Ruota dell’Anno e rimandano ai temi del rinnovamento e della purificazione necessari per alleggerirci dai pesi dell’inverno.
Brigid, Dea e Santa del Triplice Fuoco
Questi due elementi sono anche associati a Brigid, una delle divinità celtiche principali e ancora oggi molto sentita in particolare in Irlanda. Brigid incarna la fanciulla che prende il posto della Cailleach, l’anziana dea dell’inverno, portando con sé il calore e la rinascita della natura e risvegliando col suo bastone il fuoco della vita nei semi ancora dormienti.
È la Dea del triplice fuoco: il fuoco dell’ispirazione, della guarigione e della forgia, un fuoco alchemico che plasma e trasforma i metalli. Il fuoco di Brigid è simbolo di protezione e anche del nutrimento inteso come focolare domestico. È la protettrice dei druidi, dei poeti, dei fabbri, dei guaritori e anche del parto; colei che rende giustizia ai più deboli, patrona delle arti e dei mestieri.
Brigid è anche legata all’acqua: in tutta Europa esistono numerose sorgenti e pozzi sacri a lei dedicati, nei quali le donne si recavano per chiedere fertilità e guarigione.
Brigid si ritrova non solo in Irlanda, ma in tutte le isole britanniche e anche in alcune zone d’Italia (ad esempio la Brianza ha la stessa radice di Brigid, e anche il nome Britannia).
Con l’avvento del cristianesimo venne assimilata a Santa Brigida d’Irlanda, fondatrice del monastero di Kildare e dell’ordine delle suore brigidine, che ancora oggi custodiscono il suo fuoco perenne. Questa è una tradizione antica che è stata interrotta e ripresa più volte nel corso dei secoli. Oggi le suore, un tempo le sacerdotesse e le druidesse, a turno per 19 notti più una vegliano questo fuoco: si dice che il ventesimo giorno, sia Brigid stessa a vegliare il suo fuoco, che la mattina dopo viene sempre trovato acceso.
Storia e leggenda si intrecciano, e non è facile trovare prove certe dell’esistenza di Brigid, se fosse una Dea, una Santa, o una personificazione della natura stessa, o forse tutto ciò.
Come celebrare Imbolc
Imbolc è una festa che invita alla purificazione e al rinnovamento, sia interiore che esteriore. Ecco alcuni modi per celebrarla:
Accendere candele o un fuoco: il fuoco rappresenta la luce che ritorna, la speranza e la forza vitale che cresce dentro di noi;
Benedire le candele: in passato si consacravano le candele che sarebbero state usate durante l’anno, in un rito simile a quello della Candelora;
Fare pulizia in casa e decluttering: liberarsi del superfluo aiuta a lasciare andare tutti i pesi dell’inverno e a creare spazio per il nuovo;
Passeggiare in natura e osservare i primi segni del risveglio primaverile per connetterci con i cicli della terra.
Creare la Croce di Brigid: simbolo di protezione e prosperità associato alla Dea/Santa Brigid, veniva tradizionalmente realizzata con giunchi o paglia e posta nelle case per proteggerle dalle negatività.
Celebrare Imbolc oggi significa riscoprire la connessione con la natura e i doni della luce interiore. Imbolc è un momento di transizione, una soglia tra l’inverno e la prossima primavera, un’opportunità per risvegliare la nostra energia interiore e allinearci con il ritmo ciclico della vita. Accogliamo la luce che cresce, purifichiamoci dal passato e lasciamo che la nuova stagione ci ispiri con la sua promessa di rinnovamento e rinascita.
Felice Imbolc!
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Laura Sofia Cariolato Autrice, praticante di sciamanesimo e facilitatrice di consapevolezza femminile, creatrice de Gli Antichi Misteri Femminili e co-fondatrice di Vidyanam. Da una decina d’anni conduce cerchi di donne, celebrazioni stagionali e riti di passaggio quando possibile in natura per ristabilire il collegamento con il ciclo mestruale, i cicli naturali della Terra, della Luna e del Sole avvicinando le persone alla loro parte più autentica e sacra. Creatrice del percorso ciclico annuale “Camminare la Ruota dell’Anno”, per ritrovare una profonda connessione con Madre Terra e una spiritualità radicata.
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