Svezzamento senza carne: è possibile?
Genitori e Figli
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Parliamo di svezzamento: è possibile, ma soprattutto è corretto dal punto di vista nutrizionale, proporre al bambino uno svezzamento senza carne o addirittura vegano? Ce ne parla la biologa nutrizionista Sabina Bietolini, autrice del libro I Primi 1000 Giorni, in un articolo apparso su Scienza e Conoscenza 64.
Redazione Scienza e Conoscenza
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Articolo scritto da Sabina Bietolini
Quando si parla di svezzamento fisiologico, il focus è su un’alimentazione che rispetti la fisiologia del bambino, in linea con i LARN 2014 (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia), consentendo una crescita regolare e in salute.
Ciò si può ottenere introducendo innanzitutto alimenti adatti all’Homo sapiens sapiens, animale non predatore, il cui cibo d’elezione, in base alla sua fisiologia e anatomia, è quello vegetale. Ovviamente per un cucciolo di H. sapiens s., l’alimento di elezione è in primis il latte materno, quindi l’introduzione dei cibi (vegetali) dovrebbe tener conto di questa priorità biologica.
Premesso ciò, un bimbo allattato al seno dovrebbe ricevere nel suo primo anno di vita diversi assaggi di cibi vegetali, opportunamente preparati affinché possa assorbirne i nutrienti, in considerazione dell’assenza di dentini adatti alla masticazione, per incontrare sapori, consistenze e odori che inizino il suo percorso alimentare.
Nella tabella sottostante vengono elencati alcuni degli alimenti proposti durante il primo anno di vita del bimbo qualora sia svezzato con alimentazione fisiologica, confrontati con i cibi che ricevono i coetanei svezzati in maniera convenzionale.
La varietà degli alimenti proposta nell’approccio fisiologico è di gran lunga superiore a quella dello svezzamento classico, includendo tutti cibi di provenienza mediterranea, ad eccezione delle alghe, le quali sono di provenienza atlantica (Bretagna e Irlanda dell’ovest) e della sudamericana quinoa. In totale, nel primo anno di vita, il bimbo avrà una settimana alimentare già molto ricca: oltre 50 alimenti diversi che saliranno a oltre 100 entro i 24 mesi, senza contare verdure e frutta di provenienza non europea.
Molti di questi alimenti sono sconosciuti alla maggioranza delle persone che seguono una dieta onnivora e occidentale, pur essendo alimenti autoctoni e dell’area mediterranea, presenti nei negozi del biologico. Innegabile quindi che lo svezzamento fisiologico prepari il bimbo a una conoscenza del cibo molto ampia che ben attuerà l’obiettivo primario di educare precocemente il sistema immunitario per garantirne efficienza di risposta e buon funzionamento a breve, medio e lungo termine.
Ovviamente la dieta sarà ricca di strategie alimentari finalizzate a fornire tutti i nutrienti di cui il bimbo necessita, al fine di prevenire carenze, senza però comportare le inevitabili compensazioni dovute all’assunzione di cibo non fisiologico quale carne, pesce e formaggi.
La possibile carenza di vitamina B12 potrà essere scongiurata con integrazioni in dosaggi secondo i LARN 2014, da affiancare all’integrazione di vitamina D che ricevono anche i coetanei svezzati convenzionalmente. Ciò a dire che la necessità di integrare una vitamina, come avviene anche nello svezzamento convenzionale, non può certo rappresentare un requisito per giudicare inadeguata la dieta, altrimenti bisognerebbe ammettere anche l’inadeguatezza della dieta onnivora.
A tal proposito, è opportuno sottolineare che parmigiano e prosciutto cotto sono tipici della nostra cultura occidentale e italiana, ma, ad esempio, non lo sono di quelle orientali, eppure i loro bimbi crescono ugualmente. Ed è per questo che l’attenzione dello svezzamento fisiologico si focalizza sui nutrienti essenziali e la loro biodisponibilità negli alimenti e non su alimenti da considerarsi indispensabili, perché non ve ne sono.
Dovremmo essere tutti ormai ben consapevoli che non è la carne a essere necessaria per la crescita, ma lo sono proteine, ferro, zinco, vitamina B12 e grassi in essa contenuti, ma contenuti anche in altri cibi, magari non presenti nei grandi supermercati, ma non per questo meno validi, semmai il contrario. E allora basterà aprirsi a una più ampia varietà di alimenti e fare i conteggi dell’apporto dei loro nutrienti.
Di certo ciò è meno pratico e veloce della pappa proposta nel classico svezzamento “brodo+pastina+carne/formaggino+parmigiano”, o dell’autosvezzamento, ma raramente la praticità si incontra con obiettivi di salute a breve, media e lunga scadenza.
Articolo scritto da Sabina Bietolini
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