Calmare la mente rafforzando i sensi
Nuova Saggezza
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Può la mente intralciare il raggiungimento dei nostri obiettivi? O distrarci dalla consapevolezza del presente e farci perdere di vista le nostre potenzialità? Sì, può accadere e accade molto più spesso di quanto non si immagini. Le evidenze degli studi di psicologia e psicoterapia lo dimostrano e con sempre maggiore frequenza si cerca, attraverso tecniche di meditazione o percorsi psicoterapeutici, di fermare o almeno rallentare quel flusso continuo, ostinato e rumoroso di pensieri che si affastellano nelle nostre menti spesso senza sosta.
Redazione Web Macro
Se ne era già reso perfettamente conto il biologo statunitense Jon Kabat-Zinn, che negli anni Ottanta del secolo scorso, dopo essersi formato anche con il monaco Thich Nhat Hanh, ha adattato gli insegnamenti del buddismo zen per dare vita alla pratica che ha chiamato mindfulness, che in poco tempo ha avuto una enorme diffusione proprio perché permetteva di calarsi nel presente sopendo gli stimoli mentali eccessivi, forieri di ansia, depressione, preoccupazione, distrazione.
La mente è uno strumento potentissimo che può agire per noi o contro di noi. Può impedirci di portare a termine qualcosa per paura del risultato, può farci provare la sensazione del fallimento personale per un singolo fatto andato storto in una giornata o può anche catapultarci nella proiezione di una “realtà” fasulla ansiogena frutto di un flusso di pensieri incontrollato. E, disturbati dal pensiero, possiamo ritrovarci incapaci di vivere come desideriamo.
Ci accorgiamo che il pensiero non si muove “secondo i nostri desideri” quando, pensando di fermarlo, non vi riusciamo.
Nel corso degli ultimi decenni sono state messe a punto diverse tecniche, oltre la mindfulness, per “tenere sotto controllo” il pensiero impedendo che crei interferenze. Una delle metodologie che si sono diffuse è quella che consente di azionare questo tipo di controllo rafforzando le sensazioni attraverso il perfezionamento dei sensi. Grazie a esercizi specifici, si acquisisce la pratica di vivere concentrandosi sui cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) e, successivamente, si perfeziona il controllo del pensiero secondo la nostra volontà.
Questa tecnica è stata messa a punto da Ryunosuke Koike, monaco buddhista della scuola Jodo Shinshu, priore del tempio Tsukuyomiji a Tokyo, laureato in scienze dell'educazione e della formazione. Secondo Koike, per diventare consapevoli di quale senso stiamo usando in un determinato momento, è necessario percepire in modo attivo le sensazioni generate dai sensi e non subirle distrattamente. In termini buddisti è la differenza che intercorre fra la condizione di “perdita di consapevolezza” e quella di “piena consapevolezza”.
Ripetendo dunque l’esercizio per diventare consapevoli nei confronti dei nostri sensi, senza essere trascinati dalle interferenze dei nostri pensieri, si arriva a riconoscere chiaramente le informazioni per ogni istante e la mente sperimenta un senso di appagamento. La pratica consente anche di riacquisire un affinamento nella percezione delle sensazioni sottili, che si è andato perdendo nel tempo e che permette, per esempio, di riconoscere il suono della pioggia e dell’acqua come qualcosa di interessante e di estremamente profondo, percependone la bellezza senza bisogno di ricevere stimoli intensi.
Esercitandosi, dunque, ad affinare i cinque sensi, come spiega Koike, si passa dallo stato in cui “si sente” un suono all’azione di “ascoltare”, o dallo stato in cui le cose “si vedono” all’azione di “guardare”, e si percepisce la perfezione anche nelle cose che a prima vista sembrano insignificanti. Si diventa così in grado di gioire della nostra quotidianità anche nelle sue piccole cose, senza doverci per forza rifugiare in un tipo di stimolo che scuota intensamente il cervello.
Koike illustra il suo metodo, gli esercizi e le pratiche nel suo libro “Smetti di pensare (troppo) e vivi meglio”, e spiega come, oltre a rivedere nel suo insieme la nostra vita, attraverso il perfezionamento dei sensori della consapevolezza che legge i dati immessi dai cinque sensi, possiamo cancellare dalla mente la rabbia e l’insicurezza, apportando notevoli miglioramenti al nostro stesso carattere. Peraltro, le pratiche di Koike sono utili oggi più che mai, in questa epoca di distrazione di massa indotta dalla tecnologia digitale, perché ci mettono in grado di concentrarci sullo studio e sul lavoro anche in condizioni in cui non ci siano stimoli particolari e intensi.