Carlo Borlenghi: il fotografo del Mare
Nuove Scienze
Nuove Scienze
Blue Mind è il libro che spiega l'amore per l'acqua, in tutte le sue forme. Carlo Borlenghi, fotografo di vela, ci parla in questo articolo del suo esercizio di libertà.
Redazione Web Macro
Un grande fotografo del mare, ecco chi è Carlo Borlenghi. Le sue fotografie del mondo della vela sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo.
Artista continuamente affacciato sull'acqua, Borlenghi ci ha lasciato e continua a lasciarci un segno importante nel nostro immaginario collettivo delle immagini del mare. Nelle sue foto, le vele, la spuma del mare, gli scafi assumono forme che non ci aspettiamo, con scorci unici che esprimono la potenza del mare e il mondo della vela.
Blue Mind è il libro edito da Macro Edizioni che parla e spiega in maniera scientifica il profondo legame esistente tra il nostro cervello e l'acqua. Un legame che Carlo Borlenghi, fotografo del mare e di vele, conosce molto bene.
Abbiamo chiesto a Borlenghi di raccontarci la sua testimonianza, quella che lui ha definito un esercizio di Libertà.
Considerato come uno dei migliori fotografi di vela, a livello sia nazionale che internazionale, Carlo Borlenghi ha viaggiato il mondo all'insegna degli eventi nautici più importanti, tra cui tutte le edizioni dell’America’s Cup dal 1983, The Race, le regate Rolex le Whitbread Round the World Race e tante altre competizioni.
Borlenghi è anche conosciuto per essere stato il fotografo ufficiale di Luna Rossa durante tutte le sfide per l’America’s Cup.
SCOPRI BLUE MIND
Carlo Borlenghi: un esercizio di Libertà
"La fotografia di vela è stata il mio lavoro e la mia vita per più di trent'anni ormai. Al punto che io stesso adesso farei fatica a discernere le due cose. Il trucco è non farlo.. e così continuo a vivere il mio lavoro e a lavorare alla mia vita in un una serie ormai quasi infinita di immagini di vele, scie, spruzzi, barche e regate.
La voglia è ancora la stessa di quando ragazzino guardavo le vele dalla mia casa sul Lago di Como e sognavo un lavoro che fosse esercizio di libertà. Perché penso che la foto più bella sia sempre quella che devo ancora scattare, in un percorso di ricerca artistica che non può esaurirsi in quanto ha nella ricerca stessa il suo fine.
La fotografia di vela è stata fin dai suoi esordi con i Rosenfeld e la famiglia Beken di Cowes un atto di amore per la bellezza delle barche di quei tempi, il fotografo tentava di catturare su pellicola la perfezione delle forme e l'eleganza dei movimenti di quelle barche irripetibili riportando a riva un bagaglio prezioso, facendosi messaggero di questa bellezza per il pubblico che non poteva assaporarla coi propri occhi.
Gli anni sono passati e la tecnologia ha permesso ai successori di quei pionieri di esplorare vie espressive che sarebbero state inimmaginabili allora. Contemporaneamente le barche sono diventate sempre più brutte, sgraziate ed ineleganti cessando di amalgamarsi armoniosamente col mare stesso. Chi penserebbe di paragonare un J-Class a un trimarano odierno?
Io ho cercato quindi di abbandonare lo stile di allora, fatto di fotografie che erano come ritratti a figura intera delle barche, per andare a ricercare quell'eleganza perduta nei particolari, nell'ombra di una vela riflessa sull'acqua, nello sforzo di un marinaio che a prua si oppone alla forza del vento e dell'onda, nelle geometrie effimere di incroci di vele, di luci e di uomini. Un istante perfetto che a volte dura solo il tempo di vederlo, a volte solo quello di pensarlo e altre volte neppure quello.
Ma se, tornato a riva ho catturato un po' di quella bellezza e posso trasmetterla a chi non c'era, allora sento che, come i pionieri di allora, ho dato un senso alla mia fotografia di vela."
Carlo Borlenghi
SCARICA L'ESTRATTO GRATUITO DEL LIBRO