Cosa sono i campi morfogenetici?
Nuove Scienze
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Cosa sono i miracoli? Esistono davvero e sono dimostrabili scientificamente o si tratta di superstizione e magia? Nel suo libro La Fisica dei Miracoli, il dott. Richard Bartlett dimostra che ciò che chiamiamo “miracoli”, oggi come oggi, in questa nostra epoca, non sono altro che fenomeni concreti, di cui dobbiamo riconoscere l’esistenza anche se non sono stati ancora “dimostrati”. Le indagini sul campo morfogenetico, ci aiutano a capire come “attivarli”. A cura della collana Scienza e Conoscenza
Redazione Web Macro
Le scoperte di Shaldrake
Che cosa penseresti se ti dicessero che è possibile aumentare l’incidenza dei miracoli nella propria vita?
Al di là delle credenze e delle superstizioni, non dovremmo mai dimenticare che tutta la materia si compone di energia, o meglio di campi energetici: esseri umani, animali, polvere di stelle, alberi, sedie… nessuno escluso – qualsiasi forma, a livello quantistico, è fatta di energia, ed è proprio in tale contesto che interviene la scienza dei cosiddetti miracoli. Rupert Sheldrake è stato il primo scienziato a presentare all’opinione pubblica il concetto di campo morfico. Secondo la sua definizione:
Trattasi del campo interno e circostante a una unità morfica, che si organizza sulla base di una struttura caratteristica e di un pattern di attività. I campi morfici costituiscono le fondamenta della materia, nonché del comportamento degli oloni, o unità morfiche, a qualsiasi livello di complessità. Con il termine campo morfico si fa riferimento anche ai campi morfogenetici, comportamentali, sociali, culturali e mentali. I campi morfici sono modellati e stabilizzati dalla risonanza morfica, sulla base delle unità morfiche precedenti e analoghe, sottoposta all’influenza di campi dello stesso genere. Di conseguenza contengono una sorta di memoria cumulativa, e hanno la tendenza a diventare progressivamente abituali.
Come nel caso del campo gravitazionale o del campo elettromagnetico – strutture spaziali invisibili, intangibili, inudibili, osservabili solamente attraverso i loro effetti sulla materia – esiste secondo Shekdrake un campo morfogenetico, una rete che connette tra loro i vari esemplari di una stessa specie, permettendo ad esempio agli uccelli di volare all’unisono senza l’uso di parole o particolari codici.
Attraverso questa gigantesca rete chiamata campo, scorrono informazioni a livello subatomico indipendentemente dalle esperienze e dall’ istruzione del singolo.
Un’idea soggiorna pulsante nel campo attirata da chi la pensa e la attrae nel campo d’azione della sua stessa esistenza.
È grazie al campo morfogentico che si possono spiegare fenomeni come “la centesima scimmia”. Una volta scoperta e messa in pratica un’azione migliorativa, come ad esempio lavare il cibo prima di mangiarlo, da un numero minimo di esemplari della stessa specie, definito massa critica, questa conoscenza si estende a l’intera razza, senza che l’intera razza ne abbia fatto esperienza diretta. Se da un lato dunque l’apprendimento di alcuni comportamenti da parte di certi animali è determinato dalla correzione degli errori commessi, dall’altro, in molti altri casi, è legato a veri e propri “colpi di genio”, che permettono di ottenere una soluzione rapita e inattesa, come se fosse stata estrapolata direttamente da quella che Jung chiamava coscienza collettiva.
Noi umani, essendo in parte animali, funzioniamo in questa stessa identica maniera. Ciò che ognuno di noi impara e di cui fa esperienza soggiorna nel campo, che possiamo immaginare come una sorta di rete web in cui tutto lo scibile umano è a disposizione di chi si connette.
Connettersi al campo
Nel corso della sua esperienza come medico chiropratico, Bartlett si è reso conto che alle spalle di ogni problema c’è un programma. Ogni programma crea il suo specifico e unico campo morfico, e ne è sostenuto. Il campo morfico viene creato sulla base delle credenze e delle aspettative della persona, e sul modo in cui queste riproducono la sua opinione circa lo stato “auspicabile” nella realtà. Esiste per esempio un enorme campo morfico limitante che chiamiamo “malattia”; se attingiamo a quel campo, sicuramente potremo procurarci un bel po’ di guai. Se è proprio quella la realtà con cui ci stiamo baloccando, potremmo inconsapevolmente continuare a creare la malattia. Esistono però anche campi morfici di possibilità che possono creare guarigione se il paziente è compatibile con tale modello fino al livello più profondo delle sue credenze. Sono le nostre percezioni circa ciò che riteniamo possibile a definirci. Se riteniamo opportuno prendere una certa medicina, o sottoporci a un intervento chirurgico, sarà così. Ciò in cui scegliamo di credere è potenzialmente illimitato.
Dovremmo provare a percepire le cose in modo diverso, senza attendere di trovarci sull’orlo dello strazio o della disperazione per provare a cambiare le nostre credenze e la nostra energia con cui ci connettiamo al campo. Così, sono davvero possibili i “miracoli”.
L’energia della matrice, di cui parla nel suo primo best seller Matrix Energetics, dispone di un vastissimo campo morfico, al quale, ognuno di noi, con un minimo sforzo può accedere. Ognuno di noi può farlo in qualsiasi momento, ovunque si trovi. Ed è proprio connettendosi a questo campo, a queste energia, che sono possibili i miracoli. Quando ci connettiamo deliberatamente al campo morfico di questo specifico antichissimo potere allo scopo di guarire i malati e aiutare il pianeta, ci stiamo servendo di questa tecnologia spirituale della coscienza in modo da suscitare la migliore qualità dell’umanità. Ci trasformiamo in veri e propri Servitori della Luce, capaci di creare.
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