Fenomeni luminosi misteriosi - I Cristalli di Plasma - La vita come ancora non la conosciamo
Nuove Scienze
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Sul nostro pianeta e nell’atmosfera terrestre accadono fenomeni ancora misteriosi per la scienza. Assistiamo a dinamiche di luce che ancora non riusciamo a comprendere nel loro aspetto più intrinseco. Il dr. Massimo Teodorani nel libro Sfere di Luce ci svela alcuni dei fenomeni di luce ancora avvolti nel mistero. A cura della redazione della collana Scienza e Conoscenza.
Redazione Web Macro
Cosa sono le sfere di plasma?
Anche solo osservando un sasso nei suoi movimenti, noi osserviamo qualcosa che ricorda moltissimo la moltiplicazione cellulare. Questa manifestazione è stata osservata anche in laboratorio da svariati ricercatori, quando si è tentato di creare piccole sfere di plasma. Sembrano una forma di vita in continua crescita. Allora pensare che una qualche forma di intelligenza vi possa albergare, non può essere escluso, ma va dimostrato scient ificamente. E le ragioni per farlo ci sono e tante. Non solo queste ricerche ci permetterebbero di dischiudere le porte di un mondo di cui non avremmo mai sospettato l’esistenza, ma ci consentirebbero di conoscere in maniera completamente interattiva il funzionamento completo del nostro cervello e della nostra coscienza. Queste ricerche ci aiuterebbero a conoscere in maniera completa come funziona esattamente il meccanismo della vita e come la coscienza operi all’interno di strutture fatte di materia ed energia: potrebbe infatti essere che la coscienza e l’intelligenza possano agganciarsi non solo a strutture biologiche, ma anche a strutture puramente energetiche, e anche questa sarebbe una forma di esistenza chiamata “vita”.
A questo proposito non si può non ricordare le parole del geologo Egon Bach, il quale, dopo aver osservato e studiato a lungo i misteriosi fenomeni di luce che si vedono nei pressi di alcuni vulcani attivi, arriva ad affermare quanto segue:
Queste sfere di luce tendono a contrarsi quando sono soggette a sorgenti di calore, e per questa ragione la sostanza di cui esse sono composte viene chiamata “anti-plasma”, il sesto stato della materia. Esse sono soggette a pulsazione con i periodi più svariati, e possiedono proprietà foto-cinetiche, nel senso che sono attratte da qualunque sorgente di luce. Il meccanismo funzionale di questi oggetti richiede per forza la trasformazione di fotoni in elettroni, e gli elettroni costituiscono l’immagazzinamento di energia interna di questi oggetti… Il moto molecolare e/o atomico di questa sostanza è “auto-sincronizzato”, nella forma di un computer naturale in grado di costituire un network atomico-molecolare di tipo neurale: questo network può adattarsi sia a sfere di luce singole che a colonie o grappoli di oggetti che si fondono e si muovono a volte in formazioni apparentemente geometriche; per questa ragione si suggerisce l’esistenza di una forma di “intelligenza non-molecolare”.
Dalle parole di Bach sembra che si tratti di una forma di “bioenergia”, di cui, a quanto sembra, si interessò per lungo tempo anche lo scienziato austriaco Wilhelm Reich, arrivando perfino a inventare particolari macchine in grado di attrarre o respingere certe “forme energetiche”; non dimentichiamo che Reich aveva una profondissima conoscenza del “fenomeno UFO” e della sua sospetta interazione con l’uomo e il pianeta in cui vive. Solo la scienza potrà fornire la risposta a tutti questi interrogativi che, tra l’altro, sono davvero gli interrogativi ultimi della scienza. E infatti una parte degli scienziati si sta muovendo proprio in questa direzione.
I cristalli di plasma- una forma di Vita?
Un team internazionale di fisici ha dimostrato che proprio i plasmi possono auto-organizzarsi in maniera naturale in strutture elicoidali stabili, che esibiscono le caratteristiche normalmente attribuite alla materia organica vivente, inclusa quella di autoreplicarsi. Fenomeni del genere possono essere incontrati in qualunque ambiente adatto: dalla Terra agli ambienti cosmici, dove il plasma è lo stato della materia largamente più diffuso. In particolare, si è dimostrato che quando la polvere interstellare entra a contatto con un plasma, vengono a crearsi delle formazioni particolari, battezzate con il nome di “cristalli di plasma”. Simulazioni di laboratorio dimostrano in maniera inequivocabile che questi “cristalli” mostrano alcune delle caratteristiche più elementari della Vita e in particolare: una struttura elicoidale simile al DNA, un comportamento autonomo e auto-organizzato, la capacità di riprodursi e di evolvere.
Quando un plasma entra in contatto con una nube di polvere (come avviene spesso nello spazio interstellare) le particelle di polvere acquistano una carica elettrica “succhiando” letteralmente gli elettroni dal plasma circostante. A sua volta questo nucleo di elettroni si riduce in ioni positivamente carichi, che formano cristalli di plasma dalla forma elicoidale, che assume una capacità di auto-organizzazione, la quale, tramite un meccanismo che assomiglia in tutto a una riproduzione cellulare, porta di volta in volta a strutture sempre più evolute. Il confronto tra questi fenomeni di interazione tra plasmi e polvere interstellare e l’interazione tra plasmi e aerosol atmosferici (vedasi teoria di Turner) in aree come Hessdalen è immediato. Anche nelle sfere di luce di Hessdalen – e probabilmente qualcosa di simile avviene in tantissimi altri luoghi al mondo, dove si rilevano fenomeni anomali di luce sono stati rilevati fenomeni di sdoppiamento, espulsione e formazione a grappolo, che ricordano davvero il meccanismo di “riproduzione cellulare”. È chiaro allora che la domanda ultima qui è se, oltre ad essere capaci di riprodursi e di evolversi, questi plasmi possano evolvere al punto tale da diventare organismi intelligenti e dotati di coscienza, oppure se le loro caratteristiche riscontrate, di coerenza e di auto-organizzazione, possano essere “agganciate”, a certi livelli, da coscienze provenienti dall’esterno.
Tanti misteri ancora da scoprire!
Questi argomenti sono solo il preludio a qualcosa che è in preparazione, e che si è deciso di realizzare proprio dopo aver osservato a fondo e studiato il problema nella sua interezza. Sono i veri punti oscuri quelli che adesso dobbiamo studiare scientificamente, e su cui dobbiamo costruire un’architettura matematica completa, perché la matematica è il linguaggio con cui funzionano le leggi della fisica e le leggi della fisica devono per forza adattarsi anche a quella strana entità indefinita (e di cui si sono appropriate le religioni) denominata “spirito”. È la meccanica quantistica stessa a dirci che la materia e lo spirito devono per forza interagire tra loro, ma al contempo è la stessa fisica dei plasmi a dirci che in particolari condizioni i plasmi stessi possono comportarsi come delle cellule viventi capaci di riprodursi e di organizzarsi. Fino ad ora riguardo ai fantomatici fenomeni di luce, che continuiamo ancora immaturamente e vagamente a chiamare “earthlights”, abbiamo solo “sollevato la buccia dell’arancia”, ma non abbiamo studiato il suo interno e il suo succo: è a quello che dobbiamo tendere, cioè al vero nucleo del problema.