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Le domande fondamentali dell’esistenza secondo l’antroposofia. Parte Prima

Nuove Scienze

Le domande fondamentali dell’esistenza secondo l’antroposofia. Parte Prima

Nuove Scienze

Le domande fondamentali dell’esistenza secondo l’antroposofia. Parte Prima

 A cura di Tiziano Bellucci


Redazione Web Macro

 1 – Cos’è l’io? Chi sono io?

L’io umano è un Principio atemporale e aspaziale, costituito di una natura simile alla luce e al calore. Vive in una dimensione accessibile tramite uno stato di coscienza superiore.

E’ invulnerabile, indivisibile ed eterno: non esiste un io uguale ad un altro. Incarna la sua essenza sulla Terra entro un corpo fisico adatto, per poter sperimentare tramite esso la vita materiale, in un mondo in cui condivide – con altri io incarnati - esperienze non esistenti nella sua dimensione. La separazione, la limitazione, l’egoismo, la sofferenza, la morte sono esami a cui egli si sottopone, al fine di conseguire nuove forze e facoltà. Quando è incarnato, non lui, ma le sostanze egoiche che costituiscono il suo corpo si credono un io; questo avviene per generare - tramite l’equivoco - contraddizioni interiori che stimolino i componenti egoici stessi ad arrivare a porsi domande esistenziali sulla loro natura e la loro origine. Durante la vita terrestre "per attrito" interiore si sono sviluppate delle forze e delle capacità: queste non essendo di natura fisica, seguono l'io entro il suo mondo e vanno ad arricchirlo di nuove doti e talenti. Trattandosi di capacità “tinte” di usi terrestri, esse devono prima passare attraverso un “epurazione” (chiamata purgatorio) affinché solo la purezza spirituale contenute possa accedere al mondo superiore e possa essere praticata, esercitata nella patria spirituale originaria dell’io umano.

2 - Da dove vengo?

La domanda viene posta in modo corretto se ci si chiede: da dove viene l’io e i suoi involucri? Perché essi hanno origini diverse. L’io è l’essenza, i corpi sono i “contenitori” che lo contengono. L’io proviene da ciò che viene chiamato l’Ente universo, o Dio. E’ della stessa natura dello Spirito e quindi non ha né avuto un inizio, né avrà una fine. Inoltre non si è originato e non vive dentro ad uno spazio: lo si deve immaginare parte di una dimensione senza limiti spaziali: come il cosmo illimitato. Gli involucri tramite cui l’io si riveste, hanno invece avuto un inizio. Entità superiori all’io umano, donarono una parte della loro stessa sostanza di volontà, affinché potesse divenire “materiale” da utilizzare per la costruzione di involucri adatti a contenere un giorno l’io umano. Non si deve quindi immaginare una “creazione dal nulla”, ma in virtù di un sacrificio di alcune entità divine, si rese disponibile una base corporea su cui si poté poi sviluppare sia la coscienza umana, sia l’esistenza degli altri 3 regni terrestri. Il mondo è quindi sorto da un “dono” sacrificale. Si parla di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale. Questa trinità di corpi, serve a fornire la base materiale, vitale e senziente umana. Solo il terzo elemento, ossia tramite il corpo senziente (o astrale) l’io può comunicare ai corpi la “sensazione di sentirsi”: da quel momento in poi e non prima l’esemplare può cominciare a sapere di sé.

3 - Dove sono diretto, come essere umano?

Non l’uomo, ma l’io è l’essere che è indirizzato verso una meta. Ciò che il corpo e l’anima credono suoi obiettivi, sono invece mezzi, strumenti attraverso cui l’io potrà conseguire il suo obiettivo. Egli è un essere in continuo divenire, che tende ad elevare la sua coscienza in modo di poter un giorno diventare un collaboratore attivo nella direzione dell’universo. Il lavoro che di vita in vita l’io realizza grazie alle esperienze terrene lo eleveranno ad un grado gerarchico superiore, capace di raggiungere la dignità di Co-creatore. Lo scopo dell’uomo è sapere utilizzare la terra come strumento dell’elevazione del suo io: affinchè possa forgiarsi un essere futuro, che diverrà parte di una nuova Gerarchia angelica. L’io dell’uomo è quindi proiettato verso un futuro glorioso, come essere divino. Questo futuro uomo/io opererà entro un nuovo sistema solare: quando verrà decretata una nuova creazione che interesserà la vita di nuove creature, esse verranno educate, cresciute dalla gerarchia umana evoluta, affinchè possano realizzarsi scopi ancora superiori e la perfezione universale possa di continuo, arricchirsi sempre in eterno, di nuove facoltà e potenzialità.

4 - Da dove proviene il mondo?

Da un'altra evoluzione (mondo) precedente alla presente, la quale a sua volta è provenuta da un’altra e così via. La nostra Terra ha attraversato 3 metamorfosi prima di divenire la Terra attuale.

Dapprima essa era mescolata in modo indistinto con ciò che sarebbero diventati poi gli altri attuali pianeti, tutti disciolti entro la nebulosa primordiale che diede origine al nostro sistema solare. Tale nebulosa primitiva viene designata dalla scienza occulta “Saturno”.

Saturno si metamorfosò poi in stato planetario di “Sole”, di “Luna” e infine “Terra”.

Questi stati, metamorfosi o fasi, durarono miliardi di anni.

Entro queste mutazioni planetarie, gli Elohim superiori crearono gli esseri delle Gerarchie inferiori: Archai, Arcangeli e Angeli. Poi l’uomo.

La Scienza Occulta presagisce comunque 3 condizioni esistenti prima dell’era di Saturno:

3- Condizione di Puro Calore Animico: che non è percettibile esteriormente; Principio Spirito.

2- Condizione di Pura Luce Spirituale: che esteriormente è Tenebra; Principio Figlio.

1- Condizione di Essenza Spirituale in Sè completa, la quale non ha bisogno di nessun essere esteriore per diventare cosciente di Sè. Principio Padre.

Nei Veda, la forma di spirito ancestrale pre-saturnio era chiamato Agni: il fuoco nascosto, agente e sostanza di tutte le cose.

Anche Eraclito di Efeso si rifà ad una dottrina del fuoco primordiale: “l’universo è stato prodotto dal fuoco e deve dissolversi con il fuoco”.

La scienza ufficiale parla di “evoluzione termica e chimica delle stelle”.

Accade poi, per deliberazione divina, che una parte dello Spirito andò a condensarsi in materia.

5 - Dove finirà il mondo?

Il mondo non finirà, ma si trasformerà in un nuovo spazio in cui vivranno nuove creature, verso le quali io e altri umani ci occuperemo della loro evoluzione. Non si deve compiere l’errore di credere che la Creazione debba scomparire, e la si debba distruggere: la Natura e le sue creature, deve sparire all’esterno, per risorgere nel pensiero umano. Il sasso, la pianta e l’animale sono in attesa di farsi liberare” dall’incantesimo materiale in cui sono stati posti, per farsi “umanizzare” dal pensiero umano. Vi sarà un tempo in cui il mondo ridiverrà idea (come al principio) e ogni essere sarà un pensiero vivente nella mente dell’uomo. Con la grande differenza che l’uomo sarà divenuto un Dio, un essere delle Gerarchie spirituali capace di collaborare per la creazione di un nuovo mondo. “L’evoluzione umana esiste per produrre una nuova qualità di energia, utile al progresso e al nutrimento dell’universo spirituale”. Tale energia è lo sforzo compiuto dall’uomo per ritrovare se stesso come progenitore antico di un mondo da cui è stato espulso e nel quale ritornerà per diventarne un protagonista futuro. In tutte le scuole dei misteri si insegnava questo: tu sei un dio potenziale. Lo scopo dell’uomo è di ridiventare un essere spirituale capace di collaborare con le forze cosmiche, con la massima consapevolezza di sè e della sua missione.

6 - C’è una vita oltre quella che viviamo sulla terra?

Ciò che viene chiamata “vita” sulla terra è la porzione di un’esistenza più ampia, che si estende e si esprime in dimensioni e gradi superiori:

-esiste la vita della coscienza di veglia, in cui vediamo il mondo fisico e siamo inseriti nel corpo fisico;

-esiste la vita della coscienza di sogno grazie al fatto che temporaneamente “usciamo dal corpo” la notte, per ritornarvi il mattino: il panorama onirico assomiglia al mondo fisico, ma le leggi e le coerenze sono diverse da quelle terrestri;

-esiste la vita della coscienza dopo la morte, ove interrompiamo come nel sognare il legame con la terra con la differenza che non ritorniamo più nel corpo: abbandoniamo gli organi di senso. Ma come nel sogno, la coscienza non smette di esistere. L’ambiente in cui si trova l’io dopo la morte è lo stesso in cui si viveva di notte come stato del “sognare”: ora però le esperienze non sono più un riflesso di eventi terresti, ma reali incontri con entità spirituali. L’io umano resta in quel mondo per secoli. Vi porta “i frutti” del cammino terreste. Si reincontrano coloro con cui si sono intrecciati legami di destino, e con essi, si rielaborano sia le vicende terrestri, sia ci predispongono i piani di vita per poter realizzare in vite future sulla terra, nuove occasioni di sviluppo.

7 - Perché al mondo ci sono il male, il dolore e la sofferenza?

La parola sofferenza deriva da "sub-ferere": ossia, "portare al di sotto". Letteralmente significa porre il dolore al di sotto della propria entità, riconoscendolo come qualcosa di separato e distinto da noi. E' un occasione per accorgersi che si può stare al di sopra di esso, elevarsi e diventare superiori al male che si prova. Significa dirsi: "questa sofferenza tocca il mio corpo e la mia anima. Le mie parti "sotto" inferiori. Ma io sono oltre ad essi: sono uno spirito superiore, che non può né deperire, né morire, tantomeno al soffrire. Io sono collegato al corpo e all'anima, ma posso disidentificarmi da essi e contemplare il dolore come oggetto. Posso accogliere la sofferenza non come dolore in cui perdermi, ma come elemento da indagare per conoscermi. La sofferenza è la "leva" tramite cui lo spirito umano solleva la sua anima dalla terra e la innalza al cielo. Vi sono però infinite possibilità di trarre insegnamenti anche dal piacere, dalla gioia. Non è il dolore l'unica via per elevarsi. Si tratta solo di adoperarsi per non fermarsi al godere in sé, ma a scoprire cose è contenuto nel messaggio del piacere. Mentre nel dolore siamo rimandati obbligatoriamente a "dare un senso" alla sofferenza, nel piacere questa richiesta non ci stimola a nessuna ricerca. Il dolore è masochista quando ci si ferma ad esso come "fatto di sfortuna" o insensato. Senza essere in grado di dargli un significato. Tuttavia non siamo nati per soffrire, ma neppure per godere. Siamo venuti per frequentare una scuola di vita che deve insegnarci qualcosa. La scuola può essere bella, noiosa o dolorosa. Dipende da "quanto studiamo" e dalla nostra volontà di imparare. Il piacere e il dolore possono diventare "organi di percezione della realtà spirituale". Orecchi, occhi capace di "vedere" cosa vive entro ogni impressione di gioia e di sofferenza.

 

Se desideri valicare i limiti dell’invisibile, comprendere davvero cosa siano l’IO e il libero arbitrio e avvicinarti alla scienza spirituale dell’Antroposofia, il videocorso esperienziale "I principi fondamentali della Scienza dello Spirito" fa proprio al caso tuo.

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