Ansia e stress: alleviali con i cinque tibetani e mantieni la longevità
Salute e Benessere Naturali
Salute e Benessere Naturali
Sai che secondo gli studiosi il nostro corpo è programmato per vivere fino a 115 anni in buona salute? Secondo altri, la vita umana sarebbe possibile addirittura fino a 150 anni. Eppure, nonostante viviamo nell’era della comodità e delle grandi scoperte scientifiche che hanno migliorato enormemente il nostro benessere rispetto al passato, solo pochi, ritenuti fortunati, arrivavano a spegnere candeline con 3 cifre. Che cosa ci impedisce di poter vivere fino a oltre 100 anni? Lo stile di vita, indubbiamente, ha un grande impatto sulla nostra longevità, e oggi stress e ansia, due fattori diventati comunissimi, sembrano essere gli antagonisti principali che accorciano la vita. Per alleviare ansia e stress e bilanciare la nostra vita, ripristinando la naturale omeostasi che ci permetta di mantenere la salutea anche nella terza e quarta età, possiamo praticare molte discipline rilassanti. Una di queste, forse meno nota, è la disciplina dei cinque tibetani, che prevede esercizi rilassanti, posturali e di respirazione che possono migliorare la qualità della nostra vita, alleviando molti dei disturbi di salute che indeboliscono la nostra salute. Se ancora non conosci questa pratica a metà fra yoga e altre discipline corporee orientali, ti suggerisco il libro di Jean-Louis Abrassart, Il grande libro dei cinque tibetani, in cui trovi informazioni su questa millenaria prativa e semplici esercizi da fare come routine di benessere quotidiano.
Romina Rossi
Longevità: non solo un fattore di fortuna
Ti sei mai chiesto da cosa dipende la longevità di una persona? Quando leggiamo sui giornali di nonnini che spengono oltre 100 candeline, ancora con la lucidità e la salute di un adulto medio, la reazione più comune è di stupore e ammirazione. È questione di fortuna, di genetica, di alimentazione o di stile di vita: gli esperti ogni volta cercano di dare una risposta che possa spiegare questa anomalia. Ma di anomalia non si tratta poi tanto: il nostro corpo, secondo le ricerche, è programmato per vivere in salute almeno 115 anni. Eppure oggi, l’aspettativa di vita media di noi italiani, che rispetto a soli 40 anni fa si è enormemente allungata, è di 83,35 anni (dati Istat).
Sebbene sia una delle più alte fra i Paesi dell’UE, è molto al di sotto di quella possibile. Le principali cause di morte in Europa sono: malattie cardiovascolari, malattie dell’apparato cardiorespiratorio, tumori. Normale? Non proprio, perché il nostro organismo, una sofisticata e complicata macchina che è stata progettata alla perfezione, non è stato creato per le malattie, ma per la salute. Allo stesso modo non è normale nemmeno l’idea che si è radicata oggi di vecchiaia, considerata l’era del decadimento del corpo fisico e mentale, oltre che di un susseguirsi di malattie, la maggior parte croniche, che richiedono medicalizzazione quotidiana.
Scopri IL GRANDE LIBRO DEI CINQUE TIBETANI, la guida più ampia e completa, con oltre 300 foto per imparare facilmente a praticare gli esercizi in maniera corretta, inclusi 35 minuti di video.
Chi arriva a 80 anni ancora in salute, con qualche acciacco, ma nel complesso attivo, vitale e lucido è fortunato. Ma longevità e salute non hanno nulla a che vedere con la dea bendata, quanto piuttosto con lo stile di vita e l’alimentazione che adottiamo giorno per giorno.
Sono i comportamenti e le abitudini che ripetiamo nel corso della nostra vita che possono ipotecare la salute e conseguentemente accorciare enormemente la nostra aspettativa di vita.
I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno infatti stabilito che ci sono 4 fattori che hanno permesso di allungare la vita rispetto al passato e che ancora oggi fanno la differenza:
- assenza di consumo di tabacco: le dipendenze, non solo da tabacco, ma anche da alcool, farmaci o droghe è causa di un vertiginoso aumento dei radicali liberi all’interno dell’organismo. Queste molecole sono dotate di elettroni dispari: per sopravvivere ne rubano uno alle cellule dell’organismo, intaccando in questo modo la loro funzionalità e causandone la morte prematura. Questo meccanismo è alla base dello stress ossidativo, uno dei fattori che maggiormente predispone all’invecchiamento e alla insorgenza di malattie,
- consumo massimo di un mezzo bicchiere di vino al giorno;
- pratica di almeno mezz’ora d’esercizio fisico al giorno: la sedentarietà infatti diminuisce di almeno il 25% il rischio di contrarre le malattie più frequentemente causa di morte oggi,
- consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Oltre a questo è fondamentale anche la qualità del cibo che mangiamo: nel 30% dei centenari è stato riscontrato il cosiddetto gene di Matusalemme, contro il 10% dell’insieme della popolazione. Si tratta di un gene che permette di digerire più efficacemente i grassi e gli zuccheri e che rende le persone che lo possiedono meno sensibili ai problemi cardiaci. L’alimentazione, inoltre, può determinare la salute o la malattia: chi ha un’alimentazione prevalentemente ricca di cibi trasformati, lavorati, processati e pronti va incontro più facilmente a carenze nutrizionali rispetto a chi consuma cibi freschi, ricchi di vitamine e minerali che sono il cibo delle nostre cellule, necessario per avere energia sufficiente a svolgere i compiti a cui ogni cellula è preposta.
L'invecchiamento non è una malattia
L’invecchiamento oggi è considerato sinonimo di malattia: è raro infatti trovare persone over 60 anni che non abbiano almeno una malattia cronica che non venga trattata con farmaci ad assunzione quotidiana.
In realtà, si tratta di due processi molto differenti, e la vecchiaia non ha nulla a che vedere con la malattia. Il nostro organismo dispone di cellule specializzate che hanno un loro ciclo di vita: fin dalla nascita, nascono, crescono, si riproducono, muoiono e vengono sostituite da quelle nuove (solo le cellule del cervello, del cuore e dei muscoli non vengono rimpiazzate).
Durante l’invecchiamento, tale processo subisce un calo, la sostituzione delle cellule avviene con maggiore lentezza, che è fisiologica. Allo stesso modo, c’è un calo e una variazione nella produzione ormonale: tendono a diminuire drasticamente la melatonina, l'ormone che regola il ciclo sonno-veglia, l’ormone della crescita e gli steroidi. Anche in questo caso siamo di fronte a un fattore fisiologico, dato che la minor produzione ormonale comincia intorno ai 30 anni.
Sebbene sia fisiologica, tale condizione predispone a una maggiore fragilità dell’organismo, che andrebbe quindi maggiormente tutelato attraverso uno stile di vita più accorto, che limiti i possibili fattori che possono favorire la malattia, come spiega l’Autore di Il grande libro dei cinque tibetani: “Questo processo ripetuto, caratteristico dell’invecchiamento, diminuisce la resistenza alle malattie infettive, alle insufficienze cardiache e alla degenerazione cerebrale. L’invecchiamento dipende dunque dal nostro orologio interno che è programmato per fare di noi dei centenari. Moriremo prima solo a causa di fattori esterni dipendenti dal nostro stile di vita: dipendenze, alimentazione, qualità dell’aria, attività fisica...”.
Stress: la non malattia che causa la maggior parte delle malattie
Le statistiche dicono che lo stress oggi è una vera e propria epidemia: ne soffrono 9 italiani su 10, spesso partendo già dalla tenera età, e almeno 1 italiano su 2 soffre di stress da lavoro (Fonti: OMS e The Workforce View 2020, realizzato da ADP). Si tratta di un meccanismo ancestrale, il cui scopo è di metterci in salvo in una situazione di pericolo.
Questo meccanismo salvavita, viene innescato ogni volta che ci trovavamo di fronte a un pericolo (come ad esempio un animale feroce): per metterci nella condizione di attaccare o fuggire, l’organismo sopprime le normali funzioni, come quella immunitaria o il senso di fame, e ne attiva altre, aumentando la produzione di alcuni ormoni, come cortisolo, adrenalina e noradrenalina, che hanno la funzione di tenere pronto l’organismo all’azione. Passato il pericolo, l’organismo torna alla propria normale attività.
Oggigiorno però, lo stress è diventata una condizione cronica: inconsciamente mandiamo il segnale al nostro organismo che siamo ancora in pericolo che, di conseguenza, continua a comportarsi come se si trovasse costantemente di fronte alla belva feroce; cio significa che rimane all’erta, anche se le fonti di stress che abbiamo quotidianamente (un ritardo sul lavoro dovuto al traffico, una lite con il collega, un imprevisto che fa saltare i programmi della giornata…) non rappresentano affatto un pericolo di vita.
A lungo andare, lo stress può diminuire la nostra longevità: quando diventa cronico infatti accelera il processo di invecchiamento, dato che i processi nervosi e ormonali coinvolti nella gestione dello stress sono identici a quelli responsabili dell’invecchiamento. Inoltre lo stress cronico favorisce la comparsa di molti disturbi di salute e di vere e proprie malattie, dall’ansia, ai disturbi del sonno, dalla caduta anomala dei capelli, alla perdita di memoria e concentrazione, dai problemi respiratori alle irregolarità del battito cardiaco. Può inoltre favorire malattie come ipertensione arteriosa e diabete di tipo 2.
Per allentare stress e ansia e, di conseguenza, tutti i disturbi che questa coppia può favorire, viene in aiuto la pratica dei cinque tibetani, che ha il vantaggio anche aiutare il corpo a mantenersi in allenamento, a riallineare postura e regolarizzare la respirazione, due fattori importanti per la salute.
Cosa sono i cinque tibetani e perché sono utili per sviluppare la longevità
La pratica dei cinque tibetani è stata descritta per la prima volta da Peter Kelder: secondo le ricostruzioni di Jean-Louis Abrassart il primo a portarla all'attenzione del mondo occidentale fu uno sconosciuto colonnello Bradford, dell’armata britannica, che viveva in India e che l'avrebbe imparata da alcuni lama tibetani, che la consideravano la “la Fonte della giovinezza”.
Praticando gli esercizi dei cinque tibetani con costanza, nel giro di due anni, il colonnello Bradford, che aveva ormai una certa età, sembrò ringiovanire, talmente tanto che lo stesso Kelder quando lo rivide, lo scambiò per il figlio del colonnello! Fu allora che Bradford rivelò il suo segreto: la pratica dei cinque tibetani, che i lama del luogo praticavano da secoli. Nella tradizione tibetana sono molto comuni quelle che i lama chiamano le "pratiche di lunga vita"; essi considerano la vita come un bene prezioso e ritengono sia importante mantenere la salute e la vitalità nel percorso spirituale, poiché il corpo e lo spirito si influenzano reciprocamente.
Scrive l’autore de Il grande libro dei cinque tibetani: “Queste pratiche di lunga vita consistono in esercizi fisici e respiratori, visualizzazioni e mantra, formule sonore che agiscono sulle energie del corpo. Non è raro vedere tanti giovani principianti quanto lama di una certa età dedicarsi a esercizi fisici con una concentrazione e una semplicità che confermano una lunga abitudine.
Gli esercizi dei cinque tibetani non hanno dunque niente di particolare. Non è del resto sorprendente che non siano neanche per forza conosciuti a tutti i lama tibetani. In effetti, il buddhismo tibetano si suddivide in più ordini, un po’ come succede nella religione cattolica: gesuiti, benedettini, trappisti ecc., ordini monastici che si frammentano a loro volta in una moltitudine di filiazioni che preservano e trasmettono ognuna degli insegnamenti specifici. Un proverbio tibetano dice: 'A ogni valle il suo lama, a ogni valle il suo insegnamento'.”
Questi esercizi derivano dunque da una saggezza ancestrale fondata sulla realizzazione di sé, il fatto che siano stati insegnati e praticati per secoli, per promuovere la salute e la longevità, dovrebbe spingerci a inserirli nella nostra routine quotidiana, praticandoli con costanza, al fine di mantenere la nostra omeostasi, l'equilibrio di mente e corpo, per contrastare la malattia il più a lungo possibile.
Prova l'esercizio per allentare lo stress
Per alleviare lo stress e cimentarti con la pratica dei cinque tibetani, puoi provare l’esercizio per sciogliere la tensione che può favorire irrigidimento di spalle e gambe. Stress e ansia possono portarci infatti a diventare tesi come corde di violino. Si tratta di un esercizio semplice, che richiede pochi minuti e può essere svolto anche da chi non ha particolare preparazione fisica.
- Con i pugni semichiusi appoggia i pollici all’attaccatura delle braccia, sotto l’estremità delle clavicole, tenendo i gomiti diritti davanti a te. Effettua un ampio movimento circolare dei gomiti all’indietro, alternando prima uno e poi l’altro. Contemporaneamente sciogli le ginocchia e le caviglie muovendole alternativamente come se stessi marciando sul posto.
- Durante la marcia solleva bene il tallone facendo pressione sulla parte anteriore del piede. Ciò stimola la respirazione e scioglie le spalle grazie a un’azione sulle zone riflesse dei piedi. Nel movimento delle braccia, tendi bene il gomito all’indietro facendolo passare vicino all’orecchio.
- I pollici rimangono posizionati simmetricamente per ogni lato del corpo sul punto numero 1 del meridiano di agopuntura dei polmoni, con un effetto benefico sulla respirazione e sull’umore.
- Dopo le rotazioni della testa, effettua questo movimento per circa trenta secondi ovvero in tutto 10 rotazioni delle spalle.
Scopri IL GRANDE LIBRO DEI CINQUE TIBETANI, la guida più ampia e completa, con oltre 300 foto per imparare facilmente a praticarli in maniera corretta, inclusi 35 minuti di video. Troverai anche il sesto e il settimo esercizio tibetano, la pratica dei 7 esercizi antistress per sciogliere le tensioni muscolari mobilizzare le articolazioni e stimolare la respirazione, come praticare i 7 Tibetani in coppia, la respirazione negli esercizi tibetani, la dieta e gli alimenti che allungano la vita e altre fondamentali indicazioni sul ruolo degli esercizi Tibetani per ottenere vitalità, longevità e le qualità interiori, come fiducia forza volontà serenità connesse a ogni esercizio.