Ayurveda e scienza: intervista a Gianantonio Grosso sul legame tra medicina tradizionale e ricerca moderna
Salute e Benessere Naturali

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L’Ayurveda è solo una pratica millenaria o ha solide basi scientifiche? Gianantonio Grosso, autore di “Ayurveda scientifico vol. 2” - e, in collaborazione con Nicola Manente, di “Ayurveda Scientifico vol 1” - ci guida alla scoperta della connessione tra questa antica disciplina e la medicina occidentale. Nell’intervista approfondiamo i pregiudizi più diffusi, il ruolo della spiritualità nella salute e il valore di un approccio olistico in un mondo dominato dalla specializzazione. Scopri come l’Ayurveda può integrarsi con le più recenti scoperte scientifiche per una visione della cura davvero completa. Il suo libro “Ayurveda scientifico vol 2” esplora il legame tra Ayurveda e scienza moderna. A cura di Ivano Barocci
Redazione Web Macro
Quali sono, secondo lei, i principali equivoci che la medicina occidentale ha nei confronti dell’Ayurveda?
Siamo di fronte ad una vera e propria rimozione storica e ad un mancato riconoscimento dell'Ayurveda e della Medicina Ayurvedica da parte della cultura occidentale. Per poter comprendere tale cancellazione, effettuata da parte della storiografia medica occidentale, relativa al contributo fondamentale dell’Ayurveda alla Storia della Medicina, dobbiamo risalire velocemente alle vicissitudini che hanno sconvolto nei secoli il continente indiano, con quasi mille anni di dominazione musulmana e con il successivo dominio inglese, durato oltre duecento anni, fino al 1947, l’epoca del Mahatma Gandhi e dell’indipendenza indiana.
Come a suo tempo rispose Bhagwan Dash (uno dei massimi esperti di Medicina Ayurvedica), fu volontà dei colonizzatori inglesi il cancellare le tracce della millenaria cultura vedica dal continente indiano per sostituirla col pensiero dei conquistatori anglosassoni. Come accaduto in tutte le colonie inglesi, America compresa, abbiamo assistito a questo continuo sforzo di rimozione e sostituzione del pensiero autoctono originale con la visione scientista occidentale. Dal periodo coloniale fino ad oggi tutta la storia indiana è stata riscritta in accordo alla versione di alcuni eminenti studiosi europei e anglosassoni e questo solo per affermare la superiorità occidentale dei vincitori nei confronti dei popoli soggiogati.
Per fortuna, la medicina ayurvedica si conservava segretamente nei monasteri e nelle famiglie di medici ayurvedici (i Vaidya) di generazione in generazione, ed è così che è stata preservata e tramandata fino a noi anche grazie alla sua lingua, il Sanscrito. AYURVEDA è una parola sanscrita. Il Sanscrito è una lingua colta indoeuropea utilizzata nel continente indiano già mille anni prima di Cristo, il cui ruolo è simile a quello del Latino o del Greco antico in Europa.
L’Ayurveda è spesso percepita come una medicina tradizionale esotica.Come risponderebbe a chi la considera poco scientifica o non adatta alla medicina moderna?
L'Ayurveda è una conoscenza medica antica di almeno 3000 anni, che vive e si sviluppa ancor oggi grazie ai 700.000 Medici Ayurvedici (i cosiddetti vaidya), ai 2.500 Ospedali, ai 15.000 Dispensari e alle Università e Cliniche di Medicina nella sola India, in cui viene insegnata e praticata dopo il dominio inglese.
Il governo indiano ha definito l'Ayurveda nel 2014 (assieme allo Yoga e ad altre medicine naturali) una Medicina dello Stato, creando un Ministero apposito. Oggi molti studi dimostrano che l'Ayurveda si situa alle origini del pensiero scientifico.
Nella tradizione ayurvedica, la conoscenza medica raggiunge il suo apice quando sopravvive alla revisione rigorosa di molte menti critiche. Quando tale conoscenza è stata esaminata in ogni modo possibile dalle migliori menti del settore, potremmo considerare che sia vicina alla realtà. Tali conclusioni erano conosciute come Siddhānta, il che significa che abbiamo raggiunto la fine di possibili critiche ed esami. Secondo il Dott. Antonio Morandi, questo tipo di controllo può essere definito come “meta-review”, che è più ampia di una semplice “peer review” limitata, al quale le ricerche vengono sottoposte durante l’elaborazione editoriale di una rivista scientifica. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera l'Ayurveda a tutti gli effetti una Medicina Tradizionale attiva e presente in tutto il Sud Est Asiatico già molti secoli prima di Cristo e oggi la consiglia per la cura di varie patologie. È da notare con disappunto che molte delle piante medicinali ayurvediche prescritte dall'OMS per la cura delle malattie, non sono ammesse in Italia.
Nel libro viene citata la stretta connessione tra Ayurveda e principi filosofici. Qual è il ruolo della spiritualità nella medicina ayurvedica?
Nella scienza occidentale lo studio dell’anatomia e della fisiologia umana inizia partendo dalla cellula poiché considera l’uomo soprattutto nel suo aspetto fisico come una struttura pluricellulare organizzata. Il pensiero vedico invece concepisce l’uomo come parte integrante dell’universo ed è plasmato dai medesimi principi o leggi di natura che plasmano l’universo stesso, una visione non dissimile dal pensiero ippocratico, origine della medicina occidentale. Quindi per l’Ayurveda il corpo è composto sì da elementi soggetti a mutamento nel tempo, ma ciò che invece è considerato immutabile è Atman, ossia la Coscienza, un riflesso della coscienza universale per le scritture vediche, che oggi viene definita come un Campo Unificato dalla fisica quantistica. Questa coscienza non è solo la coscienza di esistere o una coscienza di tipo mentale ma un vero e proprio Principio Creativo vivente, presente in tutte le cose. Nella visione ayurvedica il corpo, sia nella parte più sottile che in quella più grossolana è espressione materiale della coscienza che ne rappresenta il nucleo essenziale. Il corpo, la mente e l’intera fisiologia sono espressione della coscienza e il corpo fisico rappresenta il tramite, il mezzo attraverso il quale la coscienza opera.
Lei parla dell’Ayurveda come un “sistema olistico”. In un’epoca di medicina sempre più specialistica, quale pensa sia il principale valore aggiunto di questa visione integrata della salute?
L'Ayurveda mira ad individuare ed applicare una strategia di cura multimodale personalizzata attraverso una serie di azioni terapeutiche che considerano olisticamente il corpo, i sensi, il comportamento, la mente e l'ambiente. Riguardo al corpo si tratta di un'attenta valutazione dello stato di salute della persona fisica e della sua nutrizione con prescrizioni dietetiche personalizzate in base alla costituzione psicofisica e alle sue alterazioni, l'utilizzo di piante o minerali con particolare azione farmacologica, trattamenti fisici esterni effettuati con manipolazioni, massaggi e tecniche particolari utilizzando svariati preparati (oli medicati, polveri di piante ecc.) e il famoso Panchakarma (le Cinque Azioni di purificazione) da effettuare soprattutto durante il cambio di stagione, e quando ve ne sia bisogno, nelle cliniche preposte a tale scopo. Riguardo ai sensi, vengono considerati molti trattamenti, quali aromaterapia, musica (gandharva veda), consapevolezza dei 6 sapori, dei cibi, spazi, forme e colori, stimolazioni tattili e di contatto, mirati ad una sollecitazione sensoriale adeguata per una precisa risposta terapeutica. Per quanto riguarda il comportamento personale, per armonizzare ciò che ci lega all'ambiente possono essere prescritti rasayana comportamentali, modelli di comportamento bioetici, improntati a mantenere l'equilibrio psicofisico, e comprendenti ad esempio: la routine quotidiana (dinacharya), i ritmi psicofisici legati agli orari giornalieri, le modificazioni stagionali e i ritmi della natura in generale.
L'Ayurveda pone particolare accento sull'ecologia della mente e dei suoi processi come chiave dell'equilibrio individuale in quanto legata ai meccanismi adattogeni e suggerisce diversi metodi di riequilibrio basati su tecniche di rilassamento, respirazione, meditazione e yoga.
L'ambiente, infine, è la sorgente degli stimoli chimici e sensoriali che possono determinare il nostro equilibrio o squilibrio, e l'Ayurveda ne prevede quindi una disamina accurata attraverso l'analisi ambientale (lo Sthapatya Veda) e lo studio dello spazio abitativo chiamato Vastu vidya. Curare l'ambiente in cui viviamo significa curare noi stessi.
