Cellule, radicali liberi e invecchiamento
Salute e Benessere Naturali
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Il progressivo squilibrio dei meccanismi di replicazione cellulare e la derivante alterazione della stabilità funzionale del corpo, costituiscono dei segni ineccepibili e premonitori di un processo d’invecchiamento e di gravi malattie degenerative a esso collegate. L’orologio biologico che varia da specie a specie, è infatti in stretta correlazione con la durata della vita delle cellule e la loro capacità di replicazione. Nell’essere umano, ad esempio, essa corrisponde a circa cinquanta divisioni cellulari (ovvero commisurate a un un’età massima di 120 anni) mentre nella tartaruga a centodieci (175 anni).
Valerio Pignatta
In questa prospettiva, è decisivo il ruolo giocato dal cosiddetto “stress ossidativo”: un’alterazione di tipo soprattutto metabolico che assomiglia a una vera e propria aggressione cellulare. Anche la cellula, proprio come un motore a combustibile, elimina scorie attraverso i suoi processi metabolici di ossidazione. Da una parte, grassi, zuccheri e ossigeno vengono utilizzati per fornire energia, dall’altra, il processo produce ogni giorno sostanze di rifiuto, formate da atomi o gruppi di atomi altamente reattivi (radicali liberi), tra cui i più diffusi sono il perossido di idrogeno, l’anione superossido e il radicale ossidrilico.
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Queste sostanze, a causa della loro forte instabilità biochimica, sono appunto propense a reagire con altro materiale organico deteriorandolo in modo irrecuperabile. Questi effetti sono ritenuti una delle principali cause d’invecchiamento e si riflettono soprattutto sulla stabilità e il funzionamento delle cellule, coinvolgendo soprattutto proteine, lipidi, enzimi e DNA nella cosiddetta alterazione dell’espressione genica. Bisogna anche precisare che l’elevata reattività dei radicali liberi non è orientata solo a causare danni. Ad esempio, sono molecole ossidanti quelle che si attivano per proteggere l’organismo dagli attacchi di agenti patogeni (azione mediata dal sistema immunitario) o per modulare l’attività di geni coinvolti nella divisione cellulare. In questa specifica classe di sostanze è incluso anche l’ossido nitrico: un radicale che concorre alla regolazione del tono vascolare.
Quali sono i fattori più a rischio
Come riassumono Sandro e Maurizio Di Massimo nel loro libro Sane abitudini per invecchiare bene, esistono diversi fattori di rischio capaci di avviare una esagerata produzione di radicali liberi e dunque di promuovere l’aggravarsi di uno stress ossidativo: Tra i più ricorrenti di essi possiamo annoverare:
- inquinamento chimico ambientale dovuto a sostanze tossiche di vario tipo come metalli pesanti, idrocarburi, pesticidi, monossido di carbonio ecc.;
- esposizioni frequenti e ripetute a radiazioni ionizzanti e solari (ozono in eccesso e raggi UVA e UVB);
- cattive abitudini alimentari e carenze nutrizionali, ovvero scarso consumo di verdura, ortaggi e frutta ed elevato utilizzo di carboidrati raffinati, proteine e grassi animali saturi;
- eccesso di alcool e di fumo di sigarette;
- stati prolungati di stress psicofisico;
- disfunzioni ormonali e stati patologici come obesità, malattie cardiovascolari, artrite reumatoide, stati infiammatori, intolleranze alimentari, ischemia dei tessuti e conseguente riduzione dell’apporto di sangue ecc.;
- assunzione di farmaci (chemioterapici, cortisonici, terapie ormonali, anticoncezionali a base di estrogeni ecc.);
- vita sedentaria e disturbi del comportamento alimentare;
- attività fisica intensa.
L’equilibrio funzionale dell’organismo viene alterato dallo stress ossidativo che crea un terreno ideale per la nascita di diverse malattie di sovente correlate all’invecchiamento, in particolare malattie infiammatorie, cardiovascolari, metaboliche (diabete), neurodegenerative (Parkinson e Alzheimer), immunologiche (morbo di Crohn, sclerosi multipla, artrite reumatoide ecc.) ormonali e tumorali.
Un prezzo da pagare
Va anche ricordato che la formazione dei radicali liberi avviene nelle cellule, in particolare all’interno dei “mitocondri”, e rappresenta il prezzo da pagare per sorreggere la vita. I mitocondri sono dei piccoli organuli situati nello spazio cellulare e serbano al loro interno un complesso sistema enzimatico in grado di produrre energia sotto forma di ATP (adenosina trifosfato). Possono essere considerati delle piccole centrali energetiche del corpo che se vanno in crisi destabilizzano tutto il funzionamento dell’organismo.
Lo stress ossidativo, dunque, è una condizione organica di elevata criticità, caratterizzata da un evidente squilibrio metabolico tra produzione di radicali liberi e loro smaltimento. Per contrastare questo pericolo, l’organismo umano possiede tuttavia una serie di meccanismi di difesa interni, mentre altri si possono apportare dall’esterno.
La prima barriera naturale antiossidante si trova proprio e già all’interno delle cellule ed è rappresentata da alcuni enzimi, peptidi e proteine ecc. tra cui superossido dismutasi (dipendente da rame, zinco e manganese), catalasi, glutatione, perossidasi (selenio dipendente), acido urico, transferrina e ferritina. L’enzima superossido dismutasi (SOD) è quello basilare, dato che è in grado di contrastare, molto efficacemente, i radicali liberi dell’ossigeno più reattivi e ampiamente diffusi nei processi ossidativi. Questo enzima si è dimostrato efficace anche nella cura di alcune forme di fibrosi e malattie da immunodeficienza, tra cui l’AIDS. La fonte più facile e meno dispendiosa di approvvigionamento di superossido dismutasi è rappresentata dai globuli rossi di origine bovina ma è reperibile anche una sua versione vegetale estratta dalla polpa di melone.
Nella lotta ai radicali liberi abbiamo poi una seconda linea di difesa che proviene dalla natura, dall’influenza esercitata dall’ambiente in cui viviamo e dalle nostre scelte di vita. Ad esempio, effetti positivi sulla salute fisica e psichica si raggiungono con un’alimentazione sana ed equilibrata, riducendo le situazioni stressanti e praticando un’attività fisica moderata. All’interno dei meccanismi di difesa che possono essere attuati per contrastare l’invecchiamento, la dieta è comunque uno degli strumenti di maggiore validità.
Ci sono diversi alimenti che posseggono un’elevata capacità antiossidante e la maggior parte di essi è di origine vegetale, in particolare le verdure e i frutti contenenti pigmenti colorati, ricchi di polifenoli, carotenoidi e bioflavonoidi, e alcune vitamine (soprattutto C, E e protovitamina A). Altri composti utili sono appunto il glutatione (presente in spinaci, anguria, pompelmo ecc.), gli acidi grassi polinsaturi, vari coenzimi (ubichinone o coenzima Q10), micronutrienti (come zinco, selenio e rame) e composti ormonali come la melatonina.
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