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Come funziona la Medicina naturale? Intervista al Dott. Vincenzo Valesi

Salute e Benessere Naturali

Come funziona la Medicina naturale? Intervista al Dott. Vincenzo Valesi

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Come funziona la Medicina naturale? Intervista al Dott. Vincenzo Valesi

La medicina naturale rappresenta un approccio olistico alla salute, che integra terapie tradizionali e moderne per il benessere dell’individuo. Il dott. Vincenzo Valesi – autore del libro I rimedi naturali del medico di famiglia e di cui proponiamo di seguito una prima parte di intervista - ha sviluppato la sua esperienza attraverso anni di pratica clinica, combinando agopuntura, omeopatia, fitoterapia e PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia). La sua visione parte dalla comprensione del sintomo come segnale del corpo, piuttosto che un semplice disturbo da eliminare.

A cura di Ivano Barocci


Redazione Web Macro

La medicina naturale si basa su evidenze scientifiche che dimostrano l'interazione tra mente, sistema immunitario e ormoni, offrendo soluzioni efficaci per rafforzare l’autoguarigione.

Come nasce il suo interesse per la medicina naturale e quali sono stati i suoi maestri di riferimento?

Come racconto nella parte autobiografica de I Rimedi naturali del Medico di famiglia tutto è iniziato per esperienze personali. L’Agopuntura ha risolto una cefalea invalidante, che nessuno era riuscito a curare per anni, che mi ha afflitto ai tempi degli studi universitari; l’Omeopatia ha guarito in poche settimane un voluminoso cefaloematoma (raccolta di sangue prodottasi in maniera traumatica durante il parto fra periostio e ossa del cranio) del mio primo figlio Alessandro, realizzatore di alcune tavole del libro; e ha curato una grave forma epilettica di mia moglie Rita per la quale doveva assumere ben 4 farmaci neurologici, alcuni dei quali essendo teratogeni, cioè potenzialmente in grado di indurre malformazioni fetali, le avrebbero sconsigliato eventuali gravidanze. È chiaro che di fronte a simili esperienze si tragga una particolare motivazione ad approfondire lo studio di queste materie. Tutto poi è seguito di logica conseguenza e nel corso di 40 anni ho continuato e ampliato l’immenso e affascinante percorso delle medicine naturali. Fra i miei maestri che sono onorato di ringraziare Luciano Roccia, Luigi Bardò, Rene Bourdiol, Ivo Bianchi.

In che modo il suo approccio integra la medicina tradizionale con le terapie naturali?

Ho fatto il medico di famiglia per 40 anni. La mia formazione clinica si è strutturata frequentando reparti ospedalieri di medicina generale. Di fronte al paziente ricerco sempre una diagnosi clinica. Ma non mi fermo alla valutazione del sintomo e all’ossessione della sua eliminazione. Il medico deve sempre dare un significato al sintomo, ricercandone le cause fisiche e psichiche, ma contestualizzandolo nell’individuo: il che significa considerarne l’età, il sesso, la sua storia personale e famigliare, le malattie, la sua costituzione che poi corrisponde alla variabile combinazione di attività delle ghiandole endocrine. Dopo questa prima fase mi chiedo cosa posso fare per aiutarlo. Il paziente non è guarito dal medico, ma da sé stesso, il medico è solo un consigliere, una guida che indica un percorso orientato verso la guarigione. Il percorso delle cure naturali è un percorso globale che considera l’aspetto psico emozionale, nutrizionale, dell’esercizio fisico, e poi dei farmaci. Sono i 4 gambi di un tavolo, quelli su cui si poggia la guarigione. Questo modo di vedere le cose non è conflittuale con la medicina accademica convenzionale, ma assolutamente complementare e integrato, un arricchimento che la nobilita, perché la medicina è una sola.

Quali sono i fondamenti scientifici che supportano l’uso dei rimedi naturali?

Per quanto riguarda l’Agopuntura, oltre alla spiegazione tradizionale cinese, correlata a una visione globale dell’uomo inserito nei ritmi della natura, abbiamo anche un’interpretazione scientifica. Questa si fonda su due meccanismi: il primo, riflessologico, attribuisce ogni risposta terapeutica a un arco riflesso nervoso; si aggancia alla teoria del cancello di Melzack e Wall per quanto riguarda l’’effetto antidolorifico, e a una modulazione del sistema neurovegetativo per l’azione sui visceri. Il secondo meccanismo umorale si basa sulla dimostrata liberazione in circolo sanguigno e liquorale di sostanze prodotte dal nostro stesso corpo aventi azione antidolorifica, antiinfiammatoria, ansiolitica.

Per quanto riguarda la fitoterapia e la micoterapia ci sono moltissimi studi documentanti la presenza di principi attivi interagenti coi neurotrasmettitori, ormoni, sostanze modulatrici del sistema immunitario. Riguardo all’omeopatia e all’omotossicologia esiste uno spartiacque determinato dal numero di Avogadro, fra presenza e non presenza di sostanza, sia pure in low dose, o assenza della stessa. Nel primo caso sono ipotizzabili meccanismi di modulazione recettoriale che coinvolge anche l’intervento del sistema immunitario. Nel secondo caso interverrebbero fenomeni di bio risonanza, cioè input energetici di tipo fisico.

Qual è il ruolo della PNEI (Psico-neuro-endocrinoimmunologia) nella medicina naturale?

PNEI è L’acronimo per Psiconeuroendocrinoimmunologia. Si stratta di una visione del funzionamento dell’uomo come unità psicofisica che correla fra loro tutte le specialità mediche attraverso i rapporti che intercorrono fra sistema Psicoemozionale, sistema Nervoso, sistema Endrocrino, cioè ormoni che regolano la differenziazione e la crescita dei tessuti e degli organi, e il Sistema immunitario.

Il pensiero genera l’emozione, e attraverso il sistema nervoso e i suoi neuro trasmettitori trasmette segnali alle ghiandole endocrine le quali producono ormoni e al sistema immunitario che produce molecole chiamate citochine.

Quindi di fatto si dimostra in termini fisiologici che il pensiero letteralmente crea. Questa relazione è chiara anche dal punto di vista biochimico: infatti le cellule del sistema immunitario hanno recettori non solo per le citochine, ma anche per gli ormoni e i neurotrasmettitori. Videoriprese fatte al microscopio hanno documentato come l’attività delle cellule sentinella, macrofagi e linfociti T Halper 1, è condizionata in senso negativo dagli stati d’animo di tristezza e paura, che si associano a una particolare espressione di certi neurotrasmettitori e ormoni, con conseguente drastico abbassamento delle difese verso virus e cellule cancerogene. La Medicina naturale nelle sue varie espressioni si inserisce in questi delicati equilibri attraverso il principio della regolazione fisiologica e della modulazione, al contrario della medicina chimica che bloccando determinate funzioni può determinare si il miglioramento di un sintomo, ma contemporaneamente anche effetti domino su altre funzioni, non sempre opportuni e salutari.

In che modo la visione psicosomatica influisce sulla scelta dei rimedi?

La visione psicosomatica è importantissima. Psicosomatico non significa inventarsi i sintomi ma manifestare col linguaggio del corpo, quello che non mente mai, un conflitto non risolto e spesso non cosciente. Ogni sintomo è un messaggio che deve essere letto e decodificato, attraverso un’attenta osservazione e colloquio con la persona. Questo aspetto è particolarmente importante quando si utilizza l’omeopatia e la floriterapia. In tali casi infatti è particolarmente importante inquadrare la persona nella sua totalità secondo una gerarchia di sintomi mentali, emozionali e fisici. L’inizio della malattia quindi è spesso nella mente, il che in senso lato non significa solo conflitti non risolti e conseguente stress cronico che abbassa le difese immunitarie, ma può significare anche cercare di compensare i conflitti non risolti con comportamenti alimentari, abitudini voluttuarie e stili di vita scorretti e disarmonici. Per questo motivo il rimedio più adatto è quello che soddisfa tutti i criteri, ma se proprio si deve stabilire un ordine, i sintomi mentali sono quelli più importanti.


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