Cosa nascondono le etichette? Le sigle e il loro significato
Salute e Benessere Naturali
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Sui prodotti che acquistiamo per la nostra alimentazione, per la cura della persona e della casa troviamo spesso delle sigle e dei numeri: cosa indicano? A quale composto si riferiscono? Ce ne parlano Lucia Cuffaro ed Elena Tioli nel loro libro “Occhio all’Etichetta!”
Sabrina Lorenzoni
Il libro “Occhio all’Etichetta!” ci dà molti consigli su come leggere le etichette dei prodotti che mettiamo sulle nostre tavole.
Alcuni suggerimenti utili li trovi nel mio post “Alimentazione: occhio all’etichetta!”
Sigle e numeri
Sulle etichette dei prodotti che acquistiamo abitualmente nei negozi e nei supermercati si trovano molte sigle numeriche dopo la lettera maiuscola E: Cosa indicano? Quale prodotto si nasconde dietro queste sigle? Ecco quali sono le principali sostanze chimiche e di sintesi che mangiamo, spalmiamo sul nostro corpo e distribuiamo in casa molto spesso senza saperlo.
Nei prodotti alimentari troviamo frequentemente:
- gli additivi,
- i conservanti,
- i coloranti
- e i dolcificanti.
Gli additivi
Sono indicati dalla lettera maiuscola E seguita da un numero compreso tra 200 e 220. Li abbiamo incontrati nel libro “Occhio all’Etichetta!” parlando della pasta fresca all’uovo: in questo prodotto sono utilizzati come additivi e rassodanti dato che spesso, al posto delle uova fresche intere, viene utilizzato un ovoprodotto liquido e occorre miscelarlo.
I principali additivi sono:
- acido ascorbico (E200),
- sorbato di calcio (E203),
- acido benzoico (E210),
- benzoato di sodio (E211),
- benzoato di potassio (E212),
- solfato di alluminio (E520).
I conservanti
Sono sostanze che troviamo sulla frutta e sulla verdura. Di frequente questi vegetali provengono da luoghi molto lontani (banane e ananas dall’America, ad esempio) e per arrivare freschi e maturi al punto giusto sulle nostre tavole vengono raccolti acerbi e trattati con sostanze conservanti.
I conservanti più comuni sono indicati dalla lettera E seguita da un numero compreso tra 200 e 235. L’acido ascorbico (E200) è un conservante di origine naturale. Anche l’ortofenilfenolo (E231) e l’ortofenilfenolosodico (E232) sono conservanti, mentre il difendile (E230) e il tiabendazolo (E233) sono conservanti usati anche come antimuffa e fungicidi.
Le mele possono essere lucidate con gommalacca (E904), una sostanza prodotta come secrezione naturale da una coccinella che vive nelle foreste tailandesi. Frutta e ortofrutta possono essere lucidate con cere naturali - cera d’api (E901) o cera carnauba (E903) - o con cere di sintesi: cera polietilenica ossidata (E914).
I coloranti
Sono sostanze che abbondano nelle merendine industriali. Vengono indicate dalla lettera E e da numeri che vanno da 100 a 200. Servono a dare colore giallo, arancio, rosso, dato che “mangiamo con gli occhi prima che con la bocca”. Il giallo arancio (E110) (E104), l’azorubina (E122), l’artrazina (E102), il rosso cocciniglia (E124), il rosso allura (E129), il benzoato di sodio (E211), il colorante rosso cocciniglia (E120) e il caramello artificiale (E150 a, b, c, d).
Li troviamo anche nei gelati, nei ghiaccioli, nelle bibite, nei biscotti, dunque nei prodotti preferiti dai bambini. Quello a cui fare attenzione è “l’effetto cocktail”: basta mangiare due o tre di questi alimenti durante la giornata - una merendina, dei biscotti, un gelato o un ghiacciolo - per superare la Dose Giornaliera Accettabile (DGA).
I dolcificanti
Lo zucchero presente nella frutta, il fruttosio, è uno zucchero naturale se mangiato così com’è:“la frutta contiene vitamine e nutrienti che mitigano l’effetto del fruttosio nel nostro organismo”. Nelle etichette dei prodotti alimentari troviamo anche destrosio e glucosio, altri due zuccheri.
Per evitare di ingerire troppi zuccheri nell’arco della giornata, cerchiamo alimenti privi di zucchero - succhi di frutta, caramelle - ma occorre fare attenzione alle sigle sotto le quali si nascondono i dolcificanti. Quelli più utilizzati sono:
- xilitolo (E967),
- sorbitolo (E420),
- mannitolo (E421),
- isomalto (E953),
- maltitolo (E965)
- e aspartame (E951).
I solfiti
Parlando di solfiti, viene subito in mente il vino: in realtà queste sostanze sono comuni anche nelle marmellate, nella frutta secca, nei succhi di frutta, nei salumi, nel pesce e nei gamberi, nei prodotti sott’olio. Se trovate la lettera maiuscola E seguita da un numero che va da 220 a 228 significa che state acquistando e mangiando un prodotto contenete solfiti.
Anche nei prodotti per la cura della persona e della casa si nascondono molte sostanze che sarebbe meglio evitare, come abbiamo visto nel post “Casa e cura della persona: occhio all’etichetta!”
Nella seconda parte del post, così come nel libro “Occhio all’Etichetta!” parliamo dei prodotti per la cura della persona e della casa. Qui possiamo trovare, tra le numerose sostanze che abbiamo conosciuto grazie al libro di Lucia Cuffaro ed Elena Tioli:
- i tensioattivi,
- gli emulsionanti
- e gli ftalati.
I tensioattivi
Possiamo trovarli leggendo le etichette degli shampoo. Sono derivati del petrolio, utilizzati per produrre schiuma. I due principali sono:
- Sodium Lauryl Sulfate (SLS)
- e Sodium Laureth Sulfate (SLES).
Sono tensioattivi della famiglia delle ammine: Monoethanolamine (META), Triethanolamine (TEA) e Diethanolamine (DEA).
Gli emulsionanti
Sono principalmente due:
- il polietilene glicole (PEG)
- e il polipropilene glicole (PPG).
Si trovano in diversi prodotti cosmetici e sono derivati del petrolio. Servono a stabilizzare un’emulsione e si incontrano di frequente leggendo le etichette dei detergenti intimi: possono causare irritazioni, allergie, infiammazioni e disturbi ormonali.
Gli ftalati
Anche queste sostanze derivano dalla lavorazione del petrolio. Si trovano nei gel per capelli, nelle lacche, nei profumi, negli smalti e nei prodotti per il corpo.
Molti di essi sono interferenti endocrini, cioè il corpo li scambia per ormoni estrogeni: il feto maschile può subire una “femminilizzazione” se viene a contatto con dosi elevate di queste sostanze.
Gli ftalati li troviamo indiati con le sigle:
- DEP,
- DEHP,
- DIBP,
- BBP,
- DBP,
- BBzP.
Se invece leggiamo una delle seguenti abbreviazioni abbiamo a che fare con uno ftalato, una sostanza interferente endocrina che è anche un contaminante ambientale tossico:
- AP,
- APE,
- NPE,
- OPE.
Sono numerose le sostanze di sintesi con le quali veniamo a contatto ogni giorno. Nel libro “Occhio all’Etichetta!” si parla di tante altre categorie che sarebbe meglio evitare.
Ma allora, cosa possiamo fare?
Possiamo seguire i numerosi consigli di Lucia Cuffaro a proposito di “buone pratiche” e autoproduzione.
A conclusione di questo post vi propongo uno dei tanti suggerimenti che le autrici danno nel libro.
Si tratta della sfida di stare sette giorni senza supermercato. Ecco cosa fare:
- provare a non fare come fanno tutti;
- cambiare qualche abitudine;
- mettersi in gioco;
- acquistare nei mercati, dai piccoli produttori, nelle botteghe di quartiere;
- scegliere prodotti a filiera corta;
- preferire prodotti locali e di stagione;
- cercare chi vende prodotti sfusi e materie prime;
- partecipare ai gruppi di acquisto solidale;
- provare ad autoprodurre, magari rispolverando i consigli delle nonne;
- comprare da aziende che rispettano l’ambiente, i lavoratori e i consumatori;
- non utilizzare derivati animali provenienti da allevamenti intensivi;
- vivere nella propria comunità e trasformare la spesa in un momento di socialità.
“Abbiate il coraggio di amare il vostro corpo, smettete di aggiustarlo.
Non è mai stato rotto”
(Eve Ensler)
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