Enneagramma biologico: come capire la malattia attraverso la personalità
Salute e Benessere Naturali
Salute e Benessere Naturali
Da cosa nasce la malattia? E perché ci ammaliamo? La medicina allopatica ci insegna che ci sono cause fisiche e organiche che possono provocare la nascita di un disturbo di qualsiasi tipo. Ma se bastasse questo, ogni malattia dovrebbe avere una causa certa e una volta intervenuti su quella l’organismo dovrebbe tornare in equilibrio. Invece, ci sono ancora moltissime malattie che per la scienza non hanno una chiara origine e non da tutte si riesce a guarire. E se fosse che la malattia è un concetto delicato quanto complesso che oltre alla parte fisica implica il coinvolgimento anche di una parte emotivo-spirituale e di una mentale? Nel suo libro, L’enneagramma biologico, Manuele Baciarelli ci illustra in che modo si può comprendere e affrontare la malattia attraverso l’uso dell'enneagramma, che prende spunto dalle scoperte del dottor Hamer sulla nascita delle malattie.
Romina Rossi
Che cos’è la malattia
Fra le cose più difficili da spiegare c’è la malattia: anche dandole un nome, descrivendone le cause fisiche e i sintomi, spesso è difficile capirne i meccanismi e i coinvolgimenti che può avere. Quello che si prende poco in considerazione è il coinvolgimento che questa può avere sul nostro carattere e la personalità.
Secondo Carl Gustav Jung la malattia è: “lo sforzo che la natura fa per guarire l’uomo”, il che significa che si tratta di una forma di guarigione, anche se siamo abituati a pensare il contrario e come affermazione ci possa sembrare bizzarra. Eppure è la conclusione a cui era arrivato il dottor Hamer nel corso della sua vita spesa a fare ricerche su cosa fosse la malattia, e come funzionasse.
Il medico tedesco si era reso conto che la malattia è causata da un evento traumatico e inaspettato che scatena emozioni e comportamenti e che produce sintomi psichici e organici. Nasce, cioè, da un “conflitto biologico di perdita”. Lui stesso si era ammalato di cancro dopo la morte prematura del figlio: allo stesso modo, si rese conto che tutti coloro che Hamer visitò e che soffrivano di qualche malattia, avevano vissuto un trauma improvviso prima di ammalarsi.
Per spiegare lo sviluppo della malattia Hamer ha coniato 3 leggi biologiche:
- prima legge biologica: di fronte a un evento inaspettato e drammatico, tutto l’organismo si attiva per essere in grado di contrattaccare o scappare mettendo in atto dei programmi speciali, biologici e sensati;
- seconda legge biologica: questa fase si divide in due distinte: una prima asintomatica, e una seconda in cui sviluppiamo dei sintomi, che crediamo essere spie della malattia in atto, ma che per Hamer rappresentano dei segnali di riparazione in atto, tipici di quando risolviamo il conflitto che ci affliggeva;
- terza legge biologica: permette di capire che relazione c’è fra la malattia e la nostra persona. Secondo Hamer ogni disturbo di salute coinvolge quei tessuti e organi che si sviluppano da uno dei foglietti embrionali, mentre siamo ancora nell’utero. Quattro sono i foglietti embrionali: endoderma (tronco cerebrale), mesoderma antico (cervelletto), mesoderma recente (sostanza bianca del cervello), ectoderma (corteccia cerebrale).
L’enneagramma biologico: cos’è e che funzione ha
“C’è una relazione fra il cervello (sistema nervoso), gli istinti, il carattere, le emozioni, la personalità, i sentimenti, le passioni, il comportamento e soprattutto le motivazioni che stanno dietro il comportamento, dietro la nostra biografia, fatta di disagi, lutti, conflitti e la cosiddetta malattia?” Con questa domanda Manuele Baciarelli apre il suo libro, L’enneagramma biologico.
Quello che, infatti, non si prende mai in considerazione di fronte a una malattia è il malato, la sua personalità, il suo carattere e la sua indole. La parte caratteriale non viene mai messa in relazione con la malattia, e non viene mai presa in considerazione per poter spiegare l’insorgenza di una possibile malattia.
Con le nuove scoperte di Hamer, però, la sola parte fisica è insufficiente per spiegare la malattia, è necessario prendere in considerazione anche altri dati, come appunto la persona.
A questo scopo può essere utile l’enneagramma, appunto, che è uno strumento, una mappa attraverso la quale vengono rivelati i meccanismi (o passioni) che sono alla base del comportamento umano. Questa struttura è composta da nove personalità, nove linguaggi, nove modi differenti di percepire la realtà, e venne introdotta in Europa da Gurdjeff fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
Spiega l’autore nel libro che: “L’Enneagramma biologico è una evoluzione dell’enneagramma. È una mappa, una struttura (un simbolo geometrico a 9 punte) e come tale descrive le relazioni, spesso inconsce, esistenti tra le sue componenti. È l’espressione di come la natura, attraverso il programma genetico della specie (e quindi in modo bio-logico, attraverso i nostri genitori e le generazioni che ci hanno preceduto), abbia organizzato: la sopravvivenza, il mantenimento dell’equilibrio e quindi la necessità di soddisfare il principio del piacere (attraverso la soddisfazione di bisogni e desideri), emozioni, pensieri, comportamenti e i sintomi psichici e organici degli esseri umani in modo sensato”.
Poiché l’equilibrio e la salute sono due concetti dinamici, il loro mantenimento è possibile solo attraverso la capacità della persona di risolvere i conflitti in tempo utile. Quali sono le personalità e a quali conflitti può andare più facilmente incontro ce lo indica l’enneagramma.
Le personalità dell’enneagramma biologico
La struttura messa a punto da Manuele Baciarelli si basa su 9 tipologie di personalità e 27 sottotipi, ognuno dei quali rappresenta il modo di reagire e di rispondere di fronte a eventi scioccanti e inaspettati.
Ognuno di noi, infatti, ha la tendenza a reagire in un determinato modo di fronte agli eventi della vita, a seconda di quale sia il suo centro dominante. Questi centri sono 3, a cui ne è stato aggiunto un quarto:
- motorio: è l’uomo che si lascia dominare dal corpo, dagli istinti, dalle abitudini materiali e dal sesso, è colui che è dominato dal corpo fisico;
- emozionale: sono coloro che sono dominati dai loro sentimenti, per i quali sono più importanti le reazioni emotive anziché quelle fisiche o intellettuali. Si tratta di persone che hanno forti sentimenti;
- intellettuale: predomina la parte pensante, sono coloro che vivono di teoria, sono logici, e sono caratterizzati dalla mancanza di sentimento o di istinto;
- equilibrato: l’uomo di questa categoria ha corpo, sentimenti e pensieri in equilibrio, è come se possedesse un centro di gravità permanente, in grado di liberarsi del proprio egoismo.
All’interno dell’enneagramma ognuno dei 9 enneatipi rappresenta “una mappa sensoriale, una strategia inconscia che, sicuramente, ha una base biologica. Questa strategia è essenziale nel corso dell’infanzia ma in età adulta diventa una gabbia che si manifesta e prende forma in emozioni dominanti (il sentito personale), che producono comportamenti stereotipati e sintomi specifici.
Se da un lato consentono all’individuo di sopravvivere, dall’altro lo limitano nell’espandere la propria coscienza, magari facendo sì che per tutta la vita resti ingabbiato in quell’emozione che continuerà a produrre lo stesso comportamento e gli stessi disagi fisici e psichici”.
Vediamo dunque quali sono le nove personalità e le relative aree di conflitto.
Nell’area dell’istinto abbiamo:
- Enneatipo E8: rappresenta il capo, la personalità più aggressiva, vendicativa, forte e determinata. È il capobranco. La difesa e la conquista del territorio sono le aree dove può essere più vulnerabile, tanto da risentire del conflitto del territorio;
- Enneatipo E9: è la persona evitante, che non vuole conflitti, ma anche il più resistente ai cambiamenti. Si tratta del vero donatore: è colui che dà senza volere nulla in cambio. È maggiormente interessato dai conflitti di opposizione (opporre resistenza a qualcosa), di separazione (anche da se stesso), mentre può avere problemi di sostegno;
- Enneatipo E1: è la persona critica e intollerante, governata dall’ira e dalla gelosia, che può avere un comportamento ossessivo-compulsivo. I suoi conflitti hanno alla base il senso di colpa e il senso di giustizia.
Nell’area dell’emozione ci sono:
- Enneatipo E2: ha una personalità istrionica che seduce e affascina; l’amore per questa persona viene prima di tutto. Risente dell’abbandono, per cui soffrirà di conflitto di nido, trovandosi maggiormente esposto riguardo a contatto e sessualità;
- Enneatipo E3: è la personalità narcisista, si tratta di una persona ingannevole ma efficiente. Ha bisogno di essere riconosciuta dagli altri. Ha maggiori problemi legati all’autostima, al senso di adeguatezza e all’essere vista dagli altri;
- Enneatipo E4: è la personalità masochista, che soffre, e vive in un continuo tira e molla. Odia e ama intensamente, e può risentire di forti depressioni. Soffre della svalutazione di se stesso e si sente spesso inadeguato.
Nell’area dell’intelletto ci sono:
- Enneatipo E5: è lo schizoide, l’avaro di sé che ha come parola chiave la privacy. Di solito vive con poco e ama stare da solo, per cui diventa maggiormente vulnerabile quando è in contatto con gli altri e ha necessità di marcare i propri confini;
- Enneatipo E6: è la persona che ha paura: dell’altro, di fare delle scelte, dell’esistenza… è il peggior nemico di se stesso. Le due aree in cui è più vulnerabile sono la difesa del proprio territorio e l’ambiguità;
- Enneatipo E7: è il goloso, colui che scappa in continuazione, anche dal dolore. La persona è persa nel proprio labirinto e vive con la paura di essere limitata e di essere costretta a vivere con una palla al piede. Dato che è sempre in movimento, sviluppa più facilmente problemi di motricità.
Ogni enneatipo ha poi dei sottotipi con altre caratteristiche, che permettono di individuare i tratti di ogni personalità e il suo modo di reagire di fronte a un evento inaspettato. Si tratta di uno strumento indispensabile, dato che oggi più che mai la malattia risulta essere un meccanismo complesso e multifattoriale.
Scrive Manuele Baciarelli che: “Il fatto che la malattia sia espressione di una situazione logorante (stress), drammatica e che attivi tutta una sequenza di eventi anche a livello psichico è noto in diversi ambiti terapeutici (anche se la medicina ufficiale non riconosce la connessione mente-corpo come causa delle malattie e tanto meno che queste abbiano un senso).
Ma la grande intuizione introdotta da Hamer, è l’aspetto legato allo shock biologico, che un evento non mediato dalla mente e che non rappresenta l’evento in sé (una perdita, un tradimento o anche semplicemente una telefonata) ma è l’emozione che la persona in quel momento vive, di cui non è consapevole e che è profondamente connessa al proprio sentito personale (il suo enneatipo e sottotipo) e che attiverà, in base alla prima legge biologica, una reazione a livello emotivo, neurovegetativo, cerebrale e un programma biologico sensato (malattia) a carico di un organo rispetto a un altro”.
Da ciò quindi diventa chiaro che è il modo in cui ognuno di noi vive le situazioni a determinare il contenuto del conflitto, così come è il sentito della persona che determina il binario. L’emozione inconscia che la persona vive, e che spesso si costruisce nel grembo materno, determina la risposta all’evento inaspettato, quindi la malattia. Ecco dunque che capire la personalità diventa molto importante per capire la malattia.
Scopri il Libro - il Videocorso - il DVD sull'Enneagramma Biologico