Gli animali e i fiori di Bach
Salute e Benessere Naturali
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Fiori di Bach per animali. Ne parla in questo articolo la dott.ssa Cinzia Ciarmatori, medico veterinario.
Cinzia Ciarmatori
Se proviamo a digitare Fiori di Bach e Animali, qualunque motore di ricerca ci metterà di fronte a migliaia di risultati, articoli, libri, blog e siti contengono preziose informazioni sull’utilizzo della floriterapia anche a favore degli animali, l’entusiasmo dei fautori in eterno scontro con il disfattismo dei detrattori.
Guardando alla mole di dati e informazioni disponibili in rete e non solo, quello che possiamo affermare con certezza è che il metodo terapeutico elaborato dal medico gallese Edward Bach nel secolo scorso ha destato e continua a destare grande attenzione e questo è un fatto innegabile da cui partire, soprattutto per chi come me ha scelto di dedicarsi ad una professione medica e di farlo con un approccio integrato.
Quando mi avvicino per la prima volta ad un argomento che non conosco e che suscita il mio interesse ho la tendenza a leggere e studiare qualunque cosa mi capiti a tiro, per poi far confluire tutto ciò che ritengo valido nel mio personale approccio. Nel caso della floriterapia di Bach invece ho scelto fin da subito di partire dalla fonte e di avvicinarmi al metodo originale, quello che il dottor Bach per primo ha voluto e fortemente desiderato.
Il dottor Bach e i fiori
E se partiamo dai tre principi cardine del metodo, la semplicità, l’umiltà e la compassione, scopriamo che dietro i 38 rimedi c’è un universo intero che riflette le leggi della natura e dell’umanità a cui vorremmo appartenere.
Fiori, gemme, alberi, acqua di sorgente, uomini e animali compongono insieme una molteplicità di elementi interconnessi e la relazione tra i rimedi e il mondo emozionale è la stessa, sia che si parli di esseri umani che di rappresentanti di altre specie, lo sapeva bene anche lo stesso Bach che non faceva mistero di mettere i rimedi a disposizione di Lulu, lo spaniel che viveva con lui, o dei gatti accolti dalla sua collaboratrice Nora Weeks.
E tutti quelli che come me subiscono il fascino di questo metodo di cura, così semplice eppure così potente, potranno confermare il fatto che gli animali stessi, anche quelli più restii alle manipolazioni, dopo aver “incontrato” i rimedi di Bach si avvicinano spontaneamente per assumerli.
Per volontà dello stesso creatore del metodo, chi sceglie i rimedi da somministrare è un consulente e non un medico (anche se lo è di professione, come nel mio caso!), e i rimedi si consigliano, non si prescrivono, le parole e il loro significato superficiale e profondo fanno la differenza tra una cosa e un’altra, per questo vanno scelte con cura (e anche quest’ultimo termine non è certo impiegato a caso…), anche per questo credo fortemente nella necessità di approfondire e studiare il metodo originale, senza snaturarlo con altre tecniche o altri approcci, proprio perché nella sua semplicità c’è già tutto e il numero dei rimedi permette infinite combinazioni che ben si adattano all’unicità di ogni individuo, nessun animale, pur appartenendo alla medesima specie o razza, è uguale a un altro, così come non esistono due persone uguali.
I Fiori di Bach funzionano?
Potrei condividere con voi tanti casi di animali che hanno superato i loro conflitti emozionali grazie ai rimedi, ma ce n’è uno in particolare che non mi stanco mai di raccontare: è il caso di una cagnolina giovane, adottata da una signora e suo marito in un canile, in cura da anni da un collega che stimo a causa delle crisi epilettiche frequenti insorte in giovanissima età, che si accompagnavano ad uno stato di intensa agitazione notturna che impediva il sonno sia a lei che alla sua famiglia, ormai disperata perché nessun farmaco riusciva a farla riposare. La situazione stava degenerando quando sono stata chiamata per un consulto di medicina integrata, ormai i signori stremati dalla stanchezza e dalla frustrazione stavano pensando di doversi separare dall’amatissima cagnolina, non si sentivano più in grado di aiutarla, trascorreva l’intera notte a colpire a testate le porte dell’abitazione.
Ho iniziato, come spesso faccio, con la floriterapia di Bach pensando poi di proseguire in una seconda fase con l’approccio omeopatico, ma questa seconda fase non è mai arrivata.
La cagnolina, dopo circa dieci giorni, ha cominciato a dormire serenamente e profondamente, tanto che ora la signora con cui vive racconta di doverla svegliare il mattino con una coccola e un biscotto.
È trascorso ormai quasi un anno e quando incontro per caso la signora nella sala d’attesa della clinica il suo sorriso si allarga all’improvviso e sempre mi dice “Dottoressa, se non era per le sue goccine…”.
Io sorrido a mia volta e penso che quelle “goccine” non sono mie, né mio è il merito. La semplicità, l’umiltà, la compassione e la conoscenza approfondita dei rimedi, del metodo e dell’etologia e del comportamento delle specie animali differenti dalla nostra è tutto ciò che serve, e sono a disposizione di tutti.
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Articolo scritto da Cinzia Ciarmatori