Gli esercizi per curare il nervo vago infiammato
Salute e Benessere Naturali
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Il nervo vago è uno dei più importanti del nostro organismo: al pari dell'ileo-psoas, non ha solo funzioni fisiche di sostegno e di movimento, ma può influire anche sul nostro benessere psico-emotivo. Come tutti i nervi quando si infiamma, può creare disturbi e dolori fisici, ma anche emotivi, come ad esempio una maggiore difficoltà a socializzare. Come mantenere il nervo vago in equilibrio o come fare per riportarlo al suo naturale stato in caso di infiammazione ce lo spiega Stanley Rosenberg nel suo libro NERVO VAGO - LA MIA FORZA DI AUTOGUARIGIONE.
Romina Rossi
Un nervo che influenza il sistema nervoso
Che l'uomo sia una macchina perfetta lo si sa. Ed è anche una delle più complesse, in cui le varie parti riescono a comunicare e a influenzarsi a vicenda. Saprai ad esempio che intestino e cervello hanno una via di comunicazione preferenziale, e che si influenzano sia positivamente che negativamente. Quando ad esempio siamo sotto stress, è facile che l'intestino vada in tilt. Allo stesso modo se l'intestino non è in ordine, anche l'umore o lo stato generale ne risente.
A parte la stretta relazione intestino-cervello, ci sono altre parti che possono influire sia sul nostro benessere fisico che emotivo. Fra i muscoli, ad esempio, il nervo vago, che è parte delle dodici coppie di nervi cranici, non ha solo una funzione fisica.
Fa parte infatti del sistema nervoso autonomo che, a sua volta, è parte integrante del sistema nervoso centrale; il suo compito consiste nel supervisionare e regolare l'attività degli organi interni o “viscerali”, ossia cuore, polmoni, fegato, cistifellea, stomaco, intestino, reni e organi sessuali.
Dunque, i problemi a carico di uno qualsiasi di questi organi possono insorgere a causa di un malfunzionamento del sistema nervoso autonomo o del nervo vago. In ambito fisico tale malfunzionamento si può manifestare con:
- Muscoli tesi e rigidi
- Collo e muscoli della spalla doloranti
- Emicrania
- Mal di schiena
- Bruxismo notturno
- Tensione oculare o facciale
- Mani e piedi freddi
- Sudorazione immotivata
- Tensione dopo uno sforzo
- Artrite
- Nervosismo
- Capogiri o vertigini
- Nodo alla gola
Allo stesso modo possono gli squilibri del sistema nervoso autonomo possono manifestarsi a livello emotivo con:
- Irritabilità, collera
- Senso di disperazione
- Mancanza di energia
- Tendenza a piangere facilmente
- Ansia generale
- Senso di pesantezza
- Periodi prolungati di depressione
- Paura e apprensione
- Incubi
- Agitazione/irrequietezza
- Disturbi del sonno
- Preoccupazioni eccessive
- Difficoltà di concentrazione
- Smemoratezza
- Frustrazione
- Tendenza eccessiva a fantasticare e sognare a occhi aperti
Per non parlare dei problemi che possono coinvolgere gli organi viscerali, come:
- Cattiva digestione
- Stitichezza
- Irritazione dell'intestino crasso
- Diarrea
- Problemi gastrici
- Iperacidità, ulcera, bruciori di stomaco
- Inappetenza
- Eccessi alimentari
E la lista può continuare ancora.
Il nervo vago, in particolare, insieme ad alcuni altri nervi cranici, quando non è funzionale può interagire con la nostra capacità di coinvolgimento sociale, detto anche social engagement. “Il concetto secondo cui i nervi cranici hanno un ruolo in queste problematiche di salute è quasi universalmente ignorato o sottovalutato dalla medicina contemporanea.
La maggior parte delle persone non ne sa molto del tronco encefalico (il punto in cui questi nervi hanno origine), e nemmeno dei nervi cranici in sé. Come ho ribadito più volte, sono convinto che riuscendo a far funzionare correttamente i cinque nervi cranici che supportano il “coinvolgimento sociale” avremo buone possibilità di alleviare o eliminare molti dei sintomi del precedente elenco.
Questa convinzione si basa sulla mia esperienza clinica di vari decenni, e sulle esperienze delle centinaia di terapisti che ho formato all’Istituto Stanley Rosenberg” scrive l'Autore del libro.
Il coinvolgimento sociale
La relazione fra nervo vago e social engagement fu messa in evidenza quando il neurofisiologo americano Stephen Porges formulò la teoria polivagale che classifica i diversi modi in cui il sistema nervoso autonomo viene attivato di fronte al pericolo.
Ecco la spiegazione dell’Autore a questo proposito: “ Secondo la teoria polivagale, quando una persona si sente al sicuro – quindi né minacciata né in pericolo – e il suo corpo è in salute e funziona bene, essa può godere di una condizione fisiologica che favorisce comportamenti di interazione sociale spontanei.
Da un punto di vista neurologico, il coinvolgimento sociale o social engagement è uno stato basato sull’attività di cinque nervi cranici: il ramo ventrale del nervo vago (X nervo cranico) e i circuiti dei nervi cranici V, VII, IX e XI. Quando questi cinque nervi agiscono insieme in modo appropriato, la loro attività favorisce l’interazione sociale, la comunicazione e adeguati comportamenti autorilassanti e calmanti.
Quando siamo in questo stato di coinvolgimento sociale sperimentiamo sentimenti di amicizia e amore. E quando gli individui che appartengono a un certo gruppo si uniscono e collaborano vicendevolmente, ciò aumenta le probabilità di sopravvivenza di ciascuno di essi”.
Per coinvolgimento sociale si intende:
- saper stringere legami affettivi con gli altri,
- sviluppare rapporti di amicizia e intrecciare relazioni intime e sessuali,
- comunicare, parlare gli uni con gli altri,
- lavorare insieme,
- creare famiglie,
- raccontare storie,
- praticare sport, cantare, danzare e divertirsi insieme.
Il coinvolgimento sociale può avvenire quando un genitore mette a dorrmire il proprio bambino, gli si stende accanto e legge un libro o racconta una storia finché il bambino non si addormenta; allo stesso modo mostriamo coinvolgimento sociale quando ci prendiamo cura del nostro animale domestico.
Se il nervo vago subisce una compressione o si infiamma, perdendo il proprio equilibrio, perdiamo la nostra capacità di social engagement. In realtà si sviluppa un circolo vizioso, perché quando non abbiamo interazioni sociali sufficienti con gli altri possiamo facilmente diventare stressati, depressi, asociali o persino antisociali. Questi problemi vanno a sommarsi a tutti gli altri già citati: lo squilibrio del nervo vago, insomma, diventa un fattore che peggiora la nostra vita in toto.
Perché il nervo vago è così importante
Il nervo vago è parte del sistema nervoso autonomo: si tratta della parte del sistema nervoso centrale che si attiva in situazione di pericolo (cioè di stress), ed è formato da due distinti sistemi che venivano creduti antagonisti fino a pochi anni fa.
Inizialmente, infatti, si attiva il sistema simpatico che a sua volta attiva l'organismo per far sì che siamo pronti ad affrontare il pericolo, e successivamente, quando il pericolo è passato, attiva il sistema parasimpatico che aiuta l'organismo a tornare in uno stato di relax e calma.
Proprio il nervo vago è a capo del sistema parasimpatico e fra le sue funzioni ci sono:
- favorire la produzione dell'acido gastrico,
- controllare la peristalsi intestinale,
- regolare il ritmo cardiaco,
- regolare l'appetito,
- regolare l'umore.
Queste funzioni vengono alterate quando il muscolo si infiamma e perde la sua ottimale funzionalità
Cause di infiammazione del nervo vago
Cosa provoca l'infiammazione del nervo vago? I fattori che incidono sono diversi e, come avrai capito, spaziano fra ambiti diversi. Eccone alcuni:
- stress e ansia,
- presenza di artrosi cervicale o disallineamento dell’Atlante, la prima vertebra cervicale,
- alimentazione non equilibrata, troppo ricca di grassi,
- postura scorretta,
- abiti non adeguati e troppo stretti.
L'infiammazione si manifesta più di frequente con:
- problemi alla zona cervicale,
- cefalea e mal di testa,
- formicolii,
- problemi alla vista,
- problemi di deglutizione,
- incremento dei battiti cardiaci che viene confuso con tachicardia,
- crampi allo stomaco,
- acidità di stomaco,
- nausea.
Come alleviare l'infiammazione del nervo vago
Dato che le cause che infiammano il nervo sono diverse, anche i modi per intervenire e alleviare l'infiammazione sono diversi. Si può intervenire riequilibrando l'alimentazione, evitando cibi ricchi di grassi e zuccheri aggiunti, e preferendo invece quelli che a basso contenuto di grassi saturi ma ricchi di nutrienti – come frutta e verdura ma anche cereali integrali in chicco – che sono benefici a tutto l'organismo. Anche alimenti che contengono probiotici sono utili, dato che rinforzano la flora batterica intestinale, che può migliorare la condizione dell'intestino, uno degli organi controllati dal vago.
Alleggerire lo stress è un buon rimedio per cercare di non gravare sul vago: fare della meditazione o delle passeggiate nella natura o ancora un’attività rilassante (dallo yoga all'uncinetto, puoi scegliere l'attività che più ti piace e ti rilassa).
Se ansia e stress sono spesso presenti, potresti abbinare allo stile di vita e all'alimentazione un integratore alimentare che abbia attività adattogena e ti permetta di migliorare la risposta agli stressor, donando all'organismo una migliore risposta adattativa. Fra le piante utili a questo scopo ci sono la Rodiola rosea, l’Eleuterococco e la Griffonia che è utile se soffri anche di squilibri del tono dell'umore.
Gli esercizi per il vago infiammato
Ovviamente fra i rimedi che aiutano ad alleviare l'infiammazione del vago non possono non mancare gli esercizi fisici. Se l'infimmazione dipende dalla postura può essere indicato un corso di ginnastica posturale, che rieduchi la persona ad adottare posizioni corrette per non gravare sulle parti che rischiano di essere maggiormente sovraccaricate e stressate. Allo stesso tempo questi esercizi permettono di rinforzare la muscolatura del corpo, in modo che subisca meno squilibri.
Si possono poi introdurre nella routine quotidiana alcuni esercizi che possono alleviare lo stress e, allo stesso tempo, aiutare a sfiammare il nervo vago. Si tratta di esercizi che ha messo a punto lo stesso Rosenberg che ha poi sperimentato nel corso degli anni sui propri pazienti, ottenendo successi di diverso livello, e che agiscono sul nervo alleggerendo anche alcuni dei sintomi che si manifestano più spesso. Eccone alcuni.
1. Tecnica di rilascio neurofasciale
Si tratta di un esercizio di auto-aiuto, un modo facile ed efficace per ottenere una migliore funzionalità del nervo vago ventrale. Se sei abituato a eseguire massaggi, per riuscire in questa tecnica avrai bisogno di utilizzare le tue mani in un modo nuovo. Prima di praticare la tecnica su altre persone, provala su te stesso e impara come ottenere il rilascio neurofasciale.
Per indurre il coinvolgimento sociale con questa tecnica dovrai stimolare i riflessi nervosi nel tessuto connettivo lasso, esattamente sotto la cute che ricopre la base del cranio. Ciò bilancerà i livelli di tensione nei piccoli muscoli tra la base del cranio e le vertebre del collo. Sarà più semplice imparare questa tecnica se la persona è distesa sulla pancia, in modo da vedere facilmente vedere le dita. Inizia da un lato della parte posteriore della testa.
- Premi delicatamente a un lato della base del cranio, e percepisci al tatto la durezza dell’osso occipitale. Testa la “capacità di scivolamento” della cute a un lato dell’occipite: con delicatezza fai scorrere la pelle sopra l'osso, a destra. Quindi lascia che torni in posizione neutra.
- Ora fai scorrere la pelle a sinistra, poi lascia che torni in posizione neutra. In quale direzione c'era più resistenza?
- Fai scorrere la pelle nella direzione in cui hai avvertito maggior resistenza. Procedi molto lentamente, e stai pronto a fermarti al primissimo segnale di resistenza. Potresti aver spostato la cute soltanto di pochi millimetri. Fermati in quel punto, e mantieni la posizione. Continua a percepire al tatto la leggera resistenza. Nella pausa in cui non stai facendo nulla, la persona sospirerà o deglutirà, e, mentre avviene questo rilascio, la resistenza nella pelle si dissolverà.
- Quando ripeterai il test la pelle dovrebbe scorrere o scivolare facilmente in entrambe le direzioni.
- Ripeti la tecnica dall'altro lato.
2. Salamandra a quattro zampe
- In questo esercizio le orecchie non dovrebbero essere né più in alto né più in basso rispetto al livello della colonna vertebrale. Per trovare la corretta posizione della testa, sollevala leggermente al di sopra di quella che pensi sia l’altezza giusta. Dovresti riuscire a percepire che la testa è lievemente sollevata. Poi abbassa leggermente la testa, al di sotto di quella che pensi sia l’altezza giusta. Dovresti riuscire a percepire che la testa è più in basso di come dovrebbe essere. Passa più volte tra queste due posizioni. Solleva un poco la testa e poi abbassala, sempre di poco. Cerca di trovare una posizione nel mezzo, in modo che la testa non ti sembri né alta né bassa. Anche se non dovessi riuscire a trovare la posizione esatta, puoi sempre ricominciare da capo.
- Una volta trovata una buona posizione della testa in relazione alla colonna vertebrale, porta lo sguardo a destra; mantenendo gli occhi in posizione, inclina la testa a destra portando l’orecchio destro verso la spalla destra.
- Completa il movimento continuando a piegarti di lato e coinvolgendo tutto il collo e tutta la colonna vertebrale, fino alla base.
- Mantieni questa posizione dai 30 ai 60 secondi. Riporta la colonna vertebrale e la testa alla posizione centrale iniziale.
3. Esercizio per il muscolo sternocleidomastoideo contro il collo rigido
Questo esercizio ti consentirà di ampliare la libertà di movimento quando ruoti la testa; inoltre allevierà i sintomi del collo rigido e ti aiuterà a prevenire l'emicrania. È molto simile ai primissimi movimenti che compiamo da neonati quando siamo a pancia in giù e ci appoggiamo sui gomiti, con la testa libera di muoversi per poterci guardare intorno.
Stenditi a pancia in giù. Solleva la testa e porta le braccia al di sotto del petto. Poggia il peso della parte superiore del corpo sui gomiti.
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