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Interferenti endocrini: dove si trovano? Come possiamo evitarli?

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Interferenti endocrini: dove si trovano? Come possiamo evitarli?

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Interferenti endocrini: dove si trovano? Come possiamo evitarli?
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Gli interferenti endocrini sono sostanze di diversa natura (metalli pesanti, diossine, PCB, pesticidi, ritardanti di fiamma, bisfenolo A) che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni. La definizione che l’Istituto Superiore di Sanità dà di “interferente endocrino” è “una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”.


Redazione Scienza e Conoscenza

Tratto da Scienza e Conoscenza 62

Gli interferenti endocrini sono sostanze di diversa natura (metalli pesanti, diossine, PCB, pesticidi, ritardanti di fiamma, bisfenolo A) che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni.

La definizione che l’Istituto Superiore di Sanità dà di “interferente endocrino” è “una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”.

Dove si trovano?

Non è facile dare risposta alla domanda relativa a dove si trovano gli interferenti endocrini (IE): si farebbe prima, nel nostro mondo altamente industrializzato e inquinato, a dire dove non si trovano.

Magari mentre state leggendo questo articolo siete seduti su un divano impregnato di sostanze anti-incendio molte delle quali classificate come IE. Oppure alcune tipologie di carta stampata rilasciano un IE, il Bisfenolo-A (BPA), come per esempio scontrini e ricevute fiscali che, a quanto indicato in alcuni studi, se maneggiata a lungo sembra poter essere assorbita dalla pelle e causare danni.

Se un tempo ci si preoccupava di lavarsi le mani prima di mangiare per evitare i batteri, al giorno d’oggi invece sembrerebbe più importante lavarsele per evitare tutti gli IE con cui veniamo continuamente in contatto (e ovviamente quando ce le laviamo occorre anche fare attenzione ad evitare gli IE contenuti in vari saponi, scegliendo saponi “ecologici”).

Ciò che rende i perturbatori endocrini così pericolosi è la loro natura quotidianamente onnipresente, e il fatto che la maggior parte di noi è esposta a molteplici sostanze chimiche.

Secondo Thomas Zoeller, professore di biologia presso la Amherst University – specializzato sugli effetti delle sostanze chimiche sul sistema endocrino – ci sarebbero sul mercato circa 800-1.000 sostanze che interferiscono su questo nostro sistema di vitale importanza.

È pertanto impossibile in un breve articolo elencarne una parte consistente (ci vorrebbe un’enciclopedia): cerco qui di seguito di indicare alcuni gruppi di prodotti che possono contenere IE, e cosa si può fare per cercare di limitare il danno.

 

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1. Prodotti per la cura personale

Cosmetici, saponi, shampoo, deodoranti, contengono spesso degli IE, compresi gli ftalati, e cioè un gruppo di sostanze chimiche che ha danneggiato i sistemi endocrini di vari animali, causando cancro ai testicoli, deformazioni genitali, riduzione degli spermatozoi e infertilità in numerose specie, inclusi orsi polari, cervi, ed altri. Uno studio condotto negli USA ( dove la situazione è peggiore che da noi) ha rilevato ftalati in quasi tre quarti dei prodotti per la cura della persona.

Un altro IE è il triclosan, che si trova persino in molti dentifrici. Un solo profumo sintetico può contenere centinaia di sostanze chimiche, tra cui anche degli IE. È importante prestare particolare attenzione ai prodotti usati quintidianamente e più volte al giorno: così ad esempio si è riscontrato che vari tipi di carta igienica (usata più volte al giorno in zone delicate del corpo) rilasciano IE dannosi per la prostata dell’uomo; inoltre vari tamponi e assorbenti contengono IE dannosi per la fertilità della donna. È importante cercare di impiegare per la cura personale dei prodotti “naturali” , privi, nell’etichettatura di componenti dalle sigle incomprensibili dietro le quali possono nascondersi degli IE.

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2. Acqua potabile

L'acqua potabile può essere contaminata da atrazina, arsenico e perclorato, e da varie sostanze rilasciate dalle tubature che possono interferire con il sistema endocrino. È consigliabile, per i rubinetti (anche per quelli di doccia e bagno), utilizzare un buon sistema di filtrazione dell'acqua .

3. Cibi in scatola

In varie analisi si è constatato che in molte marche di alimenti in scatola è usato il Bisfenolo-A (BPA), un ben noto IE, collegato a una serie di problemi di salute in particolare in gravidanza e nei bambini, ma anche negli adulti, tra cui aggressività e difficoltà nell'apprendimento, disfunzioni sessuali e infertilità, obesità, funzione immunitaria alterata.

Anche le lattine senza BPA potrebbero non essere sicure, perché sono spesso ricoperte da una sostanza chimica simile, nota come BPS. È consigliabile quindi, se si vogliono acquistare cibi preconfenzionati e conservati, acquistare prodotti contenuti in bottiglie e vasi di vetro, anziché in plastica o lattine. 

4. Prodotti agroalimentari

Prodotti agroalimentari coltivati con metodi di agricoltura “convenzionale”: sono presenti in questi prodotti pesticidi, erbicidi e altri IE. È bene cercare di consumare prodotti alimentari provenienti da culture biologiche . 

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5. Prodotti da allevamento intensivo

Carne, pollame, latticini e uova provenienti da allevamenti di massa: contengono antibiotici, ormoni e altri prodotti chimici che possono interferire con il sistema endocrino. Occorre cercare prodotti provenienti da animali allevati nel loro ambiente naturale, alimentati con i loro cibi “naturali”. 

6) Il pesce

I pesci, in particolare quelli di grosse dimensioni provengono ormai purtroppo da mari inquinati da mercurio (che disturba anche l’equilibrio ormonale) ed altri IE. Anche i pesci provenienti da allevamenti non sono raccomandabili. Sono preferibili frutti di mare e pesci piccoli come le sardine, le acciughe e l'aringa, che essendo alla base della catena alimentare sono meno inquinati.

7. Utensili per la cucina

I contenitori di plastica e le pentole antiaderenti comuni in molte cucine sono anch’essi da evitare. I contenitori di plastica, come accennato, possono contenere BPA che diviene pericoloso e penetra nel cibo soprattutto se la plastica viene riscaldata. Le pentole antiaderenti, quando sono riscaldate, rilasciano acido perfluorooctanoico (PFOA), collegato a malattie della tiroide, infertilità e problemi di sviluppo e riproduzione. Le opzioni più sane includono pentole in ceramica e in acciaio. 

8. Prodotti per la pulizia della casa

Le soluzioni commerciali utilizzate per pulire i pavimenti, i bagni, i forni, le finestre, spesso contengono degli IE. Ad esempio, i nonilfenoloetossilati (NPE), sono stati a lungo impiegati nei detergenti per bucato e per tutti gli usi, prima di essere ora vietati in Europa.

Permangono peraltro in questi detergenti altre sostanze nocive. Sono da evitare in particolare i prodotti contenenti 2-butossietanolo (EGBE) e metossidiglicolo (DEGME), due eterici glicolici tossici che possono danneggiare la fertilità e causare danni fetali.

Per una pulizia di casa “più verde”, oltre ai vari detergenti ecologici che ora si trovano in commercio, è possibile creare i propri prodotti utilizzando diverse combinazioni di aceto, bicarbonato di sodio, e oli essenziali.

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9. Prodotti da ufficio

Cartucce d'inchiostro, toner e altro sono un'altra fonte comune di IE. È bene maneggiare questi prodotti con cura e minimizzarne l'esposizione il più possibile.

10. Carta termica

La “carta termica” alla quale si è sopra accennato: la stampante in un registratore di cassa, applica calore alla carta, permettendo così di stampare ma producendo anche BPA e la ricerca ha mostrato che la gestione di questo tipo di carta è sufficiente per aumentare i livelli di BPA nel corpo. Uno studio ha scoperto che su 13 tipi di carte di stampa termica analizzate, 11 contenevano BPA. Tenere la carta in mano per soli cinque secondi era sufficiente per trasferire BPA sulla pelle e la quantità di BPA trasferita aumentava di circa 10 volte se le dita erano bagnate.

In un altro studio i ricercatori hanno analizzato le banconote di carta di 21 paesi, ed il BPA è stato trovato in tutte. Sarebbe bene anche qui lavare le mani dopo aver maneggiato ricevute e banconote. Se si lavora come cassieri o bancari è consigliabile indossare guanti, specie se si in stato di gravidanza o in età fertile.

Ulteriori precauzioni e consigli

Utilizzare in casa un’aspirapolvere con un filtro HEPA per rimuovere la polvere spesso contaminata da residui di IE. Questi filtri sono utili anche per chi soffre di allergie (ad acari, polline od altro). Quando si acquistano nuovi prodotti come mobili, materassi o altro, è bene assicurarsi quanto al tipo di materiale anti-incendio che contengono, ed evitare oggetti contenenti PBDE, antimonio, formaldeide, acido borico e altre sostanze chimiche bromurate. Evitare anche vestiti, mobili e tappeti resistenti all'acqua, che possono contenere sostanze chimiche perfluorurate (PFCs).

Ridurre al minimo, per i bambini, l'uso di giocattoli di plastica scegliendo invece quelli in legno naturale o tessuti.

Tratto da Scienza e Conoscenza 62

Articolo scritto da Fiamma Ferraro

 

 

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Scienza e Conoscenza è la rivista ufficiale del Gruppo Editoriale Macro. È un trimestrale che parla di medicina integrata, medicina non convenzionale, scienze di frontiera, coscienza e consapevolezza, e che si avvale di un comitato scientifico di medici, ricercatori, scienziati e giornalisti.Operano in redazione: Marianna Gualazzi, Romina... Leggi la biografia

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