L’Artemisia annua: una difesa potente contro alcuni dei virus più diffusi
Salute e Benessere Naturali
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La medicina tradizionale che opera su base vegetale ha una lunga storia e i farmaci di origine erboristica hanno contribuito in larga misura alla salute e alla medicina occidentale. Recenti ricerche di fitoterapia hanno indicato la pianta dell’artemisia come un ottimo candidato per la cura di malattie virali e per il potenziamento dell’attività del sistema immunitario in genere.
Valerio Pignatta
In realtà esistono altre due specie simili di artemisia diffuse anche in Italia. Si tratta dell’Artemisia vulgaris e dell’Artemisia verlotiorum. Pur appartenendo allo stesso genere, sono piante distinte. L’Artemisia vulgaris è una pianta moderatamente velenosa che è originaria del Nord Africa e dell’Eurasia. L’Artemisia annua è invece chiamata assenzio dolce o assenzio annuale ed è originaria dell’Asia, in particolare della provincia di Hunan in Cina.
Le specie appartengono alla più grande famiglia di piante infestanti, le Asteraceae. Le piante godono dei climi temperati e hanno un forte aroma dovuto ai terpenoidi che contengono. L’artemisia è una pianta annuale che preferisce ambienti caldi e soleggiati e cresce bene a temperature comprese tra i 20 e i 25 gradi.
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È stata studiata come trattamento per l’intolleranza al glucosio, le infezioni da HIV, le allergie ai pollini, l’obesità, le malattie virali, la malaria (per cui da trent’anni rappresenta una cura) e il trattamento di alcuni tipi di cancro.
Più recentemente, i ricercatori hanno esplorato le proprietà antivirali dell’artemisia anche per il trattamento della COVID-19 dato che gli estratti di Artemisia annua hanno mostrato attività antivirale contro il virus SARS-CoV-2 in studi di laboratorio e sono però ancora in fase di sperimentazione clinica sull’uomo.
La pianta presenta alti livelli di zinco, gallio e selenio, tutti elementi dalle note proprietà antivirali e antinfiammatorie. Proprio per questa composizione, diversi studi hanno dimostrato che l’artemisinina, uno dei maggiori principi attivi dell’artemisia, ha un ruolo promettente nell’inibizione dei virus. Lo zinco, infatti, è noto per bloccare la replicazione del virus nella cellula; il gallio riduce le tipologie di citochine che aumentano la risposta infiammatoria mentre il selenio regola la concentrazione dei linfociti CD4, una tipologia di globuli bianchi che sono ottimi come difesa immunitaria.
Gli scienziati cinesi sono stati i primi a scoprire l’Artemisia annua contro la malaria negli anni Settanta del Novecento.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità approva
Attualmente, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda terapie a base di artemisinina contro la malaria, soprattutto dopo la crescita della resistenza di questa malattia alla clorochina, sostanza farmacologica che viene utilizzata per combatterla. I parassiti resistenti hanno infatti ripetutamente ridotto la capacità dei nuovi farmaci di essere efficaci contro l’anemia, uno dei sintomi/conseguenze della malattia dovuto alla distruzione dei globuli rossi infetti.
L’artemisinina è attualmente utilizzata solo in combinazione con altri farmaci antimalarici per aiutare a prevenire la potenziale resistenza alla monoterapia.
Il maggiore accesso alle terapie combinate a base di artemisinina è ritenuto un fattore chiave nella riduzione del numero di morti per malaria negli ultimi quindici anni.
Di recente, è tuttavia stato scoperto che la pianta è bioattiva anche contro alcuni virus molto diffusi come quelli dell’epatite B e C, il citomegalovirus e i virus della famiglia dell’Herpes, tra cui l’herpes virus di tipo 1 (herpes simplex) e l’Epstein-Barr (quello della mononucleosi).
Per tutti questi motivi questa pianta rappresenta un ottimo baluardo contro numerose malattie e disporre nel proprio armadietto dei medicinali dei preparati fitoterapici prodotti con la stessa può essere una buona e utile idea.