La qualità della vita per il nostro benessere
Salute e Benessere Naturali
Salute e Benessere Naturali
Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la salute come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità". Nel 1984 ha aggiunto "la salute è vista come una risorsa della nostra vita quotidiana, e non come lo scopo della nostra esistenza; si tratta di un concetto positivo che pone l’accento sia sulle risorse personali e sociali che sulle capacità fisiche".
Stefano Momenté
Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la salute come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità". Nel 1984 ha aggiunto "la salute è vista come una risorsa della nostra vita quotidiana, e non come lo scopo della nostra esistenza; si tratta di un concetto positivo che pone l’accento sia sulle risorse personali e sociali che sulle capacità fisiche".
Nel 1986 con La Carta di Ottawa, l’OMS ci ricorda che "la promozione della salute non è legata soltanto al settore sanitario: supera gli stili di vita per mirare al benessere".
Un corretto stile di vita
L’adozione di un corretto stile di vita complessivo e, in particolare, di un adeguato regime alimentare può costituire un significativo punto a favore della longevità in salute, a conferma del fatto che è possibile fare davvero molto per prevenire e mitigare gli effetti negativi che numerosi fattori, a partire dalle malattie croniche, hanno e avranno sulla longevità e sulla sua qualità.
L’invecchiamento (vedi anche l'intervista al dottor Roberto Bianchi su quest'argomento, ndr) è un processo che comporta modificazioni significative a livello genetico, proteico, delle strutture dei tessuti e delle capacità fisiche degli individui più vecchi rispetto a quelli più giovani. Ed è proprio sui processi di invecchiamento che si concentrano le numerose scoperte scientifiche di nuovi biomarcatori, poiché si cerca di comprendere la moltitudine dei processi biochimici alla base della fisiologia e fisiopatologia che concorrono all’invecchiamento.
Il dogma "o lo usi o lo perdi"... e non solo
Si vogliono anche sviluppare potenziali interventi volti a rallentare la degenerazione e la disabilità negli esseri umani e negli animali. Nel corso degli ultimi 50 anni sono state elaborate varie teorie sull’invecchiamento che si possono suddividere in tre principali orientamenti:
- - il dogma “use it or lose it” (o lo usi o lo perdi), secondo il quale con il procedere dell’invecchiamento le nostre capacità mentali e fisiche vengono utilizzate in misura minore, al punto, con il tempo, da perderle progressivamente;
- la teoria che attribuisce la responsabilità dell’invecchiamento alle mutazioni genetiche che non possono essere riparate mediante i normali meccanismi di riparazione dei geni e che conducono quindi a modificazioni irreversibili nella funzione tessitale, al cancro, all’accumulo di proteine e ad altre disfunzioni;
- il paradigma della disfunzione mitocondriale, in base al quale con il trascorrere del tempo il dna mitocondriale subisce delle mutazioni non reversibili con diversi effetti biochimici (come ad esempio un’aumentata produzione di specie reattive dell’ossigeno, a disfunzioni nel percorso metabolico della respirazione ossidante) con conseguenti ricadute sui processi di invecchiamento.
I rischi di una dieta ipercalorica e povera di nutrienti
L’invecchiamento, infatti, è un processo causato dal progressivo accumulo nel corso del tempo di danni a carico del dna, delle cellule e degli organi di tutto l’organismo, dovuto al fallimento dei meccanismi di riparazione del danno.
L’accumulo di questi danni causa un progressivo declino di molte funzioni fisiologiche e delle strutture vitali dell’organismo.
Studi recenti hanno dimostrato come gli stili di vita influenzino pesantemente i processi d’invecchiamento.
Per esempio, una dieta ipercalorica, ricca di grassi animali e povera di nutrienti (vitamine, sali minerali, fitocomposti) e una vita sedentaria promuovono l’insorgenza di obesità, diabete mellito, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari e tumorali oltre a un’accelerazione dei processi d’invecchiamento.
Al contrario, svariate evidenze scientifiche hanno dimostrato come una dieta moderatamente ipocalorica e ricca in nutrienti sia in grado di rallentare i processi d’invecchiamento e prevenire la maggior parte delle patologie croniche associate all’invecchiamento.
Come rallentare i naturali processi di invecchiamento
Tuttavia, se anche non possiamo evitare l’invecchiamento naturale, possiamo però agire in modo incisivo sull’invecchiamento ambientale (o secondario) e influenzare i processi legati all’invecchiamento intrinseco (o primario).
È possibile, infatti, rallentare i naturali processi di invecchiamento e, soprattutto, intervenire sulle malattie croniche associate agli stessi.
In tale contesto, quindi, emerge chiaramente il ruolo centrale dell’alimentazione e dello stile di vita nel prevenire l’insorgenza di tali patologie, nel mitigarne gli effetti e quindi, in ultima analisi, nel promuovere una longevità qualitativamente migliore. In particolare, è possibile ritenere che differenti interventi e approcci concorrano effettivamente a rallentare i processi di invecchiamento qualora risultino in grado di estendere la vita media e massima di un organismo e di decelerare i numerosi cambiamenti fisiologici e strutturali in organi e tessuti.
LEGGI gli altri articoli di Stefano Momentè sull'alimentazione crudista e relative ricette.