La vitamina D e il sole
Salute e Benessere Naturali
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La vitamina D è importantissima per l'organismo; non meno importante è la luce solare, che serve per sintetizzarla. Ma l'esposizione al sole potrebbe essere nociva? Fortunatamente no, a patto che…
Giuliana Lomazzi
I benefici della vitamina D
Sintetizzare in poche righe le sue numerose proprietà non è facile. Si calcola che sia in grado di influenzare il 10% dei nostri geni, scusate se è poco… E che dire del fatto che questa vitamina può ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa?
Ma ancora non basta; si occupa della protezione dalle patologie cardiovascolari – non solo attacchi di cuore, anche pressione alta e ictus. Previene vari tumori – seno, polmoni, ovaio, pelle, prostata – come evidenziato da numerosi studi. Le ricerche hanno mostrato perfino che è in grado di ridurre il rischio di carie.
Troppo per una sola vitamina? Forse sì, infatti gli scienziati l'hanno promossa al ruolo di ormone, capace di regolare il metabolismo del calcio. In sinergia con la K, favorisce l'assorbimento del calcio alimentare e il suo indirizzamento verso le ossa, tenendolo alla larga dalle arterie, dove invece risulterebbe pericoloso.
Fin qui tutto bene, i problemi cominciano quando veniamo alle fonti alimentari di questa preziosa vitamina, che sono davvero poche. La D3 (la forma più importante) è praticamente assente nella maggioranza dei cibi. Quella poca che si riesce ad assumere va sintetizzata con l'aiuto del sole che, nonostante le accuse che riceve da un po' di anni a questa parte, ha comunque vari benefici da offrire, oltre alla possibilità di disporre della vitamina D.
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I benefici del sole
Il piacere di sedersi sotto il sole di primavera o di fine autunno e di “scaldarsi le ossa” come facevano una volta gli anziani è indubbia ed è appagante per la psiche. In effetti l'esposizione al sole favorisce il rilascio di endorfine, che stimolano l'umore e sono perfino in grado di diminuire il dolore. Non sarà un caso che in inverno le giunture sono più doloranti e l'umore è più ballerino, a causa del così detto disordine affettivo stagionale (SAD), che potremmo definire una forma di tristezza o di lieve depressione.
Secondo gli scienziati, l'esposizione alla luce solare può inoltre stimolare il sistema immunitario, regolarizzare la pressione sanguigna, prevenire l'aterosclerosi, alcuni tumori e le malattie cardiache, regolare i cicli del sonno. Sarebbe inoltre utile per alleviare alcune problematiche della pelle, come la dermatite atopica, la psoriasi e la vitiligine. Certo, deve essere un'esposizione ragionevole e prudente.
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I raggi UVB e il loro assorbimento
Sono questi i più importanti per la sintesi della vitamina D, ma per poterne beneficiare occorre considerare che il loro assorbimento varia in base a determinate condizioni, prima di tutto ambientali. Infatti i raggi UVB non sono sempre efficaci al massimo, dato che vengono bloccati dallo smog o dalla copertura del cielo. Vengono poi filtrati dall'ozono e calano di intensità quando il sole è basso, cioè verso sera o in inverno, quando sono deviati dall'atmosfera.
Ricordiamo poi che la maggior parte delle creme solari non li fanno penetrare nella pelle. L'incidenza dei raggi UVB varia anche a seconda della latitudine a cui si vive. In determinate condizioni, la loro incidenza è elevata: in montagna e in presenza di riflessi di ghiaccio, neve, acqua o vetri.
Ci sono poi delle condizioni personali: l'età (dopo i 50 anni comincia a ridursi la capacità di trasformare il sole in vitamina D), il colore della pelle (più è scura, più tempo ci vuole per assorbire la vitamina) e il peso (il sovrappeso riduce la sintesi).
La corretta esposizione
Inutile illudersi: una breve esposizione di viso e polsi non basta, bisogna scoprire almeno il 40% della pelle. Perciò, non appena le temperature lo consentono, bisogna scoprirsi un po' e rimanere esposti per una decina di minuti, massimo 20 – dipende dal colore della pelle, più è scura più bisogna restare. In ogni caso, la cute non deve prendere colore, al massimo una lieve sfumatura rosata.
Restare più a lungo non migliora l'assorbimento e può causare altre problematiche. La parola d'ordine è: non scottarsi mai. Da evitare l'abbronzatura attraverso le finestre. Viso e occhi vanno protetti accuratamente con cappello e occhiali scuri.
Ma la crema solare che, come abbiamo visto, blocca i raggi UVB? Meglio preferirle l'olio di cocco, che comunque è molto protettivo per la cute: antiaging, previene le scottature, nutre e idrata la pelle, il tutto senza bloccare la trasformazione della vitamina D.