Liberarsi dall’artrite senza interventi chirurgici: un’opzione possibile
Salute e Benessere Naturali
Salute e Benessere Naturali
Chi soffre di artrite sa bene che è una malattia che comporta molta sofferenza man mano che passano gli anni. Le forme più aggressive implicano anche una certa percentuale di possibilità che in alcuni casi ci si debba sottoporre a interventi chirurgici per ovviare a situazioni di dolore insopportabile e di consumo delle articolazioni o di danni al movimento ormai quasi irreparabili.
Redazione Web Macro
L'artrite è infatti un’infiammazione delle articolazioni che colpisce il tessuto connettivo del corpo, provocando dolore articolare, tumefazione, degenerazione e disabilità.
Esistono più di cento tipi di artrite: alcuni colpiscono solo le articolazioni, altri hanno effetti più diffusi. I due tipi principali sono l'osteoartrite, anche nota come artrite degenerativa, e l'artrite reumatoide, anche nota come artrite autoimmune o infiammatoria.
Quando un'articolazione devastata dall'osteoartrite o dall'artrite reumatoide non riesce più a muoversi o è causa di dolore insopportabile, viene appunto consigliato l'intervento chirurgico. Il tipo di intervento dipende dall'articolazione e dal danno subito. La decisione di farsi operare non è però da prendersi alla leggera.
Prima di decidersi in questo senso sarebbe meglio ascoltare anche altre opinioni; inoltre, se è possibile, è più salutare ricorrere alla chirurgia ambulatoriale per evitare una degenza ospedaliera. In ospedale infatti i rischi di conseguenze post-operatorie come infezioni resistenti agli antibiotici ed errori terapeutici e farmacologici sono maggiori. Da valutare bene sono anche i diversi tipi di anestesia e quindi la raccolta di informazioni in questo senso, prima di accedere all'intervento, è basilare per conoscere rischi e benefici del farmaco scelto.
Se comunque fosse necessario farsi operare in ospedale, ecco alcuni consigli pratici per prendersi cura di sé prima e dopo l'intervento, attenuando eventuali effetti collaterali e indesiderati e incrementando i livelli di ripresa post-operatoria.
Capire bene se c'è un'alternativa al bisturi
Innanzi tutto, prima dell'intervento andrebbe informato il proprio medico riguardo qualsiasi farmaco allopatico, integratore o vitamina che si sta assumendo. In secondo luogo bisogna avere la massima attenzione per la salute del fegato. Quest'organo infatti dovrà smaltire parecchi farmaci nel dopo intervento e nella successiva degenza.
Alcuni rimedi che si possono utilizzare per sostenere il fegato in questo lavoro di ripulitura dell'organismo sono il latte di cardo mariano, l'acido alfa-lipoico e l'N-acetilcisteina. Questi nutrienti andrebbero usati nelle dosi appropriate per una settimana prima dell'intervento chirurgico e per due settimane dopo quest'ultimo.
Siccome l'acido alfa-lipoico può causare la diminuzione dei livelli del glucosio nel sangue, per i diabetici va assunto con attenzione e secondo un procedimento di aumento graduale delle dosi, facendosi seguire dal proprio medico. Infine, un ottimo aiuto consiste nell'aggiungere molte fibre alla propria alimentazione. Ciò tiene pulito l'intestino che se invece è costipato va a interferire con l'attività del fegato.
Un altro accorgimento da perseguire prima di entrare in ospedale è quello di rafforzare il sistema immunitario. La vitamina A (non il suo precursore, il betacarotene) è a tal fine l'opzione migliore. La vitamina A va affiancata alla vitamina C, al selenio e allo zinco, che lavorano tutti ottimamente in questo senso.
Un consiglio che molti medici danno è quello di interrompere l'uso di salicilati o altri FANS eventualmente assunti, perché diluiscono il sangue. Ciò andrebbe fatto almeno una settimana prima dell'intervento. Per non correre eccessivi rischi da questa sospensione, e secondo la propria patologia che l'aveva motivata, si può continuare ad assumere un giusto quantitativo di vitamina E, che è un blando anticoagulante del sangue. Chiedere ovviamente aiuto al proprio medico in questa direzione è la cosa migliore da fare.
Tè verde e semi di uva, alleati preziosi
Un altro trucco consiste nell'assumere bioflavonoidi antiossidanti, come gli estratti di tè verde o di semi di uva, per accelerare il recupero dopo l'intervento. Anche l'amminoacido glutammina aiuta il corpo a disintossicarsi e a liberarsi dallo stress, promuovendo inoltre la buona digestione. Andrebbe assunto a partire da una settimana prima e per due dopo l’intervento chirurgico. Infine si possono imparare tecniche di rilassamento che aiutino a gestire lo stress e il dolore prima, durante e dopo la degenza ospedaliera.
Ma il consiglio più importante è quello di non doversi trovare in questa condizione. Quando la malattia è agli albori, o comunque non ancora fortemente debilitante, è possibile ottenere ottimi risultati e invertire il processo infiammatorio con i rimedi della medicina naturale. Questi infatti non hanno effetti collaterali, ma sono molto efficaci perché vanno alla base del problema. Anche la giusta dieta adattata alle proprie esigenza permette di conseguire nel lungo periodo stati di salute che si erano dimenticati.
Considerazioni sempre da tenere presente ai primi segni di processo degenerativo in corso e che l'organismo ci segnala prontamente.