Psoriasi: come alleviarla con l’alimentazione
Salute e Benessere Naturali
Salute e Benessere Naturali
Che relazione c’è fra psoriasi e l’alimentazione? Poiché è una malattia della pelle, qualcuno potrebbe pensare che le due cose non hanno alcun legame. Sbagliato: il tipo di alimentazione è fondamentale per alleviare la malattia e gli studi lo dimostrano ampiamente; questo stretto legame è noto fin dal 1932. Eppure sono tante le fonti mediche e scientifiche che scelgono di ignorarlo, lasciando le persone che soffrono di questa malattia nel caos più totale. Il dottor John Pagano si è fatto rotta fra gli studi, cercando di delineare quale tipo di alimentazione è benefica per tenere sotto controllo l’evolversi della malattia e quali consigli e strategie adottare giorno per giorno per poterne alleviare il decorso. Vediamo cosa scrive nel suo best seller mondiale Guarire la Psoriasi.
Romina Rossi
Il cibo come medicina
Che il tipo di alimentazione possa determinare la salute e la malattia è un fatto noto fin dall’antichità: già Ippocrate sosteneva che il cibo è una medicina, e che la prima medicina utile per curare le malattie è il cibo. Ed è così per le cose più disparate, compresa la psoriasi.
Il primo a dimostrare tale legame fu Jay F. Schamberg, medico ed ex Professore in dermatologia dell’Università della Pennsylvania, le le cui ricerche, però, nel corso degli anni non fu tenuto in considerazione. E, infatti, ancora oggi i medici danno all’alimentazione un ruolo molto marginale e superficiale, come se non avesse alcuna importanza nello sviluppo delle malattie.
Di parere contrario è John Pagano, autore di Guarire la Psoriasi:
“La mia ricerca ed il mio programma hanno dato prova senza alcun dubbio che la dieta non solo gioca un ruolo peculiare nella cura della psoriasi, ma ne è certamente il fattore più importante. Oltre ad essere il vero fondamento di questa terapia, è anche la componente chiave nella prevenzione di ricadute.
In tutti questi anni in cui ho trattato la psoriasi, non ho mai avuto successo se la dieta non veniva seguita almeno per un ragionevole periodo di tempo. Le altre misure consigliate sono contributi validi e certamente aiutano nell’accelerare i risultati positivi nella cura di questo disturbo della pelle. Tuttavia, senza il sottolineato comune denominatore di una dieta corretta, gli sforzi sono infruttuosi e se questa affermazione può suonare come una pretesa esagerata, posso assicurare che non è vero.
Uno psoriasico deve accettare e comprendere pienamente il fatto che assumere o evitare certi cibi sia fondamentale nella risoluzione di questo problema dermatologico”.
L’importanza di un ambiente alcalino
Ormai sappiamo che le malattie di cui soffriamo sono favorite da un ambiente interno acido, che favorisce l’insorgenza di infiammazioni tissutali che sono alla base delle malattie funzionali. Gli studi hanno messo in evidenza che l’equilibrio acido-alcalino del nostro organismo permette di salvaguardare la salute.
Alcuni nostri organi e tessuti devono avere un pH alcalino e non acido: in questo modo riesce ad essere molto più resistente a tutti i tipi di malattia e di disturbi fisici; i dolori alle articolazioni sofferenti vengono alleviati, si soffre meno di raffreddori e congestioni, e i problemi della pelle sono meno marcati.
Però non bisogna credere che l’acidità non sia importante, ci sono ambienti, come lo stomaco, che devono essere fortemente acidi per poter lavorare bene, ma l’acidità tissutale va mantenuta in un rapporto ottimale.
Scrive il dottor Pagano: “Affinché si mantenga una condizione generale di salute e di situazione immunitaria ottimali il sangue nell’individuo dovrebbe essere leggermente alcalino, con un pH che, nella reazione chimica, va dal 7,3 al 7,5. Questo rapporto è mantenuto dalle 'linee di difesa' naturali del corpo e per lo più influenzate certamente dal cibo assunto e dallo stato emozionale del soggetto”.
Qual è il rapporto ottimale per far in modo di preservare la salute il più a lungo possibile? La dieta giornaliera, si legge nelle pagine di Guarire la Psoriasi, dovrebbe consistere in un 80% di cibi a reazione alcalina ed un 20% di cibi a reazione acida, quindi dovremmo preferire il consumo di più cibi alcalini rispetto a quelli acidi.
Invece molte persone hanno un tipo di alimentazione che inverte tale proporzione: mangiano cibi che tendono ad acidificare i tessuti, condizione che è un terreno fertile per dolori, disturbi e malattie. Quando queste persone alcalinizzano il loro organismo, adottando un tipo di alimentazione diversa, si rendono conto che i disturbi e i dolori vengono alleviati enormemente fino, in alcuni casi, a scomparire. Per adottare un’alimentazione equilibrata, dobbiamo conoscere quali cibi sono alcalini e quali acidi.
Cibi a reazione alcalina
I cibi a reazione alcalina sono frutta e verdura e i loro succhi, che contengono un’alta percentuale di acqua. La maggior parte della frutta è alcalina, ad eccezione di 5 tipi di frutta, che hanno una composizione acida e che sono: ribes, prugne grosse, susine, mirtillo e mirtillo di palude.
Ma poiché i benefici alcalini della frutta sono maggiori rispetto al contenuto acido di questa frutta, il dottor Pagano consiglia ai suoi pazienti di mangiare spesso frutta, senza preoccuparsi troppo del rapporto acido/alcalino, purché ovviamente non si esageri. Consumare troppa frutta può infatti portare a un innalzamento dei valori dei trigliceridi, per l’eccesso di zuccheri che contiene la frutta, che possono essere trattenuti dall’organismo come grassi accumulati.
Ci sono però alcune eccezioni, che il dottor Pagano mette in evidenza nel suo libro:
- fragole, agrumi e succhi di agrumi dovrebbero essere evitati da chi soffre di artrite psoriasica, mentre chi è affetto da gotta dovrebbe evitare l’avocado;
- mele crude, banane e melone non dovrebbero essere mangiati con altra frutta, come nelle macedonie, ma nemmeno come pasto regolare o dessert. Meglio mangiarli separatamente come spuntino;
- agrumi: non vanno combinati con i cereali, i prodotti caseari (lo yogurt) e prodotti da forno.
Anche la verdura è per la maggior parte alcalina, tranne legumi, lenticchie, granoturco maturo, mais secco, rabarbaro, cavoletti di Bruxelles, che possono essere consumati in piccole quantità. Fra le verdure da evitare per chi è affetto da psoriasi, secondo il dottor Pagano, sono le solanacee (pomodori, peperoni, patate e melanzane).
Inoltre, il dottor Pagano consiglia anche di adottare delle accortezze per aumentare l’alcalinità: fra queste, aggiungere leticina granulare ai piatti e alle bevande, che aiuta a prevenire l’accumulo di grassi nel sangue. Secondo alcuni studi infatti le persone che hanno la psoriasi hanno livelli alti di colesterolo: una volta che i livelli tornano nella media anche la malattia dermatologica viene alleviata. La leticina aiuta a pulire la pelle, in modo che non accumuli scorie e tossine e ha un effetto lassativo, utile per riequilibrare il transito intestinale, consumare estratti di frutta e verdura crude, fare attività fisica all’aperto, tenere il transito intestinale regolare, avere emozioni positive. Attenzione però a non esagerare.
Alimenti a reazione acida
Rientrano in questa categoria i cibi più pesanti e solidi (proteine, amidi, zuccheri, grassi ed oli). Se consumati in grande quantità e in combinazione fra loro aumentano il contenuto acido nel sangue, peggiorando la psoriasi. Fra gli alimenti a reazione acida che consumiamo più di frequente ci sono:
- cereali, intesi qui come prodotti farinacei e raffinati, mentre sono ammessi i cereali integrali, senza però esagerare,
- carni, soprattutto conservate e rosse,
- formaggio,
- zuccheri,
- burro e panna,
- legumi, come i fagioli secchi.
Il consiglio del dottor Pagano è quindi quello di non combinare cibi a reazione acida nello stesso pasto, quindi evitare le proteine con carne, le carni o i grassi con gli zuccheri, gli alimenti troppo ricchi di amidi. Vanno evitati anche i cibi che contengono troppi conservanti, coloranti o additivi, l’alcol, il fumo.
Chi soffre di psoriasi dovrebbe evitare anche i crostacei, compresi i calamari che rientrano fra i crostacei, perché hanno alti contenuti di purine, il cui prodotto finale è l’acido urico, che in dosaggi elevati causa gotta, spesso presente in chi soffre di psoriasi. Fra le carni, quelle consigliate dal dottor Pagano sono il pollame e l’agnello.
Anche il pesce in genere va bene, poiché hanno la forma di proteine meglio digeribili. Inoltre contiene fonti di omega 3 che evitano l’accumulo sulle pareti delle arterie di colesterolo e altri grassi cattivi.
Fra il pollame sono consigliati: pollo, tacchino e la gallina, e anche i volati selvatici (tranne l’oca e l’anatra che sono troppo grasse).
Fra la carne rossa, l’unica consigliata da Pagano è quella di agnello, che è meglio digeribile.
Fra i latticini sconsigliati ci sono quelli a latte intero, con aggiunta di zucchero o sale, la panna e i gelati al latte.
Se non potete fare a meno dei farinacei meglio optare per quelli con farina integrale di avena, crusca, frumento, segale. Lo stesso vale per la pasta, Pagano la permette, purché di farina integrale e condita con condimenti vegetali, non di origine animale, evitanedo anche sughi a base di pomodoro.
Al posto dei dolci, sarebbe meglio preferire alimenti che contengono naturalmente zuccheri, ma non creano acidità: frutta fresca, macedonia, frutta cotta, salsa di mele. Per dolcificare si possono usare il malto, lo sciroppo di acero, lo zucchero integrale e i succhi di frutta, il miele purché in piccole dosi.
Il dottor Pagano sconsiglia anche la pizza, che definisce “l’inferno per uno psoriasico” essendo composta da alimenti acidi: la base è di farina bianca, coperta da sugo di pomodoro, con formaggio intero, spesso arricchita da solanacee come peperoni o patate, così come anche salsiccia e acciughe. Meglio optare per un pezzo ogni tanto, condita con verdure e fatta con farine integrali, senza gli ingredienti che non sono alleati di chi soffre di psoriasi.
I benefici di un’alimentazione alcalina
Applicando questo tipo di alimentazione ai suoi pazienti, il dottor Pagano si è accorto che oltre a migliorare la psoriasi, apporta anche altri benefici, come ad esempio, la perdita di qualche chilo di troppo. Inoltre, le persone si sentono meglio, più vitali e con maggiore autostima.
Tuttavia, il consiglio è quello di essere flessibili il più possibile, dato che la dieta non deve diventare una routine fissa e rigida. Qualche eccezione e trasgressione occasionale sono permesse, purché non si esageri. Nemmeno abbuffarsi e mangiare troppo è consigliato, sempre meglio mangiare con moderazione.
Chi tende a mangiare spesso fuori casa, può comunque adottare un’alimentazione salutare, scegliendo cibi cotti al vapore, allo spiedo, alla griglia o al forno, evitando invece quelli fritti, al burro, con panna o gratinati, piccanti o speziati. In questo modo non rischia di vedere peggiorare la propria condizione di salute.
ACQUISTA ORA IL LIBRO DEL DR. PAGANO
E GUARISCI DALLA PSORIASI!
[PRODOTTO_PH_7301]