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Respirare bene secondo il Metodo Buteyko: quando non basta riempire i polmoni

Salute e Benessere Naturali

Respirare bene secondo il Metodo Buteyko: quando non basta riempire i polmoni

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Respirare bene secondo il Metodo Buteyko: quando non basta riempire i polmoni

Respirare bene: più facile a dirsi che a farsi. L'azione più automatica che facciamo senza pensarci è, o potrebbe diventare, in effetti, più complicata se si vuole farla con tutti i criteri che consentono di prevenire e/o curare anche importanti patologie.

Lo sa bene la dott.ssa Fiamma Ferraro, autrice del libro ATTACCO ALL'ASMA E NON SOLO, che da anni basa la sua principale attività nel diffondere il metodo di respirazione Buteyko, dal nome dello scienziato russo che più di altri ha fatto della respirazione un cardine per la salute. Le abbiamo rivolto alcune domande.


Redazione Web Macro

Dottoressa Ferraro, possiamo dire che respirare è naturale ma che respirare bene non è sempre automatico?

Nì. Respirare bene dovrebbe essere naturale, ma in tanti casi il nostro corpo si abitua ad automatismi fisiologicamente errati e dannosi. Detto così sembra dire tutto e niente, per cui mi spiego meglio: il respiro è alla base di ciò che viene chiamato “vita” su questo pianeta, ed il concetto è facile da illustrare.

Per quanto, secondo voi, riuscireste a vivere senza mangiare? E senza bere? A questo punto è ovvia la terza domanda: e senza respirare? Se andiamo a vedere le risposte dei lettori di questo blog, immagino che ci saranno sicuramente opinioni divergenti quanto al mangiare ed al bere, ma non sul respiro, e forse qualcuno si sarà addirittura già tappato il naso per vedere per quanto tempo riesce a tener chiusi naso e bocca senza quindi poter respirare. Immagino dunque che la risposta sia unanime: da uno a pochi minuti (a meno che non si tratti di apneisti professionali).

Respirare in modo ottimale è indispensabile in quanto ogni singola cellula dei tessuti e degli organi del nostro corpo ha bisogno di ossigeno. Tutti sono consapevoli che l'ossigeno è presente nell'aria che ci circonda e che inspirando lo introduciamo nei polmoni, ma purtroppo il riempire i polmoni al massimo della loro capacità non fa sì che questo ossigeno necessariamente passi dai polmoni ai tessuti nella quantità ottimale di cui questi tessuti (in particolare il cervello ma non solo) hanno bisogno; si verifica invece il contrario proprio quando si prendono dei respironi “spropositati” od eccessivi, come avviene in molti casi.

Pertanto il libro, sempre in base a motivazioni medico-scientifiche provate da molti anni, sfata il mito, che “riempire i polmoni al massimo fa sempre bene”.

Per una serie di motivi che spiego nel libro, (è impossibile spiegarlo in poche righe), rivelo perché e come in tantissimi soggetti si sono instaurate abitudini respiratorie errate. Il problema che ne consegue è che scattano, a livello del nostro cervello, (per la precisione nel centro respiratorio), automatismi del tutto controproducenti per la nostra salute, ed un automatismo non è necessariamente fisiologico.

Detto così sembra che si tratti di principi scientifici estremamente complessi, ed in effetti lo sono, ma li ho espressi, in un linguaggio alla portata di tutti, e tantissimi miei pazienti si sono riconosciuti  in questi errori respiratori.

Ma la buona notizia è che basta poco per ottenere dei vantaggi per la salute, se c'è la volontà di voler lavorare sul proprio respiro.

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Chi è il Prof. Buteyko e perché è così importante conoscerlo?

La storia del Prof. Buteyko è affascinante. Tutto parte dalla famosa “gara dello spazio” tra la Russia  (Unione Sovietica) e gli Stati Uniti d'America verso la  metà del secolo scorso. In quegli anni ci furono vari esperimenti e studi sui gas presenti nell'atmosfera, (l'obiettivo era quello di poter fornire una miscela di gas ben respirabili nei velivoli spaziali).

Inoltre, verso la fine degli studi universitari di Buteyko, un professore lo aveva incaricato di osservare come respiravano gli ammalati. Il Prof. Buteyko, nato in Ucraina, fece una scoperta affascinante, che successivamente collegò alle quantità dei gas presenti sia nell'atmosfera  che all'interno dell'organismo umano. Fu in grado di spiegare perché e come molti respirano male, fenomeno che chiamò “malattia della malarespirazione”.

Fino a questo punto possono sembrare dei fatti interessanti, ma l'aspetto clinico stupefacente è che tante affezioni cliniche, quali asma, (per la quale l'efficacia del  metodo è stata scientificamente provata in molti studi clinici-universitari), allergie, ansia ed attacchi di panico, pressione alta, sindrome del colon irritabile, polipi nasali, migliorano... semplicemente cambiando il modo di respirare.

In effetti l'ultima affermazione potrebbe indurre tante persone, medici compresi, a ridere. Dico in proposito due  cose:

  1. Provare per vedere;
  2. ma se non si è intenzionati a cambiare il proprio modo di respirare si perde tempo e basta.

Nel parlare di un riaddestramento respiratorio in base al metodo Buteyko non si  parla di filosofie simil-esoteriche, ma di un'applicazione “pratica” di concetti di fisiologia, anatomia e biochimica umana, concetti riportati nei testi che studiano tutti gli studenti di medicina.

In particolare, il dato fisiologico fondamentale, che descrive il comportamento dei gas è l'effetto Verigo-Bohr; (ma ho già promesso che il libro è scritto in un linguaggio comprensibile). Pertanto, Buteyko era (è morto nel 2003), uno scienziato che aveva un intuito incredibile. Il suo metodo è sempre più conosciuto e praticato a livello mondiale.

Può indicarci qualche consiglio per praticare una buona respirazione?

A meno che non vi siano patologie gravi: respirare sempre dal naso. Percepire l'aria come se entrasse e si fermasse nella punta del naso; in parole povere, “respirare di meno” (riduzione della ventilazione al minuto).

Occorre inoltre anche cercare anche di respirare lentamente e ricordarsi che a riposo una persona non la si dovrebbe sentir respirare; vi è un antico detto cinese che dice che “una persona perfetta respira come se non respirasse”.

Bisogna tenere presente che se non si è abituati a respirare solo dal naso all'inizio ci può essere la sensazione paradossale di mancanza d'aria, mentre in realtà i tessuti  divengono più ossigenati. Ciò è dovuto ai gas nell'organismo che stanno iniziando ad equilibrarsi meglio.

Si tratta di un riaddestramento respiratorio; dovrebbe pertanto essere vissuto nell'ottica di un riaddestramento o allenamento: all'inizio ci vuole un po' d'impegno, e ci vuole un po' di tempo per modificare un riflesso automatico, che funziona cioè automaticamente anche quando dormiamo o pensiamo ad altro.

Il respiro è la cosa più individuale che vi sia, per cui ci sono anche persone che non avvertono il minimo disagio e che, iniziando a “respirare di meno” si sentono da subito più “ossigenate” e rilassate.

LEGGI LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA

 

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