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Shinrin-Yoku: il bagno nella foresta. Cos'è e come funziona

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Shinrin-Yoku: il bagno nella foresta. Cos'è e come funziona

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Shinrin-Yoku: il bagno nella foresta. Cos'è e come funziona
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Una delle migliori pratiche terapeutiche che si possono svolgere nella Natura è quella che i giapponesi chiamano Shinrin-yoku. L’espressione significa letteralmente “bagno nella foresta”, ma non ha a che vedere con un vero bagno, magari in uno splendido laghetto alpino. Si tratta, per meglio dire, di “inspirare l’atmosfera del bosco”. Gli scienziati giapponesi, che per primi hanno studiato gli effetti psico-fisici di una passeggiata nel bosco, hanno riconosciuto le conseguenze estremamente benefiche che tale pratica può produrre sull’organismo umano.


Mario Manzana

Una delle migliori pratiche terapeutiche che si possono svolgere nella Natura è quella che i giapponesi chiamano Shinrin-yoku.

L’espressione significa letteralmente “bagno nella foresta”, ma non ha a che vedere con un vero bagno, magari in uno splendido laghetto alpino.

Si tratta, per meglio dire, di “inspirare l’atmosfera del bosco”.

Gli scienziati giapponesi, che per primi hanno studiato gli effetti psico-fisici di una passeggiata nel bosco, hanno riconosciuto le conseguenze estremamente benefiche che tale pratica può produrre sull’organismo umano.

Infatti, «…oggi il respirare l’atmosfera del bosco è un metodo ufficialmente riconosciuto sia per la prevenzione delle malattie che per favorirne la cura. Lo Shinrin-yoku viene sovvenzionato dal sistema sanitario nazionale, nonché studiato e messo in pratica nelle università di medicina e nelle cliniche del Giappone».

Inoltre, nel Paese del Sol Levante è stato istituito un apposito ramo di ricerca medica, denominato “Forest Medicine”, “medicina forestale”.

Come scrive Joel Dimsdale, medico statunitense e professore di psichiatria presso l’Università della California,

«Quasi tutte le malattie, non solo quelle infettive o quelle autoimmuni, ma anche l’arteriosclerosi, il cancro e la depressione, possono essere ricondotte a fattori immunologici».

 

 

Lo Shinrin-Yoku e la connessione con l'effetto biofilia

Detto questo, gli studi degli scienziati giapponesi sono riusciti a dimostrare che il nostro sistema immunitario entra in relazione con le emissioni delle piante, i cosiddetti terpeni, e che questi svolgono su di esso un’influenza utile nello stimolare soprattutto alcune sue funzioni specifiche. In particolare, il numero delle cellule killer subirà un aumento, così come quello delle proteine anticancro.

Sempre secondo gli studi effettuati su diversi campioni di persone, trascorrere una sola giornata in un bosco fa aumentare in media di circa il 40% le cellule killer naturali nel sangue dell’individuo. E se si rimane per due giorni consecutivi in una zona boschiva, il numero di queste cellule può crescere addirittura del 50%!

Inoltre, esso rimane superiore al normale per circa una settimana dopo un solo giorno di permanenza nel bosco, mentre si allunga a un mese circa per una permanenza di 2-3 giorni. Va notato, infine, che queste cellule non saranno solo più numerose ma anche più attive.

I terpeni, è stato dimostrato, agiscono sia direttamente sul sistema immunitario, che in maniera indiretta, per esempio sul sistema ormonale, riducendo gli ormoni dello stress come il cortisolo.

Perciò, l’effetto si produce a livello fisico ma contemporaneamente anche psichico. E come sappiamo, secondo molti studiosi la malattia organica è solo l’ultimo stadio della manifestazione di uno stato di disarmonia che si instaura inizialmente nella psiche.

Oggi, poi, sempre più spesso ci si sente dire che la causa dei nostri disturbi (qualsiasi essi siano) è da ricondursi allo stress che viviamo quotidianamente, ognuno a modo proprio e per le più diverse cause.

Ecco quindi che il potere terapeutico delle piante si può esprimere in forma di prevenzione: passeggiare in un bosco, o meglio ancora, come consigliano i medici giapponesi, trattenersi in una zona boschiva per almeno 2-3 giorni, ci permette di abbattere gli ormoni dello stress, e quest’effetto, come abbiamo visto, può durare per molto tempo dopo il nostro rientro a casa, e ci impedisce di ammalarci.

Potenziare il nostro sistema immunitario nel bosco

 

Il "fascino" della foresta

Un altro importante effetto del “bagno nella foresta” è la cosiddetta fascinazione. Si tratta di una sorta di attenzione spontanea, di rapimento, per particolari aspetti della Natura (un paesaggio al tramonto, il sole che sorge sul mare, l’arcobaleno sulle montagne dopo un temporale estivo e via dicendo).

Pure la fascinazione svolge un ruolo importante per l’equilibrio della nostra psiche poiché, attraverso vari studi, è stato dimostrato che ci consente di rigenerare il nostro cervello, in altre parole di ricaricare le pile, dopo di che possiamo tornare a concentrarci con rinnovata energia sui nostri compiti quotidiani.

La fascinazione si produce davanti a elementi della Natura, come già detto, più che di fronte a opere dell’arte o dell’ingegno dell’uomo, perciò, ancora una volta, il bosco è una fonte inesauribile di tali elementi. Catturare l’immagine di qualche animale selvatico, osservare un tratto di bosco ricco di funghi variopinti, sentire sulla pelle la rugiada su un prato sgargiante di fiori, sono solo alcuni dei possibili scenari che hanno il potere di affascinare e sedurre il nostro cervello e la nostra psiche, dandoci la possibilità di tornare in equilibrio e uscire dalla ruminazione mentale che ci accompagna nella vita quotidiana.

Come afferma Clemens G. Arvay:

«È ormai chiaro che la fascinazione della natura può fare ben più che rigenerare la nostra attenzione e capacità di concentrazione. L’esperienza della natura riesce a impostare il nostro cervello su un’altra modalità in cui i pensieri assillanti svaniscono, emergono sensazioni di felicità e i problemi passano in secondo piano. In questo modo il nostro cervello diventa libero di rivolgersi alla soluzione dei problemi o di occuparsi in modo positivo dei conflitti interiori. In questo senso, la fascinazione della natura diventa molto più di un semplice passatempo gradevole: crea la base per i processi terapeutici nella natura e mediante la natura».

Insomma, i motivi per immergersi nella Natura, per fare unbagno nel bosco”, sono innumerevoli, e non avremmo certo bisogno di conoscere i risultati di studi scientifici per sapere che farlo ci fa bene, sarebbe sufficiente ricominciare ad ascoltare il nostro corpo.

Tuttavia, spesso abbiamo perso l’abitudine e la capacità di entrare in un bosco e di lasciarci semplicemente andare, permettere al nostro organismo, alla nostra psiche, di dialogare con la Natura smettendo di pensare. Il bagno nel bosco è salutare anche per i più piccoli, a loro è dedicato il manuale Shin-rin Yoku per bambini.

I manuali da portare sempre con te nel bosco

 


Mario Manzana
Mario Manzana si è interessato fin da giovanissimo alle tematiche esoteriche e spirituali, che lo hanno portato a trascorrere un lungo e intenso... Leggi la biografia
Mario Manzana si è interessato fin da giovanissimo alle tematiche esoteriche e spirituali, che lo hanno portato a trascorrere un lungo e intenso periodo di vita comunitaria presso il Villaggio Verde Comunità Acquariana, situato in Piemonte e fondato dal professor Bernardino del Boca; nello stesso periodo è stato editore della storica casa... Leggi la biografia

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